Ferdinando II di Borbone, il re dei record .
Rubrica : I figli illustri di Napoli.
di Francesco Pipitone
Napoli 22 maggio 2016
Ferdinando II di Borbone, nato a Palermo il 12 gennaio 1810 e morto a Caserta il 22 maggio 1859, diventA? re delle Due Sicilie nel novembre del 1830, a soli 20 anni, al termine del brevissimo regno di suo padre, Francesco I. Soprannominato ai???re bombaai???, questo nomignolo A? erroneamente ricondotto al bombardamento di Messina del 1848, poichAi?? le fonti piA? certe e recentemente portate alla luce lo fanno risalire a una battaglia avvenuta a Palermo mesi prima, dove non vi fu un bilancio grave di vittime. Il suo regno lo si potrebbe dividere in due grandi fasi: una prima caratterizzata da riforme e lungimiranza, lai??i??altro da isolamento internazionale per non aver saputo ben reagire alle istanze liberali e ai sabotaggi internazionali, fattore che ha poi condotto alla caduta delle Due Sicilie.
Il giovane Ferdinando si dimostrA? allai??i??inizio un re energico e intraprendente, secondo molti il piA? dinamico dopo re Carlo, suo bisnonno e primo re della dinastia Borbone nel futuro Regno delle Due Sicilie. I primi dieci anni di governo furono splendenti, tali sono stati riconosciuti sia dai suoi contemporanei che dagli storici moderni: la nazione che ereditA? era uscita da poco dai tumulti napoleonici che scossero tutta lai??i??Europa e risentiva ancora del precario equilibrio conferito dal Congresso di Vienna, ma egli prese in mano la situazione e attuA? una serie di riforme che attestarono le Due Sicilie tra il novero delle grandi nazioni europee.
Il deficit dello stato, al momento della sua presa di potere, era di ducati 4 milioni, 345mila e 251 con un vuoto erariale di poco piA? di 1 milione e 128mila ducati. Per rimettere in sesto la situazione disastrosa delle finanze statali il re, lai??i??8 novembre 1830, enunciA? il proprio programma. CominciA? da sAi?? stesso e dalla propria corte, riducendo la propria lista civile di 370mila ducati annui (decreto 9 novembre 1830), dimezzando lo stipendio dei ministri (decreto 4 febbraio 1831), ridusse le spese per la guerra e per la marina, ridusse le spese per tutti gli altri dipartimenti governativi. In tal modo risparmiA? piA? di un milione e 241mila ducati, colmando dunque il vuoto erariale con pochi accorgimenti che colpivano direttamente i costi della politica.
Altri provvedimenti riguardavano la bonifica dellai??i??amministrazione giudiziaria, cacciA? i cortigiani e i poliziotti corrotti che si erano arricchiti alle spalle dello Stato, emanA? unai??i??ampia amnistia per gli esuli e i detenuti politici, mise nelle posizioni chiave dellai??i??esercito i migliori uomini scegliendoli anche tra coloro che erano stati fedeli a Murat.
Rivoluzionaria fu la misura, con decreto del 29 settembre 1838, con cui ripartiva tra i cittadini piA? indigenti le terre appartenenti al demanio e che, tuttavia, erano sfruttate con prepotenza dai locali ai???galantuominiai???, rifacendosi dunque agli ideali democratici dellai??i??antica Roma. Bonificando e incanalando il lago di Fucino, vicino Lai??i??Aquila, restituAi?? terre coltivabili ai contadini e altrettanto fece nel Tavoliere delle Puglie. Secondo alcune fonti il volume del commercio crebbe di 50 volte in 30 anni. AderAi?? alla lega contro la tratta degli schiavi.
Per meglio conoscere le esigenze dei suoi sudditi moltiplicA? le udienze e viaggiA? parecchio nelle proprie province, ispezionando di persona gli ospedali e i lazzaretti durante lai??i??epidemia di colera del 1836. Diede impulso allo sviluppo industriale, tantai??i??A? vero che quasi ogni nuova invenzione trovava attuazione, in Italia, per prima a Napoli e nel resto del Paese. Tra i record troviamo la prima linea ferroviaria, il ponte sul Garigliano, lai??i??illuminazione a gas nella cittAi?? di Napoli, la fabbrica di Pietrarsa ai???perchAi?? del braccio straniero a fabbricare le macchine mosse dal vapore, il Regno delle Due Sicilie piA? non abbisognasseai???, il primo centro vulcanologico del mondo e altri (clicca qui per approfondire).
Una siffatta politica infiammA? gli animi di chi voleva unire tutto lo stivale, chiedendo proprio a Ferdinando II di capeggiare le lotte per scacciare gli austriaci dal Nord Italia e procedere, man mano, a unificare lai??i??Italia. Dai??i??altro canto, la stessa Austria e specialmente lai??i??Inghilterra e la Francia non vedevano di buon occhio la figura di Ferdinando, il quale rischiava di compromettere lai??i??egemonia anglo-francese nellai??i??assetto politico europeo. Sul letto di morte confessA? di aver rinunciato alla corona dai??i??Italia per non ledere il diritto degli altri regnanti italiani, specialmente quello del Papa, in ossequio perciA? al profondo senso religioso col quale era stato educato. Nel 1833 aveva tuttavia proposto a Carlo Alberto di Savoia, al Granduca di Toscana Leopoldo II e al Papa Gregorio XVI di realizzare unai??i??unione tra gli stati italiani, senza ricevere risposta.
