Indagati 50 imprenditori titolari di aziende in Lombardia, Liguria, Toscana, Lazio. La Procura di Napoli sta per spedire gli avvisi di garanzia
di Irene de Arcangelis
Sono quasi pronti, rappresentano il secondo importante passo nellA?inchiesta sul disastro ambientale tra Napoli e Caserta, provocato dal patto dA?acciaio tra clan dei Casalesi, imprenditori del Nord che sversavano abusivamente evadendo il fisco e titolari di ditte per lo smaltimento della Campania. Rifiuti normali e speciali, spesso tossici. Stanno per partire oltre cinquanta avvisi di garanzia con la stessa accusa verso il Centro e il Nord Italia. Verso quelle regioni dove hanno sede vari tipi di ditte chiamate in causa dallA?imprenditore pentito Gaetano Vassallo. Anche se il suo elenco non A? completo. Le indagini coordinate dallA?Antimafia stanno ricostruendo una ragnatela di interessi e rapporti dA?affari illeciti ben piA? fitta.
Racconta il collaboratore di giustizia Dario De Simone agli inquirenti: Ai??Furono convogliati grossi quantitativi di rifiuti provenienti dal Nord Italia. Per esempio ricordo la grande consistenza di rifiuti provenienti dallA?area bresciana, da Firenze, da Prato, da Santa Croce sullA?Arno, da Lucca e da Viareggio. Poi accadde che vennero fatte delle grosse buche per lA?estrazione di inerti da asservire ai lavori stradali in zona. Si trattava di buche di alcuni milioni di metri cubi che lA?organizzazione ritenne opportuno utilizzare come discarica, proprio per proseguire nellA?affare rifiuti che si era rivelato molto lucroso. Arrivavano oltre cento camion di rifiuti al giorno… Ai??.
Quei cento camion al giorno arrivavano dal Nord Italia. E lA?elenco delle ditte che Gaetano Vassallo fornisce agli inquirenti A? parziale. Ma preciso. Parla di una ditta di Lucca (che scarica “pulper” di cartiera, un rifiuto speciale) e di una di Candidino di Capannoni (Lucca) che dava duemila euro mensili alla camorra soltanto per avere la disponibilitAi?? della discarica anche senza utilizzarla. Da una ditta di Montecatini Terme arrivano i rifiuti: il trasporto A? gestito da un impiegato del Comune toscano di Lamporecchio. Comincia a scaricare nelle discariche abusive dal 1988 una ditta di Capannoli (Lucca), seguita a ruota da una di Pisa e da una di La Spezia. Ma i rifiuti arrivano anche da Velletri (Roma) e Cisterna di Latina (Latina), da Nettuno e da Torre del Lago (Lucca), Viareggio. Vetro e plastica da Milano.
CittAi?? da cui partiva solo una percentuale dei rifiuti dal Nord. Cui vanno aggiunti quelli individuati da squadra mobile di Caserta (vice questore Silvana Giusti) e Guardia di Finanza (capitano Alessio Bifarini) durante le indagini. E cui vanno sommati gran parte dei Comuni della zona tra Giugliano e la provincia di Caserta. Amministrazioni locali che sversavano in accordo e complicitAi?? con il clan dei Casalesi. Infine lA?elenco delle ditte della Campania, province di Napoli, Caserta e Salerno. Fino allA?emergenza anche per le discariche abusive sature.
Spiega Gaetano Vassallo: Ai??Una volta colmate le discariche i rifiuti venivano interrati ovunque. In questi casi gli imprenditori venivano sostanzialmente by-passati, ma talora ci veniva richiesto di concedere lA?uso dei nostri timbri in modo da coprire e giustificare lo smaltimento dei produttori di rifiuti del Nord ItaliaAi??. Ci sono anche i rifiuti speciali di una azienda di coloranti e affini della provincia di Savona. Ai??Furono smaltiti nella mia discarica – racconta il pentito Vassallo – per circa seimila quintali. I rifiuti sono stati interrati. Trattai questo carico in modo separato rispetto agli accordi con i clanAi??.
(20 luglio 2008)
Tratto da “Repubblica.it