Un inno all’Immacolata per le Due Sicilie
di Fiore Marro
1 dicembre 2021
Presentazione storico teologica a cura di Emanuele Dodeci
L’inno presenta punti sia spirituali che storici. Si tratta di un canto esclusivamente dedito a Maria, non si parla ad altri: la sola e unica Regina, come sottolineato nel ritornello, è Maria e non si può distogliere l’attenzione da lei.
Nella prima parte, si trattano i quattro dogmi mariani.
Le prime due strofe parlano dell’Immacolata: prima vi sono i figli che a lei ricorrono, chiedendo protezione presso il suo altare; poi, il popolo ripete alla Beata Vergine che al mondo solo Lei è inviolata e solo in Lei vi è la grazia.
La terza strofa verte sulla verginità di Maria: “il giglio intatto (della verginità) in te non si rovinò”.
Il tema successivo è quello della maternità divina: solo in Maria, l’unica donna preservata dal peccato, in cui non fu violato il giglio verginale, poteva formarsi il Figlio di Dio, (che oltre ad essere Dio doveva essere uomo) la più santa delle madri!
Infine, non per importanza, è presente il dogma dell’Assunzione: i viri (gli uomini) potranno chiamare solo lei “Vergine Immortale”, poiché solo lei e nessun’altra creatura vinse anche nel corpo e non solo nell’anima.
Nella seconda parte, viene aperto il contesto storico: il tema predominante è l’antico patrocinio dell’Immacolata sulle due Sicilie, re Ferdinando e tutti i suoi sudditi, che, dopo la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione da parte di Papa Pio IX, giurarono di difendere anche con l’effusione del sangue l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Nella sesta e settima strofa leggiamo, infatti, che sempre, anche nei periodi nefasti, le due Sicilie saranno devote alla loro gloriosa patrona, dall’Abruzzo alla Sicilia, tutti canteranno a lei e le loro bandiere col suo soffio sventoleranno.
Il tema delle bandiere è molto sentito nel Regno delle due Sicilie, i popoli si rispecchiavano in un’unica bandiera, in cui veniva rappresentata la loro storia la loro cultura. I soldati duosiciliani riempivano le chiese l’8 dicembre per la loro festa nazionale e facevano benedire le loro bandiere, che sventolavano davanti all’immagine dell’Immacolata: mai toccavano terra se non davanti al Santissimo Sacramento.
Erano appese ai balconi non solo dei nobili, ma anche dell’umile gente, perché tutti erano rappresentati, nel nome dell’Immacolata, dalla bandiera del Re (non in tre pezzi di stoffa che non solo raccontavano la storia di altri popoli, ma che ricordavano un doloroso massacro).
Per questo leggiamo “massoni infedeli la corona ti strapparono” e “presto (la sacra corona) ritorni a te”: strappando la corona al re delle Due Sicilie, il re di Piemonte strappava la corona all’Immacolata, perché il re non teneva mai la corona in testa, ma la indicava, giacché era sul capo della Madonna!
In seguito, vi è un fureo soldato e ancora si legge “come allora proteggi i tuoi figli”. Questo porta alla mente un miracolo che fece diventare patrona delle Due Sicilie proprio l’Immacolata: dopo la caduta della Repubblica Napolitana, dei soldati costretti a lasciare per sempre il regno decisero di saccheggiare alcune città. Dato dal generale repubblicano l’ordine di uccidere tutta la popolazione e di rubare gli oggetti di valore, da oriente su di una nuvola, egli vide la Madonna, che lo fermava e gli diceva: “Sono figli miei, non li toccare”. Il soldato, esterefatto e sconvolto, revocò l’ordine e lasciò per sempre il regno.
L’inno si conclude con un monito: “Proteggi per sempre il regno”.
Anche se divisi e oppressi, comunque abbiamo la certezza che mai la Beata Vergine Immacolata, nostra patrona e Regina, ci abbandonerà!