Il passo falso, come ammettono gli storici e recentemente anche Paolo Mieli sulle colonne del Corriere della Sera, fu quello di inimicarsi Londra, che temeva, allai??i??approssimarsi dellai??i??apertura del canale di Suez, che ci potesse essere anche unai??i??altra grande potenza nel Mediterraneo. A? storia nota, infatti, che lo sbarco dei Mille a Marsala nel 1860 era protetto proprio dalle navi inglesi, cosAi?? come inglesi furono i tanti episodi che destabilizzarono il regno di Ferdinando del quale, nonostante tutto, riuscAi?? a tenere le redini: appena morAi?? cominciarono le operazioni di invasione piemontesi, concordate con Francia e Inghilterra.
Nel 1838 si segnala un fatto di estrema importanza, ossia la firma di unai??i??intesa con la societAi?? Taix-Aycard di Marsiglia per lai??i??estrazione dello zolfo in Sicilia, essenziale per produrre la polvere da sparo, su cui vi era un sostanziale monopolio britannico. Le proteste di Lord Palmerston, primo ministro inglese, furono violente fino a causare le dimissioni del ministro degli esteri napoletano, ordinando alle navi britanniche di compiere manovre preparatorie alla guerra del Golfo di Napoli. Ferdinando II, molto geloso dellai??i??indipendenza delle Due Sicilie, era pronto alla guerra se non fosse stato per Vienna e Parigi: Luigi Filippo revocA? il privilegio alla Taix-Aycard, rendendo di fatto nulla il contratto tra questa e il regno borbonico. Man mano il re si isolA? politicamente dagli altri stati, ebbe unai??i??involuzione anche il grande impulso riformatore che lo aveva caratterizzato nei primi anni di governo.
Riconducibile a Lord Palmerston fu lai??i??ondata di scandalo, attraverso tutta lai??i??Europa, che colpAi?? Ferdinando II tra il 1850 e il 1851, quando delle lettere di Lord Gladstone, in visita a Napoli, inviate a Lord Aberdeen, dipinsero la societAi?? borbonica come ai???la negazione di Dio eretta a sistema di governoai??? a causa della violazione sistematica di tutte le leggi umane e divine. Tutta Lai??i??Europa allora cominciA? a odiare Ferdinando II, finchAi?? Gladstone ammise di aver scritto quelle lettere senza aver mai visitato regno, ma avendole compilate in pratica su dettato degli uomini cui fu affidato da Lord Palmerston. Lai??i??onesto Lord Aberdeen, in Parlamento, fu protagonista di una furiosa orazione di condanna nei confronti di quelle calunnie. Intanto perA? il guaio era stato fatto, poichAi?? Ferdinando restA? circondato da un alone di sospetto. Sempre dai lavori del Parlamento inglese, dopo 1861, emergono le condanne allai??i??appoggio britannico circa la conquista piemontese del Regno delle Due Sicilie, giudicata una lesione del diritto internazionale e cagionatrice di crimini piA? orrendi e piA? gravi di quelli erano stati attribuiti a Ferdinando II.
Completamente inadeguata, da parte di Ferdinando II, fu la gestione dei moti del 1848 e in particolar modo la questione siciliana. Quellai??i??anno, passato alla storia come Primavera dei Popoli, infiammA? le Due Sicilie, la Francia e lai??i??Austria, avendo ripercussioni, negli anni successivi, anche in Russia e Ungheria, oltre che nel processo di unificazione di Germania e Italia. Estranea ai tumulti la solita Inghilterra che, al contrario, gettava legna sul fuoco perchAi?? cosAi?? poteva tutelare e accrescere la propria egemonia. Dopo i 1850 furono frequentissimi gli ai???incidenti diplomaticiai??? causati ad arte dal governo di sua maestAi?? britannica.
