SMCV 24 aprile 2015 di Nando Cimino
ai???Il Real Sito di Carditello sarAi?? governato da una fondazione e sarAi?? la qualitAi?? della fondazione stessa a determinare la fortuna e la sopravvivenza della fattoria borbonicaai??i??. Questa la condivisa affermazione con cui,Ai??Aniello Dai??i??Iorio, ha concluso la presentazione del suo ai???Carditello da feudo a Sito Realeai??i??, edito da Bonaccorso, celebrata nella serata mercoledAi?? scorso presso la ai???Libreria Spartacoai??i??, di Santa Maria Capua Vetere. Unai??i??affermazione dal retrogusto amaro fatta da chi, comunque, non abbandona sentimenti di fiducia e speranza. Dopo i saluti diAi??Tiziana Di Monaco, nelle vesti di padrona di casa, ha avuto inizio lo stimolante confronto attentamente moderato da,Ai??Angelina Della Valle. Il susseguirsi di interventi di grande interesse ed elevata caratura, ha contribuito a consolidare un aspetto perfettamente espresso dallai??i??autore, nel corso della serata: ai???Nessuno puA? illustrare Carditello nella sua interezza per le competenze diversificate che occorrerebbe investire per offrirne una visione completa, come meriterebbeai???. Ed A? cosAi??! Sia sufficiente pensare, ad esempio, ai diversi aspetti legati allai??i??evoluzione del corpo di fabbrica nel passaggio da masseria a sito reale, ai successivi arricchimenti ornamentali fatti da stucchi, marmi, decorazioni e affreschi di inestimabile valore artistico, morbidamente avvolti dal conclusivo stile neoclassico modellato daAi??Francesco Collecini, pupillo del Vanvitelli. Ma il sito reale di campagna non era solo sterile bellezza a margine dei Regi Lagni in Terra di Lavoro. Lai??i??analisi dello scrittore, fluidamente codificata, contribuisce anche a superare definitivamente lo stantio quanto speculativo luogo comune secondo cui la ai???Real Deliziaai??i?? di Carditello, assolvesse unicamente alla decadente funzione di casino di caccia. Lai??i??autore, infatti, ricollocandola nella legittima posizione di moderna azienda zootecnica e centro di eccellenze agroalimentari, pone la fattoria in perfetta sintonia con lai??i??illuminata visione del territorio che Ferdinando IV ereditA? dal padre, Carlo III di Borbone. In tale direzione A? andato lai??i??approfondimento della storica dellai??i??arte,Ai??Carla Ferrucci,Ai??che, dopo aver ben articolato il quadro artistico generale, ha sottolineato lai??i??evidente coerenza tra funzione ed estetica riscontrabile nel sito, sintesi, anche, del rapporto paternalistico del sovrano con il popolo. TantoMarinella Giuliano, che ha voluto ricordare la figura e lai??i??impegno del compianto angelo di Carditello,Ai??Tommaso Cestrone,Ai??quantoAi??Paolo Mandato, hanno reso chiara lai??i??importanza della coesione, in termini di societAi?? civile e mondo associazionistico, nellai??i??impegno per la rinascita di quello che ormai A? un luogo simbolo di questa terra. Unai??i??icona che non smette di porre lai??i??accento sui limiti e gli affanni degli organi deputati alla sua salvaguardia e riqualificazione, politica compresa: ai???AffinchA? ai???Carditello Bene Comuneai??i?? ai??i?? ha rimarcato lai??i??architetto Giuliano – non resti solo un comodo e propagandistico sloganai???. La necessitAi?? di inserire la dimora reale in un circuito turistico di primo piano, A? stata indicata daAi??Annamaria Troili, delegata della sezione territoriale del Touring Club Italia. A ripercorrere le tappe salienti della ai???liberazioneai??i?? di Carditello, sgranando anche delle mille difficoltAi?? superate, A? stato lai??i??architetto,Ai??Eugenio Frollo.Ai??Il professionista partenopeo ha