Questo brano, tratto dal libro “CONSIDERAZIONI SUL VALORE PROPRIO A’ DONI CHE HA LA NATURA LARGAMENTE CONCEDUTO AL REGNO DELLE DUE SICILIE” di Carlo Afan de Rivera, evidenzia un paio di progetti di bonifica intrapresi dalla dinastia borbonica durante il loro regno.
I due progetti, uso eseguito e l’altro abbandonato sono stati esaustivamente analizzati e inoltre ci sono delle ramanzine fatte ai contadini sull’uso dei terreni.
Meditiamo, su questo scritto, A? la prova lampante della lungimiranza dei Borbone sulla gestione del territorio.
Nel mezzo di una vasta regione montuosa giace l’ampia valle del Tanagro, lunga 20 miglia e larga ragguagliatamente tre miglia. Il suo sbocco inferiore A? aperto tra un’angusta gola, che ha una cinta di roccia calcarea alquanto superiore al livello della valle.
Per questa gola, che vien detta ai???Fossato di Maltempoai??? nelle straordinarie inondazioni si scaricavano le acque che superavano il livello della cinta anzidetta. Per tal impedimento allo scolo delle acque del fiume, il fondo della valle avrebbe presentato un lago perenne, se provvida natura non avesse aperto il passaggio alle acque per mezzo delle caverne che si trovano a traverso delle rocce calcaree ne’ siti i piA? bassi. Alcune di queste si osservano su la sponda dritta del fiume alquanto sopra corrente del ponte di Polla ed in esse si smaltiscono le acque di scarico di tre molini ivi stabiliti. Esse sono piA? numerose in un sito depresso detto ai???le Oriveai??? su la sponda sinistra del fiume stesso in distanza di mezzo miglio in circa sotto corrente dal ponte mentovata
Tutte quelle caverne sono atte ad assorbire le acque ordinarie del fiume, ma nelle piene le acque doveana rimanere stagnanti nel fondo della valle, finche tutto il loro volume non si fosse interamente smaltito. Nel verno, specialmente quando era molto piovoso, le campagne depresse della valle restavano sommerse per piA? mesi, e nelle dirotte piogge della primavera e dell’autunno erano distrutte le coltivazioni esistenti. Inoltre, sebbene lo spianamento del fondo della valle indicasse che le torbide si deponessero quasi uniformemente, pure i depositi erano maggiori lateralmente agli alvei, i quali soffrivano alterazione quasi ad ogni straordinaria piena. Da queste continue alterazioni derivava che molte ampie conche per difetto di scolo rimanevano palustri anche nella state e spandevano tutto all’intorno pestifere esalazioni. Quella fertilissima valle quindi era per la massima parte incolta e produceva principalmente fieno, mentre le popolazioni sparse su le alture soprastanti sperimentavano i tristi effetti dell’infezione.
Ferdinando I.Ai?? comprendendo l’importanza di restituire ad una florida coltura una contrada cosAi?? ubertosa situata in mezzo ad alpestri monti, fin dal 1786 ne fece intraprendere la bonificazione. Quindi derivandosi in estate le acque del fiume nel sito delle Crive, ove erano assorbite dalle caverne, si cominciA? a profondare il fossato di Maltempo, che era il naturale canale di scarico del fiume. Sebbene questo lavoro fosse stato sospeso per le calamitAi?? politiche del regno prima di essere condotto a perfezione, pure il profondamento del canale per pochi palmi, facilitando lo scolo delle acque, diminuAi?? grandemente la durata delle inondazioni. Per effetto di una tale operazione estese campagne si misero a coltura e si accrebbe di molto la popolazione de’ dintorni. Nel 1816 furono ripigliati i lavori e condotti innanzi con lunghe interruzioni fino al 1825. Finalmente negli anni 1830 e 1851 dalle vicinanze di Sala fino a quelle di Polla si A? formato un nuovo alveo, nel quale incanalandosi le acque del fiume, non si producono piA? inondazioni. Essendo stato il canale tracciato nel fondo piA? basso della valle, nel caso di straordinarie escrescenze le torbide che inondassero per breve tempo le campagne adiacenti, le concimerebbero, e scolando le acque nel fiume tosto che se ne abbassasse il pelo, le coltivazioni non ne soffrirebbero alcun danno.
E qui il luogo di osservare che l’arte senza la molestia degl’interessi contrari de’ diversi possessori deve eseguire le opere principali della bonificazione, e che quando quelle sieno state condotte a termine, all’amministrazione si appartiene il perfezionarla c conservarla. Rispetto al Vallo di Diano il concorso dell’amministrazione deve essere piA? diligente ed efficace, per rendere di maggior utilitAi?? le opere eseguite e per farle conservare. La forsennata coltura delle scoscese gronde de’ monti soprastanti ha fatto di anno in anno imperversare i numerosi torrenti che ne discendono, menando seco immensa congerie di grosse alluvioni. Se non si apportasse prontamente riparo a questi gravissimi disordini, con farsi restituir salde e boscose le anzidette pendenze, le alluvioni nel giugnere al nuovo alveo lo colmerebbero. Restando cosAi?? distrutte le opere eseguite, si riprodurebbero le inondazioni e ritornerebbero ad essere palustri le campagne depresse.
