Roma 25 febbraio 2014 – di Carlangelo ScillamAi?? ChiarandAi??
Eai??i?? notizia recente ai??i?? 14 feb 2014 ai??i?? cheAi?? A? stato aggiornato il piano di emergenzaAi?? che prevede che ben 25 comuni saranno, in caso di pericolo di eruzione del Vesuvio, evacuati cautelativamente ed ospitati in diverse Regioni Italiane.
Le aree da sottoporre ad evacuazione cautelativa, fa sapere la Protezione Civile, sono sia quelle soggette “ad alta probabilitAi?? di invasione di flussi piroclastici” (zona rossa 1) sia quelle “soggette ad alta probabilitAi?? di crolli delle coperture degli edifici per importanti accumuli di materiale piroclastico” (zona rossa 2).Ai??
I flussi piroclastici sono miscele di particelle solide e gas che si formano nel corso di eruzioni esplosive e che scivolano veloci dal vulcano rasentando il terreno trasportando insieme solidi con dimensioni molto diverse, da ceneri fini a grossi blocchi.
Le recenti disposizioni del Piano , hanno solo aggiornato le precedenti redazioni definendo perA? i gemellaggi, i luoghi cioA? dove ospitare temporaneamente i residenti, ma hanno sollevato stupore eAi?? reazioni forse inaspettate, visto che di piani di evacuazione si parla da anni; come se il confronto col pericolo reale e la percezione dello stesso solo oggi fossero evidenti e concreti.
“Con la definizione da parte del Governo della zona rossa del Vesuvio e dei gemellaggi, si stabilisce una pietra miliare per il Piano di emergenza Rischio Vesuvio: i 700mila abitanti interessati (150mila in piA? rispetto al precedente Piano), in caso di necessitAi?? verrebbero trasferiti nelle Regioni gemellate, sostenuti dallo Stato”, A? stato il commento dell’assessore regionale alla Protezione Ai??civile della Regione Campania Edoardo Cosenza.
Nel generale interesse, ora emergente,Ai?? di questo Piano Vesuvio, ancheAi?? la RAIAi?? si A? data da fare con servizi, interviste , approfondimenti. IntervistandoAi?? una signora ormai anziana che vive nella zona rossa; alla domanda ai???lo sa che in caso dai??i??emergenza verrAi?? trasferita in Venetoai??? la signora interdetta rispondeva ai??? il Veneto ? e dove sta questo Veneto ?ai???
GiAi??, piA? che comprensibileAi?? lo stupore e lai??i??incredulitAi?? di potere, di dovere essere spostata, portata lontano dalla propria casa, dalle proprie abitudini, dalla propria vita, uno sgomento da deportazione forzata.Ai?? Un altro signore , intervistato, rispondeva che il Vesuvio non gli ha mai fatto paura e che A? tranquillo anche per il futuro.
Sono questi i sentimenti, piA? che comprensibili, con i quali ci dobbiamo confrontare e dobbiamo capire, capire per quale motivo difficilmente i residenti accetteranno di andare via e di essere strappati alla propria terra e persino alla vista stupefacente di quel gigante buono, sonnecchiante da cosAi?? tanti anni, che a vederlo cosAi?? sembra quasi inoffensivo.
Il piano di emergenza A? gigantesco, per il numero di persone coinvolte, scrupoloso nella sua analisi; certo con qualche punto ancora non risolto sulla strategia di evacuazione. Un Piano che dovrAi?? comunque purtroppo confrontarsi con i tempi e le modalitAi?? di eruzione, insommaAi?? con le decisioni del gigante buono, il Vesuvio, che sa farsi amare e non solo dei napoletani, maAi?? quanto mai irascibile, violentoAi?? e pericoloso se mai dovesse arrabbiarsi e in passato ne ha dato ampia prova.
Non ci sono soluzioni sicure al cento per cento se soprattutto , come temuto, i tempi saranno estremamente rapidi, come temono molti vulcanologi.
I vulcanologi, non sono maghi o veggenti, sono esperti conoscitori della materia, attenti osservatori che analizzano quanto A? accaduto per prevedere e prevenire i danniAi?? di una violenta attivitAi?? eruttiva, che ci indicano i segni premonitori, ci mettono in guardia dal pericolo.
Si aiutano con calcoli sofisticati, simulazioni, software di calcolo; volergli affidare il ruolo dei veggenti o degli iettatori, A? una offesa ai loro studi e non migliora di una virgola, il pericolo esistente, quindi non sarebbeAi?? sbagliato ascoltare con attenzione ciA? che dicono, nella speranza che le previsioni siano errate, sovrastimate, magari non immediate e quanto temuto si verificherAi?? fra mille anni.
Cosa dicono ?
