Dal Salento.Ai??GliAi??ulivi nel SalentoAi??raccontano una storia. A? possibile leggerla in quei tronchi contorti che si sono modellati nei secoli, rinchiusi in quei muretti a secco forti e resistenti come gli alberi che custodiscono. Una storia fatta di sudore e fatica, quella deiAi??contadiniAi??che quella terra lai??i??hanno lavorata, rispettandola sempre. Anche i giovani hanno riscoperto lai??i??amore per la campagna scegliendo di tornare lAi?? dove i loro nonni erano cresciuti. PerchAi?? la terra ha sempre dato ai???da mangiare a tuttiai???, senza chiedere nulla in cambio. CosAi?? come si fa, nella piA? pura storia dai??i??amore.
Nessuno si A? accorto di quante cose aveva da raccontare quella pianta plurimillenaria, simbolo di un paesaggio, a tratti ineguagliabile. Solo ora ci si accorge che accanto al sole, al mare e al vento, nel Salento forse cai??i??era posto anche perAi??lai??i??ulivo. Ora che un batterio minuscolo ed invisibile ha sentenziato la suaAi??condanna a morte,Ai??ora che si fa sempre piA? concreto ilAi??rischio di eradicamento,improvvisamente ci si accorge che cai??i??erano. Eppure sono stati sempre lAi??, con le loro chiome rigogliose e le foglie che brillavano dai??i??argento quando il sole picchia forte. Cai??i??erano e non ci sono piA?. Restano quei rami secchi e tanta desolazione. Davanti a un ulivo che muore qualcuno giura di aver visto gente piangere. Colpa dellaAi??Xylella fastidiosa, dicono. Ai??Un batterio killer a dispetto del nome che ha messo in ginocchio un comparto che fino a qualche tempo fa rappresentava la punta di diamante della regione. Non solo, con lai??i??estate ormai alle porte anche la stagione turistica sembra non essere immune.Quanti si faranno influenzare dallai??i??allarmismo a ragione ormai diffuso? A questa domanda, almeno, risponderanno le prenotazioni confermate e quelle cancellate.
I contadini, costretti ad scendere dai loro trattori, non sapendo piA? cosa pensare e di fronte alla mancanza di spiegazioni, ipotizzano un qualcheAi??disegno criminaleAi??ordito da chissAi?? chi.Ai??E mentre si ai???litigaai??? su qualiAi??soluzioniAi??adottare per fronteggiare lai??i??emergenza, molte delle proposte avanzate restano inascoltate.
Giuseppe Altieri, agroecologo A? sicuro: per salvareAi??i Patriarchi del SalentoAi??lai??i??unica via A? laAi??cura Agroeco-Biologica TerritorialeAi??(utilizzando le risorse europee e nazionali messe a disposizione dalla PAC e dai PSR Regionali).
Ai??Si continua a parlare di Xylella, quale causa dei disseccamenti degli ulivi, mentreAi??i dati della Commissione Europea ai??i??Ai??ci spiega il dottor Altieri -Ai??confermano che su 1757 campioni di rametti e foglie disseccate solo su 21 si A? ritorvata la Xylella fastidiosa, segno che le cause dei disseccamenti sono ben altre e la presenza di Xylella A?, semmai, solo una accidentale e secondaria conseguenza ubiquitaria, oltretutto non patologicaAi??.
Va da sAi?? dunque che di fronte ad un ai???non-problemaai??? o meglio ad una sbagliata interpretazione del problema, anche le soluzioni proposte sarebbero inefficaci, se non addirittura dannose.
Lai??i??eradicazione degli ulivi,Ai??dunque, sarebbe un rimedio peggiore del male e ricorderebbe molto da vicino lai??i??atteggiamento di chi dinanzi ad un mal di testa sarebbe portato ad immaginare addirittura non di curare il dolore, ma di tagliarsi per intero il capo. Del resto la Xylella, secondo questa visione, che Altieri sposa e rilancia non A? la causa della malattia dellai??i??ulivo ma una manifestazione, una conseguenza di ben altre situazioni che si sono protratte nel tempo e che magari sono legate a forme di trascuratezza. Lo dimostrerebbe il fatto che nelle zone cosiddette ai???focolaioai???,Ai??vi sono uliveti senza alcun sintomo di malattia. Non puA? essere dunque solo legato al caso che le piante curate con tecniche biologiche siano proprio quelle sane.
