Ferdinandea
All’ indomani della morte del compianto Onorevole Francesco Fortugno ci fu il grande movimento di sollevazione popolare sull’onda dell’emozione scatenata dall’eferato delitto.
Si parlA? per lungo tempo dei “Ragazzi di Locri”, quale vera novitAi?? di riscatto civile in una terra
paralizzata dal fatalismo e dalla rassegnazione ad un destino avverso ritenuto dai piA?, a torto secondo noi del comitato due sicilie delle Calabrie, irreversibile e immutabile.
Lorenzo Del Boca, storico di chiara fama, espresse il desiderio di colloquiare con i “Ragazzi di Locri”.
Mario Bellotti e Fortunato VadalAi?? realizzarono il progetto seguente ai fini di un convegno con Insigni Ospiti e le scuole Calabresi.
Ci furono diversi colloqui con vari personaggi politici, compreso un assessore regionale all’epoca (quasi due anni fa).
Arrivarono pure ad elaborare un piano economico ( si calcolarono spese per 3000 euro) ma nessuno ha fatto seguire all’ iniziale disponibilitAi?? fatti concreti.
Facciamo notare che nel settebre di quell’anno furono stanziati 120000 euro(!) per far passeggiare dei VIP(?) per il corso Garibaldi di Reggio in occasione della NOtte Bianca.
Come Comiato riprendiamo e rilanciamo il progetto e contatteremo tutti i politici e i media calabresi dando conto di chi risponderAi?? e chi no, per realizzare un vero momento di Cultura che abbia lo scopo di gettare una nuova luce sul fulgido passato della regione Calabria, sconosciuto ai piA?, specie al Popolo calabrese.
MAFIA E DISOCCUPAZIONE TRA PASSATO E PRESENTE, PER UN FUTURO DIVERSO
Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato.Ai??
George Orwell
Rileggere la Storia dal punto di vista dei “vinti” era una pratica salutare in voga giAi?? nella Grecia classica, ma nei secoli A? stata vigliaccamente sospesa.
E questo ha fatto sAi?? che ai “vinti” non restasse nemmeno l’orgoglio della memoria e l’omaggio per i propri caduti.
Forse ai piA? questo potrAi?? apparire come un dettaglio accademico, ma lo diventa molto meno quando, ad esempio, si ammette che prima del lungo e tremendo declino italiano, il Sud nell’Ottocento era uno Stato libero e prospero. E soprattutto quando quest’affermazione A? suffragata da numerose evidenze documentali, di ordine economico-finanziario e statistico, che non arrivano alla percezione della gente, nAi?? hanno spazio nei libri di storia.
Questa CiviltAi?? antica, ricca e solida, A? stata brutalmente schiacciata. Anzi non schiacciata: SPREMUTA.
E paradossalmente le mafie sono uno dei frutti migliori di questa “spremitura”. Se A? vero che il viceregno spagnolo aveva lasciato l’ereditAi?? dei “guapos”, che tormentavano giAi?? nel Settecento e Ottocento le campagne siciliane e la cittAi?? di Napoli, essa era ampiamente ridotta ad un fenomeno di criminalitAi?? comune, magari organizzata in un modo simil-massonico, ma nulla che impegnasse in modo extra-ordinario le forze di polizia di Stato.
La METAMORFOSI di questi gruppi di guappi e mafiosi in ANTI-STATO CRIMINALE fa invece, purtroppo, interamente parte della storia d’Italia: da Garibaldi che “arruolA?” i picciotti siciliani e i camorristi napoletani nella sua impresa, ai governanti che da Torino e poi da Roma (passando brevemente per Firenze) senz’altro non fecero abbastanza per evitare che il fenomeno dilagasse.
E soprattutto non fecero quasi nulla per preservare e valorizzare la CiviltAi?? del Sud, che anzi A? stata o ferocemente osteggiata, o nel migliore dei casi banalizzata a fenomeno folkloristico.
Il recupero del Passato deve costituire premessa indispensabile per una migliore comprensione delle dinamiche del presente,al fine di superare il torpore fatalista, e adeguarsi seriamente al mondo che cambia per vincere la sfida di un futuro migliore.. PerchAi?? se A? vero, come affermava Pasolini che i calabresi, in fondo, altro non sarebbero che una ai???razza complessataai???, pressante appare il bisogno di sconfiggere il pregiudizio, urgente una riflessione ampia tra il come eravamo,il come siamo e il come siamo guardati dagli altri, tra la memoria e le previsioni del futuro, tra lai??i??immagine bellissima e fulminante del nostro paesaggio e lai??i??indicibile servitA? politica e istituzionale. Che ci imprigiona al pesante retaggio e ai fantasmi del passato.
Recuperare un orgoglio di appartenenza riscoprendo e facendo diventare valore comune a tutta la popolazione le vestigia di un passato virtuoso oggi patrimonio di conoscenza di pochi, per sviluppare un senso di appartenenza al proprio territorio e divenire i protagonisti di un cammino di crescita culturale che si proponga di abbattere i lacci e lacciuoli di una mentalitaai??i?? mafiosa diffusa e strisciante e affermare uno status di legalitaai??i?? diffusa e ai??i?? per affrontare la sfida del presente e ritornare nel futuro alla ricchezza di un tempo quando la Calabria era cantata e ammirata dalla migliore intellighenzia europea..
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Ad esempio in base ad una statistica sulla moneta circolante al 1860, le popolazioni meridionali, che costituivano UN TERZO della popolazione italiana, detenevano i DUE TERZI della moneta circolante. Quindi napolitani e siciliani erano in media QUATTRO volte piA? ricchi del resto dei loro nuovi concittadini.
Le industrie meridionali, superavano di gran lunga quelle degli altri staterelli della penisola, con in testa la Fabbrica di Pietrarsa, che produceva locomotive, parti di navi, ecc., e che impegnava oltre un migliaio di persone, in maggior parte come mano d’opera specializzata ed esperta, o il polo siderurgico attorno a Mongiana (VV), che sul finire del 1700 impiegava con tutto l’indotto oltre 2000 operai.
Ferveva una attivitAi?? industriale importante: cantieri navali (su tutti quello di Castellammare di Stabia), industrie siderurgiche calabresi, cartiere, industrie tessili (frequentemente di generi di lusso), industrie alimentari (giAi?? allora riconosciuta ed esportata ed apprezzata nel mondo la pastasciutta napolitana), la piccola e celebratissima industria corallifera, la ricchissima industria estrattiva dello zolfo siciliano, che conferivano al Regno delle due Sicilie lo status di Stato.
Per non parlare dellai??i??industria della seta della calabria, rinomata sin dal medioevo.
CDS sez. Calabria