La Strage di Pontelandolfo e la piazza a Vicenza
Di Gian Antonio Stella
Centocinquantacinque anni dopo, Vicenza vuole chiudere finalmente le ferite rimaste aperte con Pontelandolfo, il paese che il 14 agosto 1861 venne messo a ferro e fuoco dallai??i??esercito piemontese nel piA? spaventoso massacro del Risorgimento. Vicenza e i vicentini, in realtAi??, cai??i??entrano fino a un certo punto. La mattanza di uomini, vecchi, donne e bambini, decisa per vendicare una quarantina di soldati massacrati tre giorni prima dai briganti a Casalduni, fu ordinata dal generale Enrico Cialdini, asetticamente definito dalla Treccani Ai??generale, uomo politico e diplomatico italianoAi?? e marchiato dai neoborbonici come Ai??lai??i??infame criminale di guerraAi??. A guidare i bersaglieri nella rappresaglia, perA?, fu un vicentino, Pier Eleonoro Negri. Da sempre considerato ai piedi del Monte Berico un eroe risorgimentale degno dai??i??una targa celebrativa sul palazzo di famiglia, di una via nella toponomastica cittadina e della intestazione dai??i??una scuola elementare. Ma additato nel paese campano come un uomo che Ai??si comportA? da macellaio della peggiore rismaAi??.
Cosa fu quella mattanza, che solo nel 2011 ha visto lo Stato chiedere scusa (Napolitano era impegnato in una crisi di governo) per bocca di Giuliano Amato, massimo rappresentante delle Celebrazioni del 150Ai?? dellai??i??UnitAi?? dai??i??Italia, lo ricordano le parole di un soldato, Carlo Margolfo: Ai??Entrammo nel paese: subito abbiamo incominciato a fucilare i preti ed uomini, quanti capitava, indi il soldato saccheggiava, ed infine abbiamo dato lai??i??incendio al paeseAi??. Furono circa 400, secondo gli storici, le vittime spazzate via dallai??i??Ai??inconsulto sterminioAi??. Ma cai??i??A? chi, come Pino Aprile, ha ipotizzato oltre un migliaio di morti. Tra cui ad esempio una ragazzina, Concetta Bondi, che come avrebbe scritto Nicolina Vallillo, Ai??per non essere preda di quegli assalitori inumani, andA? a nascondersi in cantina, dietro alcune botti di vino. Sorpresa, svenne, e la mano assassina colpAi?? a morte il delicato fiore, mentre il vino usciva dalle botti spillate, confondendosi col sangueAi??. Bene: dopo aver dignitosamente partecipato con la fascia tricolore alla cerimonia del 2011, il sindaco berico Achille Variati (che ha avuto difficoltAi?? in casa coi bersaglieri decisi a difendere il loro Ai??eroeAi?? da ogni rimozione: Ai??Negri era in zona di guerra. EseguAi?? degli ordiniAi??) lai??i??ha avuta vinta. A Vicenza adesso cai??i??A? una Piazza Pontelandolfo. SarAi?? inaugurata a giorni. Col sindaco del comune campano. Meglio tardi che mai. Certo che, se certi gesti fossero stati fatti primaai??i??
26 aprile 2016
2 Comments
Sarebbe ora di cominciare ad usare la Frase ” Repubblica delle due Sicilie”.
sembra una battuta la Sua… l’accezione Repubblica come caos? sarebbe la realtà attuale dell’Italia unita!
I tanti popoli del sud hanno sempre avuto nei secoli come punto unificante una dinastia, e il Regno ha goduto nelle sue realtà diversificate compatibilmente con i tempi un’evoluzione pacifica… Oggi tutto il Nord Europa ha dinastie che rassicurano con la loro stabilità rappresentativa e garantiscono realtà democratiche che funzionano egregiamente, mentre in molti stati del sud Europa dove si sono instaurate repubbliche la democrazia è sparita diventando sinonimo di caos in balia dei capipopolo del momento e meccanismi faragginosi di finte tutele democratiche cristallizzatesi a tutela di caste.
La tradizione nei popoli conta moltissimo. Vi dovreste interrogare in primis se restare sotto Roma, successivamente se restare insieme come un tempo, o suddividervi, decidendo se essere Regno o Repubblica o Confederazione.
caterina