A una Medaglia D’oro mai conferita!
Resistenza duosiciliana: Briganti o guerriglieri?
Di Fiore Marro
Caserta 3 aprile 2018
“Vinto oggi, non avrà pè miei vincitori amare parole, ma, un giorno noi ci ritroveremo faccia a faccia; poichè conservando in fondo all’anima tutte le mie convinzioni, attendo con fede l’ora della giustizia.
ThA?odule Emile de Christen.
Per ironia della sorte invece , il cimitero di Cervinara espone all’entrata del suddetto camposanto, due lapidi dedicate a due carabinieri piemontesi, caduti sotto le armi dei nostri resistenti. Di fronte a questi due loculi giganteggia una lastra enorme, che riporta i nomi di oltre 200 caduti del luogo, morti non certo durante la resistenza borbonica cervinarese ma bensì da emigranti di stanza in Canada, frutto del sopruso e dell’invasione dei due carabinieri piemontesi e della barbara invasione militare sabauda.
Un paese alla rovescia.
Il 29 e il 30 novembre del 1860 gli abitanti di Cervinara insorsero contro il governo piemontese, dando inizio al brigantaggio post-unitario del Partenio e della Valle Caudina. Ci è nota ‘insurrezione di Cervinara del 29 e 30 novembre 1860, che ebbe per premessa la rivalità tra alcune famiglie di possidenti ci ricorda Vincenzo Cioffi fra i quali i quattro fratelli Giuseppe, Donato, Luigi ed Angelo Doria che complottarono con Giovanni Sacco, Angelo Romano, Giuseppe Cioffi e Tommaso Taddeo per contrastare la nobiltà cittadina liberale. Il 29 novembre, capitanata dal sarto Domenico Cioffi e dai pastori Elia e Felice Taddeo, un’orda di contadini si gittò in paese per liberarlo. Non erano mancati i primi morti innocenti e 40 furono gli arrestati. Fu così che a Ioffredo da uno scontro a fuoco con alcuni contadini persero la vita il garibaldino Francesco Mancini di Molfetta e un povero uomo anziano locale che per curiosità si era affacciato all’uscio della porta di casa, trovandosi al centro del conflitto a fuoco.
Ai primi di novembre 1862 si ammutina a Pratola Serra il 55′ reggimento di linea composto da ex soldati borbonici che si rivoltano al grido di: “VIVA FRANCESCO II e morte ai liberali”. Entrando a Cervinara, grande centro della valle Caudina, insieme a centinaia di contadini abbattono gli emblemi sabaudi e danno alle fiamme gli stracci triculoriti! L’indomani però forze soverchianti dell’esercito unitarista riconquistano il paese massacrando la popolazione inerme e dando fuoco a molte case e abitazioni! Il garibaldino Antonio Binda, che partecipò a questo eccidio riporta tra le sue memorie questo episodio emblematico, che sarebbe meritevole di un conferimento di medaglia d’oro all’eroico nostro patriota caduto: Al corpo di guardia un uomo montava la sentinella. Credendola guardia nazionale, i soldati, per convincersene, gli gridarono: VIVA GARIBALDI! a cui egli freddo e impassibile, con un eroismo degno di miglior causa, rispose, a voce alta e intellegibile: VIVA FRANCESCO II! Non ci volle altro: sebbene il capitano comandante la compagnia ordinasse ai soldati di non far fuoco e arrestarlo, molte fucilate partirono dai ranghi e cadde crivellato dalle palle, mormorando nei fremiti dell’agonia: VIVA FRANCESCO SECONDO!
Ritorneremo a essere noi nel momento in cui verranno rimosse le lapidi,i nomi, le piazze, le strade, le scuole, gli ospedali e tutto ciò che riguarda la memoria storica del nostro paese, indirizzata agli invasori padani, ai massacratori savojardi, ai banditi garibaldesi e riconoscendo i veri Eroi delle nostre terre, i nostri insorgenti, conferendogli una Medaglia d’oro al Valore, attribuendo loro vie, parchi, busti e edifici ai vari : Carmine Palombo, Francesco Iuliano Fasulo, Felice Taddeo, Pasquale Martone, Domenico Bello, Antonio Marro, Giocondina Marino, Carolina Casale, Domenico De Blasio, Giuseppe Cillo, Nicola Marchese, Francesco Cioffi , Saverio Piacente tutti di Cervinara .
Solo riscrivendo la storia vera, e rimuovendo i falsi miti, potremo riscattare noi stessi e il ricordo dei nostri avi.
1 Comment
Ancora lontano è il tempo per la libertà, oggi si potrebbe sperare in un autonomia federalista, per poi raggiungere la piena autonomia, gli unici che possono iniziare questo percorso sono Di Maio e Salvini con la creazione delle macroregioni, rispettando i confini culturali e tradizionali del Regno delle due Sicilie, con parlamento del sud, è pagamento di tasse per le esportazione interne tra macroregioni.Un Italia federale.