Somma cura si richiede, per far rispettare le ripe e gli alvei e per impedire i danni che vi si sogliono produrre, affin di eseguire le irrigazioni senza costruire le opportune opere di arte. Eguali cure debbonsi avere per far conservare netti da interrimenti e da erbe palustri gli scoli delle campagne. La sperienza pur troppo ci ha mostrato che per l’incuria dell’amministrazione le bonificazioni non si sono perfezionate , o non sono riuscite corrispondenti all’oggetto che si proponeva, e sovente sono rimaste distrutte. Non si deve perdere di mira che il perfezionamento della bonificazione del Vallo di Diano, mentre ne migliorerebbe il clima, farebbe raddoppiare le produzioni ed il valore di quelle ubertose campagne. Anche come essenziale miglioramento di quella contrada si deve considerare la costruzione della strada che diramandosi nel sito detto il ai???Cervaroai??? da quella che si distende da Casalnuovo a Lagonegro, conduce a Sapri. Per questa strada da Casalnuovo ch’A? sul principio della Ai?? valle, fino a Sapri vi sarebbe la distanza di 20 miglia incirca e quindi con una giornata di cammino i prodotti esuberanti si potrebbero trasportare sul mare.
Nella vasta estensione di elevate montagne che versano le acque ne’ diversi rami del Sele, o che sono comprese tra i corsi del Calore e del Tanagro ed il mare, le valli che hanno un suolo piA? ubertoso ed un clima piA? propizio alla vegetazione si veggono spopolate e mal coltivate a cagion dell’infezione dell’aria. Intanto le popolazioni sparse su l’ alto de’ monti, lungi dall’adoperare alcuna industria per rimuovere le cause d’infezione nelle valli onde esercitarvi un’accurata coltura, van coltivando le scoscese pendici, che ne aggravano le devastazioni. CosAi?? mentre la numerosa classe de’ lavoratori di campagna languisce nella miseria per difetto di lavoro, in vece di procurarsi il guadagno nell’ industriosa coltura di fertili terre, coltiva negligentemente il suolo ingrato delle montagne spesso con poco o niun profitto. Aggiugnasi a ciA? che per la mancanza di strade rotabili dovendosi trasportare le produzioni con animali da soma, le spese di trasporto assorbiscono una gran parte del valore che tali derrate hanno ne’ siti vicini al mare. All’ incontro, di qual prodigiosa ricchezza sia capace l’industriosa coltura delle fertili valli, apprestano luminosa testimonianza quelle lungo le quali si distende la strada de’due Principati da Preturo a Salerno. In quella picciola estensione di paese 36 mila abitanti sparsi in 80 villaggi in circa situati l’uno accanto all’altro fanno acquistare col loro travaglio alle vicine campagne la rendita di 20 a 5o ducati per moggio, oltre l’agiata sussistenza ch’ essi ne ritraggono. Nel Principato citeriore si trovano molte altre valli di un’uguale fertilitAi??, le quali farebbero pompa della medesima ricchezza, se l’aria fosse salubre e vi si dispiegasse la stessa industria.
Generalmente oggi si conoscono meglio i propri interessi e quasi tutte le popolazioni fanno premura per bonificare i respettivi territori. Questi desiderati miglioramenti perA? sogliono incontrare gravissimi ostacoli nella formazione di accurati progetti e nel difetto delle somme bisognevoli per eseguire le opere. Rispetto a simili progetti, richiedendosi una spesa considerabile per levar piante, eseguire livellazioni e fare saggi, sovente non si possono compilare per lo scarso numero degl’ingegneri, e piA? spesso perchA? gl’interessati fanno difficoltAi?? nel provvedere a tale spesa. Relativamente alla esecuzione delle opere, si presentano maggiori ostacoli per ottenere il concorso di tutt’i proprietari interessati, e per rinvenire i capitali da anticiparsi. Per queste ragioni non ha potuto aver effetto la bonificazione della fertile conca su l’orlo della quale sono situati i comuni di Recigliano, di S. Gregorio e di Romagnano. Facendo que’ comuni reiterate istanze perchA? si prosciugasse il pantano che giace nel fondo della conca e corrompe l’aere de’ luoghi circostanti, si eseguirono alcune livellazioni e diversi saggi. Da tali operazioni si rilevava che il fondo del pantano essendo per molti palmi superiore al letto del Pintano che contorna la conca, esso puA? avere scolo nel fiume per mezzo di un traforo da aprirsi a traverso di una collina. Non si sono perA? eseguiti gli altri dispendiosi saggi per potersi determinare il metodo di esecuzione del traforo, e calcolare la spesa bisognevole. Inoltre, benchAi?? quest’ultima valutata per approssimazione fosse di molto inferiore al valore delle terre da sottrarsi dal dominio delle acque, pure non si rinveniva chi volesse farne l’anticipazione. In mezzo a tanti ostacoli prevalendo sempre l’inerzia, il progetto di quella bonificazione A? stato posto in dimenticanza.