voluto dar voce ad alcune perplessitAi??, ampiamente condivise, e che sono tutte concentrate nel momento attuale della fattoria borbonica. Un momento di profonda commozione ha attraversato lai??i??attenta platea quando, Eugenio Frollo, ha voluto leggere la nota di un altro grande appassionato e combattente per Carditello, il professore veronese,Ai??Agostino Milani, oppresso anchai??i??egli da numerosi interrogativi. Nel corso della sua ultima visita in Terra di Lavoro, il professore ripercorre emozioni passate ma ancora tragicamente attuali, fotografando impietosamente la contingente realtAi??: ai???Domenica 19 sono stato a Carditello. Fuori dal cancello. Posizione che comunque mi ha permesso di valutare lo stato dei lavori di restauro e la desolazione. Un cortile coperto di erbacce. Trascurato da mesi. E poi il silenzio. Si vede che Tommaso non c’A? piA?. Manca la sua forza. L’aria non sa piA? della sua presenza. Sono stato a casa sua, vicino al Real Sito. Il silenzio A? interrotto solo dall’abbaiare dei cani.Ai??Ma dove sono finiti tutti quelli che l’hanno osannato come l’Angelo di Carditello? Dove sono finiti tutti quelli che sono stati accolti a casa sua e con lui hanno condiviso vino e pane? Dove sono finiti tutti quelli che l’hanno rincorso quando rappresentava l’icona di Carditello per tutto il mondo? L’ Angelo di Carditello A? rimasto solo. E forse A? caduto anche all’Infernoai???. Lai??i??incontro presso la ai???Spartacoai??i?? di Santa Maria Capua Vetere A? stato organizzato dalla sezione territoriale del Touring Club, da Pianeta Cultura, dalla Confraternita della buona Ventura in collaborazione con CaserTerrae, con il Movimento degli Architetti Sostenibili, con Retearticolonove Casertapompei e Ai??Il Bel Paese – Campriflessioni su Carditello con il libro di Aniello D’Iorioania Felix, associazione di volontariato. Nel corso dei saluti finali, Aniello Dai??i??Iorio, in sinergia con Carla Ferrucci, ha auspicato, affinchA? il Real Sito di Carditello decolli anche da un punto di vista turistico, che venga, nellai??i??immediato futuro, connesso agli altri due grandi siti borbonici: la Reggia di Caserta e il sito di San Leucio.
Fonte: redazione online
2 Comments
Mi fa una certa impressione molto positiva che un prof. nordico apprezzi quanto di bello vi è al sud, sia un’architettura o un affresco o una statua e il prof. Milani, in questo, mi appare come una persona intellettualmente onesta e lo ringrazio per questa occasione.
Il suo pensiero poi rivolto a Tommaso mi commuove e me lo fa apprezzare di più.
Un angolo come questo spero non sia un pretesto di speculazioni. Non sappiamo ancora cosa gli riserva il futuro, ma se sarà una fondazione o un’associazione ad averne cura, serviranno molti fondi per restaurala, vista l’incuria in cui è rimasta per anni, preda di qualunque sciacallo di passaggio, e il governo, così com’è conciato al momento, non credo che darà quanto basta.
Sarebbe un’ottima occasione, visto che la vastità del terreno che circonda il caseggiato lo permette, farne davvero un centro di ricerca agricolo e zootecnico che in Italia, mi pare, stia scemando ogni giorno di più.
Mi mangio le dita a pensare che ho vissuto a Cardito, città attaccata a Carditello, e non sapendo nulla della nostra storia, avevo solo 14 anni, non ho mai potuto vederla.
Verrò a vederla quanto prima, se l’amico Fiore sarà disponibile ad accompagnarmi. 🙂
Un grande in bocca al lupo a chi se ne occuperà…mi consola già il pensiero che non sia andata all’asta e comprata da speculatori: è già una piccola speranza.
Sarò lieto e fiero di accompagnarti caro Pino.
Fiore