Sabato, 29 dicembre 2012 nei locali del seminario vescovile di Lamezia Terme nel corso del convegno di presentazione del libro di Pino Aprile, i Comitati delle Due Sicilie del Lametico intraprendono una raccolta di firme per presentarea al sindaco di Lamezia Terme la richiesta di variazione toponomastica di Via Cialdini.
Lai??i??Associazione Culturale COMITATO DUE SICILIE DEL LAMETINO, che ha tra i suoi scopi sociali quelli di diffondere la vera storia del Mezzogiorno dai??i??Italia, tutelare,valorizzare e rivitalizzare la memoria storica e culturale del Mezzogiorno dai??i??Italia, ha individuato nel Centro Abitato di Sambiase, a Lamezia Terme, la targa che intitola la via posta lateralmente alla chiesa del Carmine, lato ovest, al Generale dellai??i??Esercito Piemontese Enrico Cialdini.
Nel perseguire i suoi scopi sociali sopra evidenziati, la scrivente Associazione, con la presente Petizione, intende chiedere al Sindaco della CittAi?? di Lamezia Terme di provvedere al cambio della denominazione di tale via pubblica da Via Cialdini a Via Giuseppe Villella per le motivazioni storiche di seguito riportate.
Chi era Enrico Cialdini.
Enrico Cialdini, come noto e oramai accertato dai numerosi e diffusi documenti storici inerenti il periodo pre e post unitario, fu uno dei primi criminali di guerra del neonato Regno dai??i??Italia, poichAi?? si rese protagonista di spietate azioni di violenza, repressione, concessa libertAi?? di stupro ai propri soldati, tortura ed altre efferatezze contro la popolazione del Sud Italia appartenente allai??i??Ex Regno delle Due Sicilie, tenute nascoste per 150 anni.
Denominato ai???Il macellaio di Gaetaai???, cittAi?? simbolo del martirio del Sud, fu da questi massacrata con 55.000 proiettili, per 190.000 chili di polvere durante lai??i??assedio in atto dal 4 novembre 1860 al 13 febbraio 1861, radendola al suolo, e nella quale i morti si contarono a migliaia, sia civili che militari anche quando lai??i??11 febbraio, dopo 102 giorni di assedio, di cui 75 trascorsi sotto il crepitare delle bombe, iniziarono le trattative di resa della piazza di Gaeta; nonostante ciA?, Cialdini preferAi?? non interrompere il bombardamento, anzi lo intensificA? perchAi??, come scrisse a Cavour, naturalmente in francese, “le bombe fanno ragionare male e diminuiscono le condizioni richieste [ai??i??] Il cannone non guasta mai negli affari“.
Su ordine del Generale Cialdini, il 13 agosto 1861 partirono da Benevento alla volta di Pontelandolfo, e Casalduni, paesi del beneventano, 2 colonne di bersaglieri comandate rispettivamente dal Generale De Sonnaz, insieme al Colonnello Negri, e dal Maggiore Melegari, al fine di applicare, verso la popolazione civile inerme, una ritorsione per lai??i??uccisione di quarantacinque soldati piemontesi catturati dalla banda di Cosimo Giordano.
Anche in questo caso la condotta di Cialdini fu da criminale avendo egli ordinato che dei 2 paesi ai???non rimanesse pietra su pietraai??? Gli uomini furono fucilati mentre le donne, nonostante l’ordine che fossero risparmiate, furono violentate e uccise; non si risparmiarono neanche vecchi, infermi e bambini.
Nonostante queste ed altre nefandezze compiute da questo personaggio, egli in Italia fu acclamato come eroe del Risorgimento ma in realtAi?? si dimostrA? tanto crudele e spietato verso i meridionali, da rendersi protagonista di episodi pari per ferocia a quelli compiuti dalle SS di Himmler.
Chi era Giuseppe Villella da Motta S. Lucia (CZ)
Sempre piA? spesso si sente parlare del museo Lombroso di Torino, dove un certo Cesare Ezechiele Lombroso, fregiandosi del titolo di studioso, fece dei calchi con le teste di molti uomini del Sud, morti per difendere la loro terra e i loro ideali; egli voleva dimostrare che studiando la conformazione di un cranio si puA? dedurre se l’elemento in questione sia o meno un delinquente. Tra gli sfortunati, i cui resti ancora giacciono in quel luogo d’orrore senza aver mai ricevuto una degna sepoltura, anche quelli di Giuseppe Villella, che A? stato condannato dagli studi dell’ “esperto” a essere un brigante ma che, invece, risulterebbe incensurato dai documenti recentemente rinvenuti.
Giuseppe Villella A? quindi un martire ed il simbolo della disonestAi?? intellettuale usata dai Savoia per compiere nel sud dai??i??Italia, nellai??i??immediato periodo post unitario, massacri, stupri e ruberie, tacciando di fronte al mondo, con i ai???criteri scientifici del Lombrosoai??? lai??i??intero popolo meridionale come una ai???feccia immonda di delinquentiai??? con i quali sarebbe stato ai???impossibile trattareai??? e quindi utilizzando il ai???falso scientificoai??? come mera giustificazione delle tante nefandezze.
Una recente sentenza del Tribunale di Lamezia Terme (novembre 2012) ha dato ragione al Comune di Motta S. Lucia nei confronti del Museo del Lombroso di Torino, dove i resti mortali del martire Giuseppe Villella vengono esposti ed etichettati come quelli di un brigante nel senso piA? dispregiativo del termine: la richiesta di restituzione dei resti mortali di Giuseppe Villella, per darne degna sepoltura nel suo suolo natAi??o, A? stata accolta dal Giudice del tribunale lametino.
PER QUANTO SOPRA DETTO,
PER RIPRISTINARE LA VERITAai??i?? STORICA,
PER RIDARE DIGNITAai??i?? ALLE GENTI DEL MERIDIONE,
NEL DARE IL NOME AD UN LUOGO MEDIANTE UN ATTO AMMINISTRATIVO SIai??i??SIMBOLICO MA DAL FORTE VALORE PEDAGOGICO PER LE FUTURE GENERAZIONI
IL COMITATO DUE SICILE DEL LAMETINO
RICHIEDE AL SINDACO DI LAMEZIA TERME:
DI TOGLIERE Lai??i??ATTUALE INTITOLAZIONE DELLA VIA AL CRIMINALE E. CIALDINI;
DI INTITOLARE LA STESSA VIA A GIUSEPPE VILLELLA MARTIRE DEL SUD.