Un caffè con l’autore: “Noi, i Neoborbonici”
Noi, i Neoborbonici, un caffè con l’autore, Fiore Marro intervista Gennaro De Crescenzo
Napoli 08 settembre 2016
E’ reperibile da qualche settimana, nelle migliori librerie, l’ultimo lavoro letterario del professor Gennaro De Crescenzo, presidente nazionale del Movimento Neoborbonico, dal titolo “Noi, i neoborbonici” edito da Magenes, euro 16.00; più che un libro di ricordi, un vero diario di bordo tenuto con scrupoli e linearità da parte del leader duosiciliano, un racconto lungo un ventennio, fatto di storie fraterne, ricordi cari, fattarielli curiosi, scontri epici con antagonisti talvolta prestigiosi altre volte scadenti, uno spaccato che racconta non solo la storia dei Neoborbonici, ma un poco l’intero cosmo che circonda il mondo borboniano tutto.
A me il gradito compito di intervistare il professore De Crescenzo, caro amico, che ha avuto la delicatezza tra le tante cose, di citare nel libro in questione, sia il sottoscritto che il movimento cui sono a capo cioè i Comitati Due Sicilie, ed è stato onorevole da parte sua, non omettere nessuno, nemmeno coloro i quali col tempo hanno abbandonato o tradito il progetto, poiché anche loro hanno comunque fatto la storia del sodalizio fondato nel settembre del 1993.
- D) Quale è stato lo scopo che ti ha spinto a pubblicare questo lavoro? Cosa hai voluto trasmettere al lettore? Pensi sia stato un bene trarre già dei bilanci e quali?
- R) Da anni, ormai, in tanti parlano dei neoborbonici. Alcuni (politicanti, opinionisti, giornalisti o accademici del Nord come del Sud e più o meno credibili) lo fanno per disprezzare chi sostiene tesi diverse da quelle “ufficiali”, altri con curiosità e rispetto. Era venuto il momento di spiegare com’è nato veramente il Movimento Neoborbonico, chi lo ha fatto nascere, com’è cresciuto e si è sviluppato grazie all’attività dei tanti che lo hanno fatto nascere, crescere e sviluppare fino a farlo diventare un “trend”, fino a far diventare le sue tesi “maggioritarie” (lo dice Ernesto Galli della Loggia e non lo diciamo noi). Di qui l’idea di un libro in due parti: nella prima il racconto delle storie e delle persone a volte divertente, altre volte commovente, nella seconda le tesi o “questioni”, in sintesi e con molti dati o notizie inedite, frutto delle nostre ricerche soprattutto archivistiche dai primati alle industrie, dalle scuole all’economia, da Fenestrelle a Pietrarsa, dal “brigantaggio”cal comprasud fino all’emigrazione con molti spunti e prospettive per il futuro.
- D) Dal libro si evince e trasuda una certa anima molto napoletana, non pensi che sia questo uno dei motivi per cui arriviamo come diceva Troisi sempre tardi agli appuntamenti? Mi spiego meglio, secondo te è questa la via giusta da intraprendere, cioè il cuore, la passione? Non sarebbe meglio un atteggiamento meno “carnale” per arrivare a una svolta?
- R) Spesso ci rendiamo conto che diamo più spazio a sentimenti ed emozioni che a bilanci finanziari o cose “concrete”: questo è (magari rispetto alle leghenord) il nostro punto debole ma anche la nostra vera forza soprattutto in prospettiva. Un tale Fiore Marro spesso dice che “non siamo un partito ma siamo una nazione”. Per ri-costruire una nazione dopo un secolo e mezzo di colonizzazione la base non può che essere fatta di emozioni e sentimenti e non possiamo non commuoverci magari ascoltando l’inno delle Due Sicilie di Paisiello o nel ricordo dei nostri soldati uccisi, delle donne o degli uomini delle Due Sicilie massacrati o deportati. Anche per questo siamo neoborbonici e siamo sempre più fieri di esserlo.
- D) Un lavoro intimo questo tuo ultimo libro, che si differenzia da quelli tuoi abituali, uno atto di coraggio, che mette a nudo non solo l’uomo ma anche la tua anima identitaria, è stato più facile affrontare questo tipo di progetto o quello che ti vede raccontatore di storia duosiciliana?
- R) E’ un libro anche “intimo” perché la storia di questo movimento è storia anche personale e familiare (la mia vita è cambiata da quel 7 settembre 1993…) ma anche collettiva e associativa con ragazzi (ex ragazzi) di ieri e di oggi e soprattutto (tanti) di domani che hanno condiviso e condividono la nostra “mission”: memoria, orgoglio e riscatto. Ed è anche il racconto di esperienze comuni con gruppi con i quali condividiamo spesso attività e (soprattutto) finalità, gruppi non virtuali ma impegnati quotidianamente in queste battaglie (penso ai Comitati Due Sicilie o alla Fondazione Il Giglio, solo per fare qualche esempio).
- D) Cosa hai dimenticato di riportare nel libro in questione o meglio cosa avresti voluto inserire ancora nel libro ti è sfuggito ?
- R) Trincee diverse, a volte, ma nemici comuni: l’unione di debolezze non porta nuove forze ma aumenta le debolezze… soprattutto quando nascono gruppi e gruppetti magari in buona fede ma che non conoscono la storia antica o quella del neomeridionalismo degli ultimi anni e magari pensano di risolvere tutto in 24 ore e su una pagina di facebook. Anche per questo il mio motto preferito è “andiamo avanti” e preferiamo “fare” piuttosto che parlare (o chattare) e contiamo (totalmente autofinanziati: chiedetelo ai motori delle nostre auto…) una paurosa media di un intervento/convegno/seminario/manifestazione ogni tre giorni tra carceri, scuole o piazze in giro per il Sud dal 1993… Quello che manca nel libro è la storia di questi giorni perché davvero non ci fermiamo mai… e va bene così.
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