Anni fa, a Milano, l’ennesimo, stantio aneddoto sui terroni raccontava che Garibaldi, risalendo la penisola, distribuisse saponette ai cafoni i quali, non sapendo cosa farne, le addentavano. Mai però che abbiano narrato l’episodio (questo sì, realmente accaduto) dello sconcerto di un funzionario sabaudo che, non avendo mai visto prima un bidet, descrisse quello che si trovò di fronte nella Reggia di Caserta come uno strano oggetto a forma di chitarra!
Rimanendo in tema (ed anche in zona) non molto lontano dal Palazzo Vanvitelliano, attualmente viene commercializzato un sapone borbonico. Quasi per una sorta di nemesi storica, infatti, la ditta Eufarma di Caserta distribuisce profumatissime saponette sulle quali, circondante tre emblemi gigliati,è inciso il logo Saponerie Borboniche. Anche se vengono importate dal Belgio e non si richiamano ad alcun precedente storico di analoga produzione del Regno delle Due Sicilie, la linea di saponi è stata così battezzata per un senso di orgoglio meridionale, per un fantasioso richiamo all’antica napoletanità delle Due Sicilie e per tale motivo è stato scelto un nome che ha tanto da condividere con quella grandeur meridionale. Solamente quel 1799 che si legge sotto la scritta potrebbe, eventualmente, destare qualche perplessità ma non è così: pure in questo caso non c’è alcun riferimento storico, è stato scelto per mera questione di armonia grafica. Comunque sia, stiamo parlando di un prodotto meridionale che, soprattutto per questo, dev’essere apprezzato, diffuso e, naturalmente, consumato.
E’ probabile che a qualcuno tale argomento possa apparire parvità di materia, ma non è così: se qualche imprenditore che conosce la vera storia della sua terra assume la coraggiosa iniziativa di associare l’aggettivo borbonico ad un suo prodotto, significa che quell’attributo, finalmente, comincia a non essere più inteso così come fino ad ora veniva imposto da un obsoleto luogo comune, ma come effettivamente merita.
E’ un piccolo segnale ma è già qualcosa, anzi è molto.
Erminio de Biase Presidente Commissione Cultura CDS
4 Comments
Forse è proprio per questo che gli italioti ci odino e esternano la loro mediocrità negli stadi, ma tanti nemici, tanto onore.
Nel 1963 ero all’Aeroporto di Cameri, con la 2^ A.Bgt “Lancieri Neri”. dimostrai ad un Vampiro (Aviere della VAM), figlio di profughi istriani, che aveva pronunciato quella frase, come avesse idee confuse in storia e geografia, e gli illustrai la produzione dei saponi nella Napoli del tempo.
Nella zona dell’Arenaccia vi era ancora la fabbrica di saponi e profumi del Cav. Cannavale, che produceva anche una omonima lavanda pregiata con materiale campano e del Ponente ligure.
Anche se la saponetta della foto viene dal Belgio, ne ricordo una identica, prodotta dal Cav. Cannavale, con una scritta “leggermente diversa”. Ricordo che il Cav. Cannavale era anche fornitore della Real Casa ecc., grazie alla Regina Margherita che preferiva risiedere a Napoli o a Bordighera, e non solo come ospite reale.
Per la storia, nipote del Cav. Cannavale è il cantante degli anni 60 Alberto Berri, pseudonimo di Alberto Cannavale, che riscrisse “A Testa Aruta”, il cui figlio Antonello è un brillante Musicista.
Saluti, Bafurno
Antonello é il figlio di Alberto e della donna del suo cuore Emilia detta la bionda da noi vicini di casa, la terza di tre sorelle che con la casa al corso garibaldi affaccianvano in via andrea cantelmo al secondo piano
L’Italia sarà una quando tutti gli italiani impareranno a leggere la Storia che non deve essere quella dei vincitori ma quella vera ed obiettiva. I fautori dell’Italia unita sotto i Savoia non intendevano affatto creare un’unico Stato con Cittadini di pari diritti ed opportunità. Non ci fu il rispetto dei prigionieri napolitani . Il Regno delle Due Sicilie fu amato fin dal suo primo Regnante e mai Napoli ed il territorio fu tanto impreziosito di opere d’arte e di iniziative economiche che, pur nella decadenza, rendono la ex Capitale ed il Regno ancora oggi stupendi e grandi e belli di una bellezza unica e rara piena di Storia e di fascino e di umanità e di ingegno e di fantasia e di amore. Queste qualità spesso ci ha visti primi in tante arti e replicatori delle stesse nel mondo. Le nostre Chiese ancora oggi contengono reliquie di tanti Santi da riempire quasi la metà del calendario. Le ricchezze del Tesoro di San Gennaro non testimoniano solo la generosità di un Popolo e le sue antiche tradizioni ma l’amore degli antichi Regnanti che ne hanno avuto di sicuro più rispetto dei loro ultimi successori. Il Sud e Napoli non sentono il bisogno di difendersi dalle maldicenze per la ricchezza della sua Antica Civiltà. Maldicenze che crescono nel buio dell’ignoranza più profonda da parte di povera gente che proclama la propria superiorità nel fare e di fatto è tanto pigra da non aver la forza di conoscere prima di esprimersi, di valutare prima di giudicare. Queste saponette portano il profumo di pulito e di onestà di un Popolo pacifico e laborioso che ha sempre superato ogni avversità con tenacia e simpatia tanto da conquistare sempre i propri conquistatori che sono diventati alla fine più napoletani dei napoletani, più sudisti dei sudisti.