La par condicio mi vieta di far nomi, se no dovrei citare tutti i circa 170 simboli che, al netto degli esclusi, chiederanno voti da qui al 24 febbraio; ma nessuna legge mi vieta di parlare di ciA? che in questa campagna elettorale non cai??i??A?, cioA? il Meridione dai??i??Italia detto anche, brevemente, il Sud. Non pigliatemi alla lettera: in mezzo ai suddetti 170 simboli ce ne sono con la scritta Sud o similiai??i?? senza contare le molte decine di gruppuscoli meridionalisti monodose e secredenti ai???borboniciai???, piA? i gruppi per lai??i??unificazione dei gruppi; e tutti i partiti nazionali, ovviamente, giureranno di avere a cuore gli interessi del Mezzogiorno e che, se votati, ne risolveranno i problemi e lo ammanteranno di magnifiche sorti e progressive. Tutti i partiti nazionali del resto si presenteranno anche al Sud, avranno candidati anche al Sud, piglieranno voti anche al Sud; e il Parlamento ci saranno, come dal 1860, molti deputati e senatori del Sud. Gli abitanti di Napoli, Palermo, Reggio Calabria sono, infatti, cittadini italiani come quelli di Milano e Torino, mica di meno; e ciA? si verifica dal 1860 a questo 2013.
E allora, che vuol dire che il Sud A? assente? Vuol dire questo: il massimo sforzo di fantasia che la politica compie nei confronti del Sud, e il massimo desiderio di gran parte del Sud, A? una qualche variante dellai??i??assistenza diretta (questa, in veritAi??, cai??i??A? sempre di meno) e indiretta; finanziamenti ad attivitAi?? generalmente artificiali e senza reali prospettive. Fu questo lai??i??effetto di un incontro di diversi e contrastanti interessi e desideri: la borghesia industriale del Nord bisognosa di mercato, e una piccola borghesia del Sud, sempre piA? piccola, speranzosa di modesta tranquillitAi??. Se questo era il quieto, stantio e poco nobile bisogno del meridionale, bisogna pur dire che egli A? stato accontentato dal 1860 a tutto il XX secolo. Oggi la crisi non consente piA? nemmeno questo cosAi?? piatto modello di sopravvivenza, e il Sud, giAi?? privato di ogni produttivitAi??, A? privo anche di assistenza e sussidi. Occorrerebbe una profonda rivoluzione dei rapporti di produzione e dellai??i??economia in genere, e perciA? delle strutture sociali; occorrerebbe che qualcuno la pensasse e che una forza politica la proponesse e imponesse; occorrerebbe dunque una forza politica vera e non ciarliera e folcloristica. Di tutto questo non cai??i??A?, nella campagna elettorale del 2013, la piA? vaga parvenza.
Come lai??i??intelligente lettore avrAi?? capito meglio di come io mi spieghi, non si propone qui la formazione di un partito con statuto, segretari, presidenti eccetera: sarebbe la gioia di ogni meridionale avvocato o mancato avvocato, e finirebbe, posto mai inizi, a colpi di scissioni per lai??i??interpretazione leguleia dellai??i??art. 666 bis. Grazie, di associazioni sulla carta pullulano e il Sud geografico e il Neosud ideale. Ma un movimento politico non nasce con un congresso organizzativo, ma, il contrario, arriva a un congresso dopo che A? bellai??i??e nato e cresciuto, e, certo di sAi??, ritiene utile darsi anche unai??i??organizzazione. Servirebbe invece unai??i??operazione culturale nei termini che qui sommariamente indico:
1. Moratoria per almeno dieci anni dei due piA? diseducanti filoni della cultura meridionale: il piagnisteo emigrazione ai??i?? mafia ai??i?? camorra ai??i?? depressione in genere; e le rivendicazioni di inventate terze potenze industriali del mondo, assai utili a vendere copie, ma campate in aria (Consolatevi: nel 1860 cai??i??erano in tutta Italia da Sud a Nord meno fabbriche che nella sola Manchester!); idem per Magna Grecia, sbarchi di Ulisse, prima (e ultima) ferroviaai??i??
2. Utilizzazione degli uomini di cultura non solo a scopo decorativo come spesso avviene, ma per averne lumi di carattere effettuale. E qui li voglio, i dotti delle frasi fatte, quando dovranno affrontare problemi reali: hoc Rhodus, hic salta.
3. Recupero serio e scientifico dellai??i??identitAi?? storica del Meridione, la quale fu squisitamente e direi solamente politica, nella poliedrica e ricca diversitAi?? di culture locali; eppure godette anche di una certa integrazione di produzione e consumo; il tutto, con metodo filologico e con senso critico: non A? che un dotto del passato ha per forza ragione solo perchAi?? A? paesano. Per esempio, Campanella si rese ridicolo aderendo senza accorgersene a una congiura criminale che voleva allearsi con i Turchi, e meno male che cai??i??erano gli Spagnoli a impedirlo. Come filosofo A? tra i padri della filosofia europea moderna, e fu grande poeta, ma non perchAi?? nato a Stilo, e sarebbe stato grande anche se nasceva a Casalecchio sul Reno. Ecco un esempio di spirito critico.
4. Fine di ogni assistenzialismo, anche allo scopo di mandare a casa i politicanti che si assistenzialismo campano.
5. Studio delle risorse e delle debolezze del territorio meridionale e delle singole aree, allo scopo di resuscitare allevamento, agricoltura, artigianato di qualitAi??, industria legata alla natura delle cose, turismo non solo balneare ma anche culturale, di salute, religioso etcai??i??
Di tutto ciA? nessuno dice una mezza parola in questa campagna elettorale. Che ne pensate se ci organizziamo in vista della prossima? Astenersi perdigiorno, perA?.
Ulderico NisticA?