La campagna elettorale non e’ certo entusiasmante: nel resto d’ Abruzzo e delle Duesicilie in genere prevalgono o le polemiche locali, come la monnezza in Campania o le questioni di modesto campanile, a livello nazionale e di grandi mezzi di disinformazione, prevalgono la telenovella dell’ Alitalia e la retorica dei partiti. Chiudiamo subito con la questione Alitalia che non ci riguarda, e’ un problema per Milano, anzi solo per chi ha investito su Malpensa, per gli altri conta poco: l’ Alitalia non e’ una fabbrica, non produce nulla, non innova nulla, non ricerca su niente, non fa niente di particolare. Se e’ giusto parlare di salvaguardia per quei posti di lavoro, come minimo si dovrebbe chiedere una qualche tutela anche per chi non ha tutele di alcun genere, per le piccole imprese, gli artigiani e i loro lavoratori dipendenti che sono a loro volta dipendenti di serie C (neanche B), la cui vita e’ nelle mani criminali delle banche e peggio ancora dei committenti che pagano come, quanto e quando vogliono, sempre se pagano.
Per queste categorie non c’e’ niente di nuovo in nessun programma, neanche a scopo puramente propagandistico. Anche la propaganda sui precari non li riguarda: i precari a cui si rivolgono i partiti sono solo quelli delle grandi strutture e basta, come se non fosse precario anche uno che fa l’ idraulico e deve trovarsi clienti ogni mese altrimenti non tira a campare o quello che fa l’operaio nell’ officinetta del meccanico o che lavora occasionalmente come manovale. Nessuno comunque affronta la questione fondamentale dell’ economia nazionale e locale in particolare, ovvero della necessita’ di fuoriuscire completamente dalla logica globalista del capitale e tornare al sano protezionismo, unica via per permettere di avere dipendenti a libro paga senza trovarsi al fallimento per colpa del solito importatore le cui merci sono prodotte da lavoratori pagati al mese quanto una giornata di un precario nostrano, da fabbriche che non pagano tasse, inquinano e distruggono il pianeta senza vincoli.
E cosi’ veniamo all’ ambiente che e’ l’ argomento principale di tutte le liste. Oggi ambiente e sicurezza sono i migliori luoghi comuni per dire belle cose e non fare niente o al limite per inventare qualche ulteriore posto di lavoro fasullo per i soliti controllori e per fare qualche norma blocca tutto.
L’esempio piu’ lampante lo danno le centrali solari: l’ ostacolo piu’ grande alla loro realizzazione e’ costituito dalla regione Abruzzo che lo fa in nome delle piu’ diverse tutele, tutte rigorosamente ambientaliste. Nulla pesa il fatto che ogni Kwatt di solare significa litri di petrolio in meno, montagne di fumi ed esalazioni pericolose in meno, taniche di olii minerali in meno e cosi’ via! No, quello che conta e rendere le cose difficili, spesso impossibili per far finta di essere ambientalisti.
In nome dell’ ambiente, cosi’, non si fa nulla, ovviamente nulla nemmeno per l’ ambiente, tutto si riduce alla tutela, cioe’ a bloccare le cose, non si fa un investimento dinamico sull’ ambiente, non si fa un calcolo costi benefici globali ma si guarda solo e sempre il pezzettino davanti alla finestra.
Tuteliamo il balconcino e poi milioni di api muoiono di strane malattie, l’ aria continua a peggiorare, nel mare non c’e’ un pesce, il traffico e’ devastante, i treni non funzionano, i mezzi pubblici peggio ancora. Pero’ tutti tutelano l’ ambiente e cio’ con norme sempre piu’ restrittive.
Insomma l’ ambiente oggi e’ la fiera del divieto non quella della proposta e delle opportunita’.
Alla fine di ogni programma elettorale ci sono le promesse di posti nella burocrazia e le opere pubbliche, spesso inutili e di immagine. Nessuno, dico Nessuno fa sua la proposta di cancellazione degli enti inutili fondamentale misura per liberare risorse finanziarie e quindi poter ridurre tasse, fare opere pubbliche, dare servizi di assistenza ecc…
Altro argomento poco presente sono i valori, la moralita’ pubblica e privata, soprattutto quella privata, perche’ lo sfacelo viene proprio da li’, dalla distruzione di ogni pudore e di ogni senso della moralita’, nel nome non della liberta’ ma del libertinaggio, ovvero dello svacco. I partiti, al massimo fanno propaganda sulla questione delle moralita’ pubblica ma anche su questo argomento, con l’ eccezione di IDV e lista Pescaraincomune, prevale il silenzio o la propaganda in malafede dei giacobini mascherati da sanfedisti.
A questo punto rifacciamoci la domanda: votare o non votare o per chi votare? La discussione e’ aperta all’interno del Comitato Duesicilie e anche tra i lettori, un confronto non banale e’ fondamentale anche tra noi tenuto conto che le elezioni non sono un appuntamento qualsiasi..
Giulio Larosa