a cura di Mauro Terracciano
Napoli 28 maggio 2016
Il problema della terra ha interessato a lungo la storia dell’intero Sud Italia, ove ha dominato il sistema del latifondo, amministrato alla maniera dei Franchi che prevedeva che il feudo rimanesse unito. In Lombardia, anch’essa soggetta agli Spagnoli per molto tempo come il Regno di Napoli, il latifondo era regolato ”iure Langorbardorum”
che faceva sAi?? che il fondo, diviso tra piA? eredi, si esaurisse nell’arco di poche generazioni. Sui vasti latifondi del Sud Italia gravava…no gli ”usi civici”, che permettevano ai contadini di accedervi per esercitare diritti di pascolo o di messa a coltura. Ma questo sistema A? lungi dall’essere risolutivo per le condizioni di vita dei contadini, che restano precarie, perchAi?? l’istituto degli usi civici constava comunque di limiti. La stessa diffusione della proprietAi?? privata, che prima delle leggi francesi sull’eversione della feudalitAi??, era comune a tutti o quasi ( era infatti irrisoria la quantitAi?? degli impossidenti), non migliorava di molto il tenore di vita dei contadini. Spinto dai consigli degli intellettuali del suo regno, Re Ferdinando IV emanA? un editto che sanciva la divisione dei demani con l’obiettivo di creare una piccola e media proprietAi?? contadina. La legge non piacque nA? ai baroni, che si vedevano defraudati dei propri privilegi, nA? alla borghesia, che mal sopportava di essere scavalcata dai contadini nella censuazione delle fertili terre del demanio. I naturali e i contadini avrebbero sAi?? perso gli usi civici, ma la legge ferdinandea avrebbe permesso loro di compensare questa perdita. Comunque questo decreto fu soppiantato dalle leggi eversive della feudalitAi?? emanate dai Napoleonidi : i contadini e i naturali perdono il diritto di esercitare gli usi civici sulle proprietAi?? degli ex feudatari, ma viene loro riservata una porzione di terra affidata in gestione ai Comuni. Su questa fetta si potranno esercitare gli usi civici finchAi?? questa non sarAi?? divisa tra i meno abbienti. Ma la divisione ritarda e per di piA? si assiste all’usurpazione delle stesse terre da parte dei potenti galantuomini, i quali, collusi con le autoritAi?? comunali, chiudono i terreni all’uso civico e se li accaparrano. Tale situazione di emergenza e precarietAi?? investe il Decennio francese, la restaurazione borbonica (nonostante i tentativi della Corona di intervenire) e l’unitAi?? nazionale, che vide la classe dei galantuomini usurpatori appoggiare il nuovo regime nella speranza di conservare i privilegi di cui avevano goduto fino al giorno prima.
8 Comments
Scrissi in un mio volume “Gente in cammino”-una storia sanseverese-…per la prima volta la Puglia si giova di alcuni interventi pubblici ed assistenziali. Le richieste di terra da coltivare sono tante, perciò i Re di Napoli istituiscono con Ferdinando II colonie agricole ed avviano esperimenti di terre salde lavorative cioè di pascoli arabili. Ciò non ottiene successo per mancanza di uomini, di acque e di una corretta tradizione agricola. Già nel 1784, con le terre tolte ai Gesuiti, il re Ferdinando IV istituisce i cinque reali siti di Carapelle, Ordona,Orta,Stornara e Stornarella, divise in versure e concessi agli agricoltori poveri che, per varie cause, le lasciano incolte e inglobate parzialmente nel pascolo…….. Saranno questi contadini e massari, beneficiati dagli interventi pubblici assistenziali, che fomenteranno lagnanze prima e ribellioni poi contro il regime borbonico.
Vorrei sapere a quali fonti hai attinto per la questione dei 5 reali siti? Grazie.
Per Mauro Terracciano, c’è un errore di grammatica, correggi.
Perdonami, Carmine, non trovo l’errore che dici. Illuminami!
Davanti alla P ed alla B va sempre la M.
Impossidenti.
Magari credo sia corretto.
Scusa se ti ho fatto notare ciò.
Avevo pensato che fosse quello l’errore. Comunque adesso non so come correggerlo. Grazie per avermelo fatto notare. Buona vita 🙂
Riscrivilo corretto è lo sostituiamo.
Correzioni inserite.