Nello specifico, la “Eradicazione” di una microrganismo da quarantena (com’A? la Xylella), una volta ritrovato in un nuovo territorio, Ai??va interpretata come “gestione razionale Agroecologica, affinchA? si collochi al di sotto delle soglie di danno economico”. Non essendo possibile azzerare la popolazione di alcun Insetto o Fitopatogeno da un Ambiente, che hanno ritmi di riproduzione elevatissimi, come dimostrano 70 anni di Uso sconsiderato ed Inutile di Pesticidi Chimici che non hanno fatto altro che incrementare le avversitAi?? degli agroecosistemi (avversitAi?? “acquisite”).Ai??Ed oggi la presenza di Xilella A? assolutamente al di sotto della soglia di pericolo, laddove, oltre tutto, si dimostra che una cura Agroecologica consente di Ai??non avere disseccamenti della vegetazione.
Dai??i??altro non A? possibile affrontare il problema pensando di utilizzareAi??pesticidi e diserbanti.Ai??Ai??Ai??Nessun Intervento chimicoAi??ai??i?? continua Altieri ai??i??Ai??deve essere previsto, tantomeno per decreto, dal momento che aggraverebbe non solo la situazione fitosanitaria degli Ulivi, ma renderebbe i danni ambientali e sanitari derivanti dai pericolosissimi pesticidi, incalcolabiliAi??.
Insomma, secondo lai??i??agroecologo che in piA? occasioni ha avuto modo di effettuare alcuni sopralluoghi nelle zone interessate, la causa del disseccamento degli ulivi dovrebbe essere ricercata principalmente: nellai??i??uso diAi??disseccanti chimici, prodotti tossici che squilibrano il quadro micro e macro-biologico degli agroecosistemi, a favore degli agenti patogeni, indebolendo di conseguenza le coltivazioni; nei cosiddettiAi??interventi “antilombrichi”,Ai??perchAi?? i poveri vermi, non sapendo piA? cosa mangiare, escono dalla terra e si ritrovano tra le foglie e le olive cadute, ed allora si pensa bene di consigliare agli agricoltori di ucciderli con Ai??un fungicida chimico, dimenticando che sono animali protetti dalla Legge. Infine,Ai??l’abbandono colturale, ovvero la mancanza diAi??potature annuali eAi??trattamenti biologici a base di Rame, con conseguenti attacchi di altri patogeni, quali i cancri rameali (che si insediano sulle ferite di tagli presenti su rami di molti anni) e le batteriosi comuni (Rogna dell’Olivo), che indeboliscono ulteriormente le piante.
Insomma, laAi??coltivazione Agroeco-BiologicaAi??non solo puA? essere una valida soluzione, ma A? perfinoAi??sostenuta da enormi risorse europee attraverso i Piani di Sviluppo Rurale regionali, in particolare attraverso i Pagamenti Agroambientali che compensano agli agricoltori, per il beneficio sanitario-ambientale collettivo conseguito:
E’ previsto, inoltre, il rimborso delle spese di certificazione biologica (3.000 ai??i?? annui) e la copertura dell’assistenza tecnica indipendente (1.500 ai??i?? / annui), obbligatoria dal PSR 2015-2020.
Oltre a notevoli fondi per la formazione dei Consulenti tecnici, l’Innovazione e messa a punto delle tecniche ecologiche sul territorio. E 70.000 ai??i?? a fondo perduto per i Giovani agricoltori al primo insediamento !!!
Secondo il professor Altieri dunque si tratta di Ai??un’occasione da non perdere,Ai??visto che siamo nel periodo di approvazione dei PSR da parte della Commissione UE, la quale ha bocciato le misure agroambientali della Puglia, che pretenderebbe il pagamento di 4 trattamenti chimici contro presunti insetti vettori della Xillella, coi fondi pubblici delle nostre tasse… cosa assolutamente illegittima e non giustificabile.Ai??Mentre la Regione dovrebbe prevedere un pagamento per l’Ulivicoltura Biologica secolare dell’ordine di 2.000 – 3.000 ai??i?? /ha, cumulando tutte le tecniche agroecologiche finanziabili dal PSRAi??.
Ai??Stiamo distruggendo il nostro futuro in modo irreversibile ai??i?? conclude Altieri – ora vogliamo distruggere anche il Passato… gli Ulivi, i Patriarchi del Salento? Se continuiamo cosi perirannoAi??prima gli esseri UmaniAi??.
Fonte leccesenews24.it