Il titolo
Molto significativo è il titolo, che non avevo scritto in precedenza, ma che ho deciso di scrivere dopo la stesura e la musicazione. Esso è:
“INNO ALLA BEATA VERGINE MARIA IMMACOLATA REGINA E PATRONA DEL REGNO E DEL POPOLO DUOSICILIANO SULLE NOTE DI LORENZO PEROSI”
Dopo aver scritto il ritornello e le strofe ho deciso che non ci fosse titolo adatto se non “Inno alla (…) Regina e patrona (…) del regno e del popolo (…)”, perché, come già detto, l’Immacolata è, per ogni duosiciliano, quella celeste avvocata e consigliera per cui dare la vita, il sangue. L’Immacolata è quella madre che ci conforta nell’oppressione italiana, è quella stella che rifulge sul nostro popolo indicandoci il giusto e retto cammino, ed era necessario in questo periodo, che Bartolo Longo definiva “di smorta fede ed empietà trionfante”, ricordare la celeste protezione della Beata Vergine Maria.
La musica
Come avrete notato, nel titolo è scritto “sulle note di Lorenzo Perosi”.
Non trovando motivi validi per la musicazione e tentando di dargli una voce tutta sua, dopo giorni di preparazione, mi sono imbattuto in un concerto polifonico su YouTube, in onore del grande musicista cattolico Lorenzo Perosi: in particolare, nell’inno “Laudate Mariam”. Con mia grande gioia e stupore le parole erano molto simili, le rime combaciavano, la melodia era ottima; ho provato a cantarlo: era stupendo. Mi si era aperta una lanterna nelle tenebre, dopo giorni di studio e di prova, finalmente l’inno poteva essere anche cantato ed accompagnato con l’organo.
Il Testo
Dopo l’ampia presentazione, vi mostro l’opera per intero:
Regina Regina Salva il tuo popolo
Regina Regina Salva il tuo popolo
Adunati fedeli presso il tuo altar
imploran, devoti la liberazion.
Iddio da ogni male Illibbata ti serbò
Deh! serba dal male
noi che invochiamo te.
Il tuo nome santo prediletto fu,
il giglio intatto in te non si rovina.
In grembo un figlio Dio ti destinò,
allor divenisti Madre del Redentor.
Assunta ora sei
Gloriosa in Ciel, di te vir diranno
Sei Vergine Immortal.
Fernando e noi tutti invochiam protezion,
la patria si volge presso te in duol.
Le due Sicilie, d’Abruzzo a Scilla,
per sempre devote a te inneggeran
e le nostre bandiere in quell’ara santa,
il soffio tuo sacro sventolerà.
Il fureo soldato volesti fermar
e tuoi figlioli da morte liberar.
Sui bastion di Gaeta per te combatterem,
la sacra corona presto ritorni a te.
Tu un dì ci salvasti, salvaci oggi ancor!
Scaccia, coi tuoi piedi il nemico invasor.
Massoni, infedeli la coron ti strappan,
ma oggi, Regina,te la riconsegnam.
Le Due Sicilie volgon omaggio a te,
tu mostragli sempre il Divin Salvator.
Regina tu sei del nostro popol fedel,
Regina di oppressi, Regina dei Re.
Un dì, la corona consegnammo a te,
Fernando e la patria affidiam a te.
La patria proteggi, insieme al Sommo Re,
tu dona ai protetti il Consolator.
Dulcis in fundo…
Ringrazio nuovamente Radio Spada, nella persona del suo presidente Piergiorgio Seveso, per la pubblicazione. Un ringraziamento speciale va a chi mi ha aiutato con l’inno e la presentazione, ma in particolar modo alla Beata Vergine Maria, che evidentemente ha voluto questo inno e ad un anima a me molto cara spiccata in cielo da qualche anno.
Quest’inno lo dedico a Lei, che fu devotissima alla Madonna Immacolata e alla sua medaglia, alla Santissima Trinità la mia gratitudine per avermi dato la forza e la tenacia per poter tessere le lodi di Maria SS., che interceda per tutto il regno presso il Cuore del suo Figlio.