A margine di queste elezioni politiche che ci consegnano un Paese difficilmente governabile , vale la pena di fare qualche osservazione sulle forze meridionaliste che in vario modo – in genere sbiadite e talvolta addirittura trasparenti – hanno affrontato questa tornata elettorale.
Per quelle che hanno partecipato il risultato è stata praticamente una debacle, le altre erano vistosamente assenti, nel coro di un assordante silenzio.
Le prime hanno fallito perché non sono state convincenti, con le loro proposte, nell’interpretare il disagio, lo sconforto, la rabbia non rassegnata della gente, intendo la gente del Sud alla quale si rivolgevano, il movimento dei forconi ecc., le altre perché hanno semplicemente preferito non confrontarsi con i problemi, con i bisogni della gente meridionale, con i problemi del Paese, del nostro Paese, del Sud, o se volete di quella parte di Paese che una volta era uno stato florido : il Regno delle Due Sicilie; hanno abdicato , si sono sottratte al confronto, alla proposta, alle determinazioni, alle scelte, scegliendo il ruolo marginale di associazione culturale.
Fare le scelte è difficile, ma chi non sa farle non può pensare di chiedere deleghe per governare.
Sento dire ogni tanto – un leit motiv che assomiglia a uno slogan pubblicitario – che destra e sinistra non esistono più, sono solo indicazioni stradali .. dimenticando che comunque le si voglia chiamare declinano invece interpretazioni diverse di quello che si
intende per governo del Paese e di come si debba governarlo; che non sono appellativi diversi per uno stesso contenuto e non è proprio indifferente la scelta di campo – e non intendo un campo strettamente politico – perché questa si riflette sulle scelte pratiche, concrete. Sono pronto a sostenere chiunque faccia davvero gli interessi e si batta per lo sviluppo del Sud, senza tener conto della casacca.
Oggi il grillismo, figlio di un novello Garibaldi, pare aver distrutto tutti i precedentiequilibri politici, adesso alla destra e alla sinistra si affianca una non-destra/non-sinistra, e questo tridente non può non porsi il problema di come si gestisce una nazione, ma questo riguarda l’Italia intera.
Le forze meridionaliste, non sono determinanti in questa panorama, anzi contano poco, molto poco, ma se vogliono rivendicare un minimo di autorevolezza morale, nel territorio di cui si sentono parte, si devono fare carico di ciò che vogliono fare per il Sud, di come immaginano il futuro di questo Sud, e come vogliono realizzare questo futuro.
Quando si porranno questo problema allora, inevitabilmente si vedrà che destra-sinistra, tondo-quadrato, liberista-statalista beh sono le semplificazioni linguistiche di modi diversi di interpretare la politica e lo sviluppo.
Una forza meridionalista consapevole, matura, non può e non deve sottrarsi alle scelte, deve saper proporre e dire chiaramente quale pensa debba essere il futuro del nostro Sud, uscendo dalla ambiguità delle non scelte, dalle posizioni timide e pavide, deve indicare la rotta, la sua rotta, assumendosene le responsabilità e confrontandosi con i problemi reali, deve, in ultima analisi fare delle inevitabili scelte di campo.
Non basta dichiararsi tutti sudisti per fare il bene del sud, dobbiamo anche chiederci cosa effettivamente serve al Sud e proporlo, proporlo a gran voce, e batterci per ottenerlo.
Per scendere nel concreto e nel pratico secondo me , e solo a titolo di esempio, dovremmo chiederci se :
• questa Europa, che toglie i dazi alle arance marocchine penalizzando la nostra produzione interna – ma questo vale per tutti i prodotti agricoli – risponde alle istanze del sud ?
• le risorse prelevate nel Sud, ad es. idrocarburi devono restare almeno in parte al sud ?
• si può accettare di coniugare lavoro e salute tanto da non perdere un polo strategico come Taranto o dobbiamo arrenderci alla inevitabile conclusione di una economia locale basata sulle cozze ?
• dobbiamo arrenderci ad un sistema bancario che penalizza prevalentemente il sud e soffoca l’economia ?
• è proprio inevitabile che le assicurazioni al sud costino più del doppio che nel resto d’Italia ?
• riusciamo a vedere un Sud che ha come unica vocazione turismo e agricoltura ?
• vogliamo una viabilità moderna o le autostrade del mare o tutte e due ?
• quale sviluppo per un trasporto veloce delle nostre merci nei mercati più importanti ?
• le imposte sugli immobili che oltre le abitazioni ha ciecamente penalizzato le strutture rurali e l’economia agroalimentare quanto ha pesato sul Sud ?
Sono certo che su questi temi e tanti altri ancora, sui quali ci si deve necessariamente confrontare non sarà indifferente la visione che abbiamo del nostro Sud, capiremo finalmente quali sono le posizioni ed i progetti e le proposte.
Mi piace ricordare, che l’enorme sviluppo che ebbe il Sud sotto Ferdinando II : strade, scuole, ospizi, ferrovie, fabbriche, edilizia pubblica e privata, lo dobbiamo ad un Re lungimirante, concreto .. quante anime belle che si dichiarano meridionaliste con le idee che professano lo avrebbero osteggiato come il peggiore dei tiranni ?
Una ultima considerazione, sono davvero costernato che qualcuno a Sud abbia votato Lega, ma se la Lega porta avanti la sua battaglia per la macroregione che è anche un progetto meridionalista, quella battaglia può e deve essere anche la nostra .. in questo
caso l’unione fa .. l’indipendenza !
Carlangelo Scillamà Chiarandà