Qualcuno avrAi?? notato che ho postato in alcune pagine di Facebook l’immagine di una chiave con un commento posto in calce, anche se il social ha una diffusione notevole ritengo che sia comunque aleatorio il messaggio che da esso possa diffondersi cosAi?? mi propongo di darne un’ampia descrizione.
Inizio la trattazione con qualche riferimento storico sul significato della chiave che non A? associabile in alcun modo al simbolo simile della massoneria, anzi ne A? l’antitesi.
Tornando indietro di qualche secolo troviamo seduti sul seggio regale spagnolo i cattolicissimi sovrani Ferdinando D’Aragona e Isabella di Castiglia, gli stessi che diedero l’avvallo a Colombo per l’avventura nel Nuovo Mondo del 1492.
Ebbene, questi due savi sovrani (in pratica governavano entrambi con pari responsabilitAi??) istituirono con una bolla papale del 1478 la Sacra Inquisizione in Spagna, non era cosa nuova ma a differenza di quella antecedente si affidava all’autoritAi?? civile il trattamento degli eretici, a subirne gli effetti furono i conversos, ebrei convertiti al cristianesimo.
L’azione fu cosAi?? incisiva che molti conversos abbandonarono i territori soggetti alla corona o, come nel caso di personaggi influenti, mutarono il proprio nome creando un lignaggio che non potesse essere messo in discussione cancellando agli occhi del mondo la propria origine.
Non tutto venne celato, essi conservarono il ricordo affidandolo ad un’icona della memoria, un’icona dall’aspetto innocente, una chiave.
Ecco dunque la comparsa del simbolo, agli ebrei convertiti la chiave era il simbolo della casa che avevano chiuso in Israele e la conservazione di essa era l speranza di poter un giorno riaprire quella serratura sul proprio passato per entrare in un futuro roseo di sviluppo e pace nella Terra Promessa.
Premettendo che la mia origine non affonda in quell’etnia (almeno credo ma su questo mondo l’unica certezza A? la morte), ho voluto utilizzare lo stesso simbolo per noi della diaspora duosiciliana che ancora crediamo nei valori della nostra nazione.
Voglio conservare quella chiave affinchAi?? io o un mio erede possiamo riaprire la porta di quella casa che ho lasciato nella mia terra su cui periodicamente pongo del lubrificante affinchAi?? non arrugginisca e si trasformi in polvere che il vento possa disperdere.
Giorno dopo giorno, ora dopo ora, il ricordo della nostra Terra Promessa viene tenuto vivo dalla speranza che finisca presto l’esilio volontario o meno che sia e che le nostre forze possano tornare ad essere fonte di ricchezza per la mia terra di cui gelosamente conserviamo il calore e il profumo.
Il lavoro che svolgiamo noi al di fuori della nostra Patria non A? meno importante di quello di chi A? rimasto, siamo noi ad essere gli ambasciatori della napoletanitAi?? nel mondo.
Solo diffondendo cultura, gioia, voglia di vivere, esperienza e laboriositAi?? oltre ad uno spiccato senso civico puA? far cadere i luoghi comuni che il il cosiddetto ai???sputtanapoliai??? operato dai media e dai denigratori continuamente perpetrato a nostro danno.
Non bisogna demordere dall’intraprendere qualsiasi tipo di azione mantenendosi perA? nei limiti previsti dalla convenzione civile ed eludendo qualsiasi provocazione con un sorriso.
L’immagine della nostra gente che giunge A? diversa da quella che ci si aspetterebbe, essa A? compromessa dalla nomea proposta dalla stampa ufficiale e non, dal continuo presentare esempi negativi della nostra cultura, delinquenti, piagnoni, violenti, scansafatiche, incivili, ma io so con assoluta certezza che non siamo cosAi??, il vero duosiciliano A? l’esatto opposto a questa immagine, siamo il popolo che affronta col sorriso tutte le vicissitudini della vita, l’aspetto di faciloneria che assumiamo di solito A? dovuto all’inconscia consapevolezza che siamo in grado di gestire qualsiasi difficoltAi?? e di uscirne piA? forti e decisi.
La chiave riaprirAi?? la serratura di quella frontiera che A? nel nostro cuore, torneremo nella nostra terra alfine libera e rigogliosa come merita a dispetto di ascari e briganti da tastiera che nulla fanno di utile e tanto invece di dannoso.
Vincenzo Tortorella