BRIGANTAGGIO FRAGNETELLESE
di Erminio de BiaseAi??
Napoli 22 agosto 2016
Il verde di queste campagne circostanti, il sangue di chi, in esse, fu barbaramente trucidato dai bersaglieri piemontesi nellai??i??agosto del 1861 ed il pallore dei volti degli scampati a quei massacri, sublimano qui, emblematicamente, il tricolore italiano.
Ci troviamo ad una decina scarsa di chilometri da Pontelandolfo; per queste valli si riversarono gli invasori piemontesi ad inseguire i superstiti del loro massacro ed a sfogare la loro rabbia cieca e sanguinaria contro altre probabili vittime, come fecero poco piA? avanti a Fragneto Monforte, nella Contrada Passarielli.
Anche qui, perA?, trovarono resistenza, perchAi?? a Fragnetello (Fragneto lai??i??Abate) ci furono dei ai???Brigantiai??? che diedero loro, in qualche modo, filo da torcere. Ricordo a tutti che io pronuncio e scrivo la parola Briganti sempre con la lettera maiuscola.
Per adesso, poche e frammentarie sono le notizie storiche sulla insorgenza antipiemontese di questo borgo. La maggior parte delle notizie in mio possesso le ho attinte da uno studioso locale, Mario dai??i??Agostino, che avevo pure invitato a questo evento ma che, purtroppo, non A? potuto intervenire. Grazie a lui, sappiamo, per esempio, di un certo Angelo ai???e Fragnetiello (Angelo Mascia) che faceva parte di una banda formata da sei elementi capitanata da Domenico Calabrese che, a sua volta, insieme con un altro gruppo brigantesco, era agli ordini di Nicola Piciocchi. Questi uomini, credo nel 1862, in uno scontro a Benevento, lasciarono sul campo ben diciassette soldati senza subire alcuna perdita.
Un altro episodio si ebbe a pochi metri da qui, alla Contrada San Matteo (anche in questo caso la data A? incerta) dove dei Briganti, provenienti da Morcone, dopo avergli fatto ultimare la celebrazione della messa, catturarono il prete, don Pietro Mangano, e lai??i??uccisero a colpi di pietre e di stile, ai??i??perchAi?? costui aveva fatto condannare un loro compagno.1 Anche stavolta seguAi?? uno scontro a fuoco coi militari due dei quali rimasero gravemente feriti.
Lo stesso Mario dai??i??Agostino, in una sua ulteriore pubblicazione2, cita altri due Briganti, indigeni di Fragneto lai??i??Abate: Antonio e Ciriaco Frascone dei quali io sono particolarmente orgoglioso perchAi?? hanno lo stesso cognome che porterei io se non avessi quello di mio padre e con i quali, un giorno, spero di provare una consanguineitAi?? di cui essere fiero.
ai??i??il 14 settembre 1860, pochi giorni prima che nascesse ufficialmente la provincia di Benevento, – scrive il dai??i??Agostino – a Fragneto lai??i??Abate fu sedata una sommossa capeggiata da Achille De Michele. Successivamente, quasi un anno dopo, la sera del 9 agosto 1861 divampA? la reazione a Fragneto lai??i??Abate ad opera di Ciriaco Frascone che, alla testa di un folto gruppi di compaesani, al grido di ai???Viva Francesco II!ai??? disarmava il posto di guardia nazionale, abbatteva gli stemmi sabaudi ed ordinava che il paese fosse illuminato a festaai??i??
In seguito, oltre ai succitati Frascone, saranno incriminati per la sedizione molti altri loro compaesani, dai cognomi inconfondibilmente fragnetellesi come (li elenco in categorico ordine alfabetico) Cocchiarella, Dai??i??Addona, De Michele, De Ponte, Iacobelli, Ingallo, Manocchio, Mascia, Orlando, Sauchella, Tedeschi, Terlizzi, Vacca.
Non possiamo, purtroppo, annoverare tra questi ultimi gli antenati della nostra gentilissima anfitrione, Vega de Martini, perchAi??, a quanto annotA? il suo stesso genitore, il compianto ingegnere Augusto, allai??i??epoca la sua famiglia era su posizioni antiborboniche.
Ritornando a Ciriaco ed Antonio Frascone, se (come riportato allai??i??Archivio di Stato di Benevento) erano nati, rispettivamente, nel 1834 e nel 1838, allai??i??epoca di cui parliamo, nellai??i??immediato post 1860, essi avevano lai??i??etAi?? giusta per fare quello che hanno fatto, quellai??i??etAi?? in cui il sangue ribolle maggiormente e non si sta a ripensarci troppo prima di agire. Come giAi?? detto, su di loro, perA?, le notizie sono ancora scarse e frammentarie; ho cercato ulteriori notizie anche in altri archivi, ma senza esito; avrei bisogno di completare la ricerca nei registri ecclesiastici del paese ai quali, perA?, lai??i??attuale parroco, molto probabilmente distratto dai suoi molteplici impegni mondani – da anni ai??i?? mi impedisce, in pratica, lai??i??accessoai??i?? Un ulteriore motivo per rimpiangere don Vincenzo Petti, lo storico arciprete di Fragneto lai??i??Abate…
Trovandoci a casa sua, voglio concludere citando ancora una volta Augusto de Martini che mi onorA? della sua amicizia e con cui, ogni volta che ci incontravamo, parlavamo, ovviamente, del Fragnetiello che fu. Tra le tante cose, egli si ricordava che, quandai??i??era bambino, al paese, cai??i??era un vecchio, tale Nunzio ai???o cecato, che andava orgogliosamente affermando: ai???Peai??i?? alluccAi?? Viva Francisco, aggio avuta faai??i?? trentai??i??anne A? ffrisco!ai???.
Vuoi vedere che, nel suo piccolo, anche Fragneto lai??i??Abate ha avuto il suo bravo Suldatoai??i??e Gaeta?
Ai??