Non lascia molte vie di scampo il piA? importante vulcanologo giapponese Nakada Setsuya che si trovava in Italia per la XII conferenza mondiale dei geoparchi di Ascea, nel Cilento. Il professor Nakada ha spiegato che i segnali da cui guardarsi sono gli ovvi sbuffi e eventuali rigonfiamenti del terreno che potrebbero preannunciare movimenti del magma. Cai??i??A? solo un problema. A volte trascorrono pochissime ore da questi Ai??segnaliAi?? e lai??i??eventuale eruzione.
E non A? il solo aspetto preoccupante, altro elemento cheAi?? puA? rendere la situazione ancora piA? drammatica A?Ai?? la vicinanzaAi?? del cratere delAi?? Vesuvio, che si trova a circa 9 chilometri ad est della cittAi?? di Napoli , dallaAi?? ai???zona rossaai???, quellaAi?? fascia cioA?Ai?? di comuni della Campania che, trovandosi in una posizione molto prossima al monte Vesuvio, vengono considerati piA? a rischio in caso di eruzione vulcanica.
Il Vesuvio, superfluo ricordarlo, A? conosciuto in tutto il mondo per lai??i??eruzione del 79 d.C. che distrusse le cittAi?? romane di Pompei ed Ercolano. Lai??i??eruzione esplosiva fu talmente potente da scagliare pietre e cenere in un raggio di 20 chilometri, uccidendo circa 16 mila persone.
Ulteriore, preoccupante analisi, , che in molti perA? descrivono come assurda e catastrofista, viene fornita dalAi?? professorAi??Flavio Dobran, docente della New York University e ingegnere fluidodinamico prestato alla vulcanologia, cheAi??descrive l’eruzione dalla portata distruttiva e che non durerAi?? piA? di 15 minuti. La sua previsione A? frutto di studi accurati sia sull’Etna che sul vulcano partenopeo e di simulazioni che ha fatto il vulcanologo statunitense, Dobran, progettando il simulatore vulcanico globale. Si tratta di un modello informatico in grado di ricostruire le passate eruzioni del Vesuvio, per descrivere quelle future. Oltre ai dati storici nel computer vengono inseriti anche quelli sullo stato attuale del vulcano: lai??i??attivitAi?? sismica piA? recente, le emissioni di gas, i cambiamenti dei campi magnetici. “Abbiamo cercato di riprodurre al computer lai??i??eruzione del 79. E il simulatore vulcanico globale, dopo aver analizzato i dati, ha disegnato uno scenario infernale: appena 20 secondi dopo lai??i??esplosione il fungo di gas e ceneri incandescenti ha giAi?? raggiunto i 3 mila metri di altezza, da dove collassa lungo i fianchi del cono. Un minuto dopo, la valanga ardente si trova giAi?? a due chilometri dal cratere. In tre minuti ha giAi?? raggiunto Ottaviano, Somma Vesuviana e Boscoreale. In quattro minuti sono spacciate Torre del Greco ed Ercolano. Sessanta secondi dopo A? la volta di Torre Annunziata”.
“Allai??i??improvviso ilAi??VesuvioAi??ai??i?? spiegaAi??DobranAi??-Ai??che sonnecchia dal 1944, esploderAi?? con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli si innalzerAi?? per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocitAi?? di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo lai??i??intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani”.
Il quadro, cosAi?? presentato sarebbe agghiacciante, seAi?? i continui monitoraggi del Vulcano effettuati dallai??i??osservatorio Vesuviano dellai??i??INGV ai??i?? Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia non fossero comunque tranquillizzanti;Ai?? al momento infatti non ci sono segnali che possano procurare lai??i??allarme per unai??i??imminente eruzione. Anzi, lai??i??ultimo bollettinoAi??dellai??i??Istituto non mostra particolari anomalie o variazioni rispetto alle osservazioni precedenti.
Resta il fatto che il Vesuvio A? uno dei vulcani attivi piA? pericolosi al mondo, non solo per la sua potenza eruttiva, ma soprattutto per lai??i??urbanizzazione selvaggia avvenuta alle falde del vulcano campano negli ultimi anni.
Tornando al piano di evacuazione dal quale siamo partiti, cai??i??A? da chiedersi, alla luce delle analisi dei Proff. Nakada e DobranAi?? se un piano di evacuazione, che necessariamente necessita di tempi in ore, 72 secondo il piano,Ai?? saprAi?? salvaguardareAi?? la vita degli abitanti della zona rossaAi?? ed a quanti in termini numerici; in alternativa lai??i??unica soluzione precauzionale , ma certamente non accettata dai residenti A? che si dia azione a questo piano giAi?? da subito , mettendo al sicuro , come previsto dal piano stesso ben 700.00 abitanti,Ai?? spostandoli in modo programmato , ma questa volta in via definitiva, in zone piA? sicure della Campania.
Ma, a parte i costi, in questo momento improponibili, chi se la sentirAi?? di obbligare i residenti delle zone interessate a lasciare case e luoghi della loro vita e delle loro attivitAi?? ? loro che considerano il Vesuvio parte della loro stessa vita e che in fondo non possono proprio credere che un giorno, questo gigante , sonnacchioso e buono potrebbe fargli del maleAi?? ?