Di Mauro Giaquinto
Qualche giorno fa mi A? capitato sottomano un calendario di questai??i??anno, realizzato dai giovani dellai??i??UnitAi?? Pastorale di Quinto Vicentino e Valproto, che hanno inteso, attraverso questo mezzo (cosa un poai??i?? insolita) pubblicizzare un loro progetto dal titolo ai???Sud , terra di speranzaai???, attuato tra il 2006 e 2007 in alcune localitAi?? meridionali. PiA? specificamente questi giovani si sono resi promotori, assieme a dei loro coetanei, residenti in alcuni paesi in cui sono stati confiscati terreni alla mafia calabrese e siciliana, della costituzione di cooperative di lavoro, per impiegare i giovani del posto in attivitAi?? agricole. ‘,’Nelle pagine interne del calendario vi sono foto che li ritraggono nel lavoro di mietitura, di semina e di raccolto dei diversi prodotti. Nella prima pagina invece, vengono riportate le motivazioni di questo progetto che, a mio avviso, appare estremamente interessante e per questo ritengo sia opportuno riportarne integralmente il testo: La speranza passa per i crocevia del SUD.Il sud del nostro paese lo conosciamo poco, e quel poco che conosciamo a volte fa paura, ma il piA? delle volte lo ai???giudichiamoai???. Lo giudichiamo povero, opportunista, schiavo, ladro poco avvezzo alla fatica ai??i?? mafioso. Eppure quel sud lo conosciamo solo per sentito dire alla stampa o alla Tv, lo associamo a parole come Cosa Nostra, ai???Ndrangheta, sacra Corona, Camorra, perchAi?? spesso le nostre sortite a sud si sono risolte come un rullino o un CD di fotografie, in riposo su spiagge di fronte a un mare stupendo, con le spalle rivolte alle case, alla gente, ai loro sguardi silenziosi. I pochi scorci che abbiamo immortalato non spingono oltre il muro della nostra omertAi??: non abbiamo visto niente, non abbiamo sentito niente, non sappiamo ai??i?? niente. Toccandolo anche solo un pochino abbiamo scoperto qualcosa che A? cosAi?? evidente. Abbiamo scoperto un sud solare, caldo, caldissimo, anche nel cuore. Un sud dove la terra A? dura da coltivare, aspra, ma generosa. Un sud avvolto dal male, da una cultura che permea i rapporti, i tentativi, le ricerche, le omertAi??, avvolto da una parola che A? reale, che fa paura, che cristallizza, la parola mafia. Abbiamo compreso che essa A? il tentativo violento di occupare un territorio, di impadronirsi delle strutture sociali (dalle istituzioni piA? alte a quelle piA? quotidiane), di imporre una cultura della paura e dellai??i??asservimento. Arriva persino a falsificare il linguaggio: ai???uomo dai??i??onoreai???, questo A? il titolo mafioso. Che onore cai??i??A? nel guardare solo a se stessi, solo alla propria famiglia, solo al proprio potere e al proprio guadagno? Che onore ci puA? esser nellai??i??approfittare dei poveri per renderli ancora piA? schiavi? Che onore cai??i??A? nel fare i soldi senza rispettare le leggi, la dignitAi?? altrui, lai??i??ambiente? Questo sud A? anche terra dai colori intensi, dai profumi profondi. Un sud che A? fatto do volti avviliti, ma anche dignitosi, capaci di riscatto, di novitAi??, di coraggio. Un sud che A? terra di speranza, dove fioriscono cooperative alternative al mercato controllato da poche famiglie, dove alcuni si oppongono alla logica dellai??i??intimidazione e rischiano di persona. Quelli rischiano davvero ai??i??la pelle, la propria famiglia! Ecco perchAi?? un calendario che ci inviti a guardare a sud. PerchAi?? hanno bisogno del nostro sostegno, della nostra fiducia, della nostra tenerezza. E perchAi?? noi abbiamo bisogno di non barare con noi stessi, di non far finta che la mafia sia solo degli altri, che le nostre verdi terre siano immacolate. Ricordiamo il sangue che ha irrorato le sponde del fiume Brenta fino a pochi anni fa o le lobby che controllano i mercati internazionali!Il sud A? per noi e per tutti un crocevia di speranza perchAi?? lAi?? sta rinascendo lai??i??esperienza della legalitAi??, lAi?? la persona suda sangue per riscattare la propria libertAi?? di essere se stesso ai??i?? Un progetto estremamente interessante messo in atto da giovani che, pur vivendo al Nord, non si sono fatti influenzare dai continui e martellanti giudizi negativi emessi sulle genti del Sud, ma che invece hanno saputo dare una interpretazione piA? obiettiva della situazione meridionale. Un progetto che nello stesso tempo, rappresenta un ulteriore stimolo per tutti coloro che, come noi, auspicano che sia la gente del Sud a farsi protagonista del proprio riscatto.
Mauro Giaquinto
Presidente CDS Caserta-Terra di Lavoro