Pasquale Costagliola
Questo lo scenario che accoglie il viaggiatore
Dai Borbone ai barboni, questo potrebbe essere il titolo o la parabola che caratterizza la vicenda attuale del Palazzo Reale di Caserta. Il celebre monumento vanvitelliano, opera dai??i??arte annoverata nei cataloghi dellai??i??UNESCO quale sito dai??i??interesse mondiale, vive un momento misero. Pur rappresentando la maggior fonte di ricchezza di una cittAi?? privata di ogni risorsa, viene bistrattato, mal gestito, degradato. Molte sono le vicende che questo nobile luogo ha visto, minacciato da guerre e rivoluzioni ha potuto sopravvivere ai garibaldini che lo occuparono come acquartieramento, agli americani che lo utilizzarono come sede del loro comando generale, ai concerti, alle location dei films, ai concorsi ippici,alle feste.
Ma oggi la dose delle angherie sembra arrivare al colmo. Mentre continua un restyling infinito intorno alla piazza Carlo III, davanti ai portoni principali si A? accumulata una sporcizia fatta di immancabili bottiglie vuote di birra e di acqua minerale, di guano dei piccioni, di stracci e carte. Uno spettacolo miserrimo per le frotte di turisti che arrivano a visitare la reggia. Dentro il sito reale, tra i viali un traffico congestionato di auto minaccia i visitatori. Non si sa di chi sono le decine di macchine che vengono parcheggiate ad ogni angolo mentre il giardino inglese, lai??i??opera di Graefer commissionata da Maria Carolina A? preda anchai??i??esso dei rifiuti oltre che dei vandali. La piazzetta davanti ai giardini della Flora, passaggio obbligato per i lavori in corso A? un vero souk, un mercato afroarabo con decine di venditori di cianfrusaglie che stazionano ed ingombrano lai??i??area tra i soliti rifiuti. Un vero caravan serraglio di umanitAi?? varia, che spaccia paccottiglia, chiede petulantemente elemosina, sai??i??intrufola negli androni del palazzo accompagnando le comitive di turisti. Un branco di cani randagi staziona perennemente davanti al cancello principale e rincorre le carrozze che sfrecciano sui viali mentre i cavalli lasciano i loro escrementi indisturbati. Questo lo scenario che accoglie il viaggiatore che approda nella nostra cittAi??, tuttai??i??altro che una guache di Hackert ma piuttosto una facciata da terzo mondo che alimenta lai??i??idea miserabili sta ( a ragione) che aleggia sulle nostre contrade. Qualcuno degli illuminati amministratori nostrani avrAi?? mai pensato a quanto succede davanti alla reggia, alle ricadute di immagine. Un monumento di tale portata, vanto immeritato per una cittAi?? senzai??i??anima meriterebbe migliore sorte.
Pasquale Costagliola