Pur tenendo unito il Regno delle Due Sicilie, riconquistando nel 1849 la Sicilia che si era resa indipendente, Ferdinando II non seppe sfruttare quella situazione per rendersi piA? ai???simpaticoai??? agli occhi dei sudditi suoi e degli altri staterelli della penisola, isolandosi e chiudendosi a ogni rapporto di politica estera, mostrando la mancanza totale di interesse nei confronti di ciA? che avveniva al di fuori dei confini napoletani e siciliani. Nonostante la concessione della Costituzione i piA? rivoluzionari si mostravano sempre scontenti ed esigevano sempre di piA?; la Sicilia, che aveva chiesto lai??i??autonomia, arrivA? a chiedere lai??i??indipendenza. Ferdinando II commise lai??i??errore di non capire che dietro vi erano i disegni di altre potenze, risolvendo ogni cosa con lai??i??assolutismo e sospendendo la Costituzione. Fece il gioco dei britannici. Vittorio Emanuele II, al contrario, ne uscAi?? molto meglio anche grazie alle macchinazioni del subdolo conte di Cavour, il quale capAi?? che sfruttando la situazione geopolitica poteva risolvere i guai economici sia personali e della sua banca, sia del regno sabaudo; il bilancio in attivo e le riserve delle Regno delle Due Sicilie erano le ideali per dare ossigeno alle disastrate casse di Torino, che aveva debiti con inglesi e francesi. Il debito pubblico sabaudo di allora A? riconosciuto, oggi, come una delle principali cause della debolezza economica e politica dellai??i??Italia di oggi.
Il resto A? storia nota: lai??i??8 dicembre 1856, durante la visita al Campo di Marte dopo la cerimonia dellai??i??Immacolata, Agesilao Milano trapassA? il re con la lama della propria baionetta. Milano fu condannato a morte per attentato alla vita del sovrano, Ferdinando si salvA? ma la ferita, mal curata, continuA? a cagionargli problemi di salute fino a condurlo alla morte. Agli inizi del 1859 Ferdinando non ascoltA? i medici e si mise in viaggio per accogliere il 3 febbraio Maria Sofia di Baviera, sorella della famosa principessa Sissi, novella sposa del primogenito ed erede al trono Francesco, tuttavia durante il viaggio le condizioni di salute peggiorarono. Era unai??i??infezione purulenta a minacciare di morte il sovrano, rendendo necessaria lai??i??operazione chirurgica: a tale prospettiva la regina e la corte inorridirono, poichAi?? era inconveniente operare un re.
Quando lai??i??infezione si diffuse in tutto il corpo venne eseguito lai??i??intervento, ma era troppo tardi. Nel frattempo la nave che stava conducendo in Argentina alcuni esuli politici venne dirottata in Irlanda, cosAi?? che quelli potessero tornare in Italia, mentre ad aprile lai??i??Austria invase il Piemonte: era ciA? che voleva Cavour per far intervenire i Francesi. Sul letto di morte Ferdinando II ordinA? che le Due Sicilie restino neutrali, insistendo fino alla fine nellai??i??isolamento. Prima di morire, il 22 maggio 1859, confessA? di aver rifiutato la corona dai??i??Italia per non vivere con il rimorso di aver fatto un torto agli altri sovrani italiani.
ai???Non fu UnitAi??! Fu occupazione piemontese, e se lai??i??avesse fatta il Regno di Napoli, che era molto piA? ricco e potente, sarebbe andata diversamente. La mentalitAi?? savoiarda non era italiana. Cavour parlava francese. E gli italiani quel nuovo Stato lai??i??hanno detestatoai???: questa A? lai??i??opinione di Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La Repubblica. In realtAi?? non sapremo mai come sarebbe stata lai??i??Italia se Ferdinando II fosse stato piA? spregiudicato, tuttavia, guardando alla sua ferma volontAi?? di affermare lai??i??indipendenza del suo regno dalle ingerenze esterne, si puA? tranquillamente dire che lai??i??Italia non sarebbe nata per essere uno stato vassallo delle altre potenze, quale A? tragicamente ai giorni nostri.
Fonti:
ai??i?? Antonio Ghirelli, Storia di Napoli;
ai??i?? Paolo Mencacci, Storia della Rivoluzione Italiana;
ai??i?? Harold Acton, Gli ultimi Borboni di Napoli
ai??i?? Alphonse Balleydier, La vAi??ritAi?? sur les affaires de Naples, rAi??futation des lettres de m. Gladstone
ai??i?? Eugenio Di Rienzo, Il Regno delle Due Sicilie e le Potenze europee
Fonte :Ai??http://www.vesuviolive.it/cultura/storia/149396-ferdinando-ii-borbone-re-dei-record-sbaglio-lasciando-litalia-ai-savoia/
2 Comments
bell’articolo complimenti mi permetto però di dire che parlare di errori di Ferdinando II, di isolamento e di cattiva gestione del 48 con il senno di poi è sbagliato. se avesse accettato di diventare com il portogallo allora oggi si parlava di grande politica estera, se avesse fatto come disse settembrini ai suoi studenti e cioè li avesse impiccati tutti invece di creare gli esuli che hanno fatto danni enormi che ancora oggi scontiamo forse era meglio. Ferdinando II ha deciso come i nostri briganti di morire in piedi e non diventare schiavo.se possiamo individuare un errore forse è stato quello di aver abbracciato, a differenza dei suoi avi, le cause della chiesa che è ormai aveva preso il viale del tramonto, affettuosi saluti
E come noti caro Claudio, pure tu ha supposto errori, ricordando Settembrini. In fondo chi non ha mai commesso errori? Perfino il figlio di Dio venne per salvarci e noi lo ripagammo crocifiggendolo. Forza e onore. P.S. Complimenti per le attività .