San Leucio A? una frazione di Caserta da cui dista circa tre km. Il nome della localitAi?? secondo alcuni deriva dal nome di una piccola chiesa longobarda che sorgeva sul monte, dedicata allai??i??omonimo santo. San Leucio, patrimonio dellai??i??umanitAi?? dellai??i??UNESCO, A? conosciuta in tutto il mondo perchAi?? sede di unai??i??antica manifattura specializzata nella produzione di tessuti pregiati. Ancor oggi, nonostante le piA? recenti innovazioni tecniche, producono tessuti unici e di particolare pregio artistico, utilizzando le antiche tecniche di lavorazione. La materia prima veniva reperita coltivando in loco, allevamenti di bachi da seta opportunamente selezionati. Fu cosAi?? che le sete prodotte a San Leucio furono ampiamente utilizzate per gli arredi della Reggia di Caserta e delle altre residenze borboniche ,fino allai??i??annessione italiana. Le sete di San Leucio sono presenti in tutto il mondo. In Italia si possono ritrovare al Quirinale , nella CittAi?? del Vaticano ed in diversi stati esteri, e persino nella sala ovale della Casa Bianca. La bandiera statunitense custodita alla casa bianca e quella inglese di Buckingham Palace sono state realizzate con il prezioso tessuto. Dalle seterie di San Leucio fuoriescono ancor oggi tessuti di grande bellezza e prestigio come damaschi, lampassi, broccati, jacquard.
Nel 1750 i possedimenti degli Acquaviva di Caserta furono acquistati da Carlo III di Borbone, da alcuni anni al timone del nuovo regno. Lai??i??intento progettuale originario era quello di costituire delle riserve di caccia e di residenze per la casa reale. Ben presto il Re coadiuvato da Bernardo Tanucci e Gaetano Filangieri nello sviluppo della programmazione della sua politica industriale, pensA? di creare, giAi?? dal 1758, una produzione di sete al real sito di San Leucio. CosAi?? scriveva il Re:ai??i??ai???Pensai allora di rendere quella popolazione utile allo Stato e alle famiglie: utile allo Stato, introducendo una manifattura di sete grezze, operando in seguito, in modo da portarla alla migliore perfezione possibile, tale da poter col tempo servire da modello ad altre piA? grandi; utile alle famiglie, alleviandole dai pesi che ora soffrono e portandole ad una condizione di agiatezza da non poter piangere miseria come finora A? accaduto, togliendosi ogni motivo di lusso con lai??i??uguaglianza e semplicitAi?? nel vestireai??i??ai???. (dal codice delle leggi leuciano) La colonia fu progettata dallai??i??architetto Francesco Collecini, impegnato in quel periodo come collaboratore di Vanvitelli nella costruzione della Reggia di Caserta. Al Collecini va, infatti, il merito della ristrutturazione dellai??i??antico castello del belvedere. Fondamentale per la nascita del polo serico fu certamente lai??i??intervento e lai??i??impegno profuso dal giovanissimo Ferdinando che proseguAi?? le opere iniziate e volute dal padre, dopo che questai??i??ultimo aveva lasciato Napoli per la reggenza del trono spagnolo. La Real Colonia fu probabilmente antesignana delle tendenze illuministe e socialiste che da li a poco sarebbero nate in Europa. Nel 1789 per realizzare il sogno di una cittAi?? possibile Ferdinando formulA? apposite leggi che ne regolavano lai??i??organizzazione societaria. Gli abitanti della Real Colonia godevano di alcuni benefici e privilegi, quali la formazione gratuita in apposite scuole dellai??i??obbligo sia maschili che femminili, il beneficio di una dote elargita dalla corte per le donne che avrebbero sposato un appartenente alla colonia. Gli abitanti della colonia dovevano essere tutti uguali e vestire in modo uniforme.Ad essi erano assegnate abitazioni, che potremmo definire prime ville a schiera, dotate tutte di acqua corrente e servizi igienici, ancora oggi abitate e funzionali. Anche lai??i??orario di lavoro aveva caratteristiche particolari: si lavorava massimo 11 ore giornaliere anzichAi?? le 14, come nel resto dellai??i??Europa. Le differenze tra i componenti della comunitAi?? erano bandite, le uniche differenziazioni erano attribuite per meritocrazia, gli anziani gli ammalati ed i deboli godevano dellai??i??assistenza statale. La colonia iniziA? la propria produzione realizzando nel 1776 veli di seta, successivamente la produzione proseguAi?? con calze di seta. Il progetto di Ferdinando prevedeva inoltre la nascita di una cittAi?? a pianta circolare da denominare Ferdinandopoli con una piazza nel centro. Il real sito di San Leucio era particolarmente amato da Ferdinando che lo frequentava come sede per espletare la passione della caccia. Lai??i??avvento della Repubblica Partenopea a seguito della rivoluzione del 1799, interruppe il sogno di Ferdinando mentre la produzione proseguAi?? anche con il governo di Gioacchino Murat, dal 1808 al 1815. Ferdinandopoli non vide perA? la luce nemmeno con la successiva restaurazione dei Borbone, il sogno di Ferdinando venne accantonato. Con lai??i??invasione piemontese il complesso fu trasferito al demanio e le produzioni furono chiuse ad appannaggio di aziende piemontesi. Dopo alterne vicende la produzione proseguAi?? tramandando fino ai nostri giorni la produzione delle sete. Oggi le produzioni seriche sopravvivono tra alterne fortune. Molte aziende, perA?, hanno delocalizzato la produzione, creando sconcerto nelle maestranze dellai??i??opificio con la perdita di centinaia di posti di lavoro. Lai??i??accesso al real sito avviene ancor oggi, dal portale, antico accesso alla proprietAi?? feudale degli Acquaviva. Nel complesso della antica fabbrica A? stato realizzato il Museo della seta con gli antichi telai comandati da una grande ruota idraulica, mentre un percorso specialistico ci introduce nella riproduzione delle diverse fasi di lavorazione dei tessuti. A? sede della facoltAi?? di Scienze politiche della Seconda UniversitAi?? degli studi di Napoli. Dal 1999 nei mesi estivi si svolge a San Leucio il “Leuciana Festival”.
Oggi la tradizione si rinnova nellai??i??esperienza di un ricercato laboratorio di sartoria artigianale, che realizza pregevoli lavorazioni con la tipica seta di San Leucio. Soluzioni dai??i??arredamento tessile per interni ed esterni utilizzando prodotti dei setifici leuciani: tendaggi, coperte, tovaglie, cuscini, arazzi. Esegue lavorazioni classiche e moderne di tappezzeria su divani, poltrone, sedie secondo le antiche regole dellai??i??arte di San Leucio.
Carmine Posillipo