All’interno del mondo Duosiciliano, forse la maggioranza oppure quella parte attiva che diffonde informazione A? piA? o meno concorde nell’attendere che la coscienza dei Napolitani si concretizzi in una dichiarata presa di coscienza, in uno spiccato senso della storia e dell’identitAi??. Dicono che solo allora la politica potrAi?? scendere in campo.
Altri dicono che qualsiasi forma di autonomia o di federalismo, senza parlare di separazione o secessione, sono assolutamente dannosi agli interessi Napolitani o Duosiciliani che dir si voglia. Dicono che dopo un’occupazione cosAi?? lunga, c’A? da recuperare prima ciA? che si A? perso.
Io penso che recuperare ciA? che si A? perso A? il modo migliore per continuare a perdere dignitAi?? e risorse, senza reali vie d’uscita. Quando si A? vinti non si recupera dignitAi?? continuando fondamentalmente ad ignorare che si A? in posizione di vinti. Fare politica A? necessario, da ora e non attendendo la sognata presa di coscienza Napolitana.
PerA?, nel fare politica ora, c’A? chi lamenta la caduta della “nobil-causa” nel baratro del compromesso. Ma la vita stessa A? compromesso, figuriamoci la politica, che A? e dovrebbe essere fondamentalmente mero strumento amministrativo e non il pilastro identitario.
IdentitAi?? si, ma solo ed esclusivamente nei risultati che la politica dovrebbe produrre, non nella sola propaganda o plateale dichiarazione di intenti, o ancora meno nel fatto stesso di essere “scesi” in politica.
E poi oggi, che la politica A? dichiaratamente malaffare, quindi ben oltre il semplice compromesso, cosa dovremmo fare, aspettare misticamente dal cielo un’ondata moralizzatrice che disinfetti il tutto, prima di agire senza sporcarsi?
Qualsiasi azione produce reazioni e compromessi, anche se non voluti o cercati.
Per me, l’unico modo chiaro, l’unica soluzione, dal punto in cui siamo, A? dichiararsi apertamente separatista, agire di conseguenza, in tal senso osare, senza attendere evocati cambiamenti di coscienza identitaria che non necessariamente si presenterebbero in forme previste e prevedibili. Tra l’altro sarebbero sicuramente oggetto di manipolazioni e appropriazioni da parte di questa stessa classe politica italiana che oggi continua a mortificarci, anche per mano di quei nostri stessi concittadini, gregari venduti, figli di don Liborio Romano, sempre attenti a cavalcare le istanze politiche popolari piA? genuine per il proprio esclusivo arricchimento personale e della massoneria di cui fanno parte.
La criminalitAi?? organizzata A? il braccio armato della politica unitaria dal 1861. La nostra terra A? colonizzata grazie all’uso spregiudicato che se ne fa di queste organizzazioni e che infettano la nostra vera Patria, divenendo su preciso disegno, la nostra maggiore vergogna.
Purtroppo A? necessario usare adesso i luoghi ed i modi della politica italiana, ma per ottenere un solo risultato chiaro: la separazione e l’autonomia Napolitana, via dallo stato italiano, la riconquista dei territori e delle risorse Duosiciliane, delle identitAi?? che la compongono e della storia patria che ha giAi?? scritto e che scriverAi??. Da soli in Europa, nel mondo, con le nostre gambe, con le nostre competenze, le nostre risorse umane e naturali.
E’ questo l’unico modo efficace per pensare e fare politica, senza paure, efficace anche per svegliare con decisione le coscienze, senza complicare il messaggio finale, perchA? A? la complessitAi?? stessa del sistema, internazionalista, globalista, che neutralizza nella complessitAi?? il fare dei singoli e quelle reali istanze che, dalla base, produrrebbero vero cambiamento.
Corroma Neapolis alias Lumiere