
di Lorenzo Terzi
Nel fondo “Questura” (serie “Gabinetto”) dell’Archivio di Stato di Napoli si conserva una nota, priva di firma perché mutila, scritta su carta intestata “Luogotenenza generale del Re nelle Provincie Napoletane / Gabinetto”, e datata “Roma 20 agosto 1861”. In essa lo scrivente comunica alla Questura di Napoli alcune informazioni circa l’emigrazione borbonica nella capitale pontificia.
Di una certa importanza sono le notizie riguardanti il celebre legittimista alsaziano Emile Théodule de Christen, del quale l’autore della nota fornisce una dettagliata descrizione fisica:
“Di de Christen non v’ha la fotografia presso alcuno dei fotografi. D’altra parte egli si trasforma spesso. La sua figura naturale però è questa. È di statura mezzana, più tendente al basso che all’alto. Cammina piegando le reni in avanti e spesso colle mani in tasca.
È biondo di capelli, di ciglia e di barba.
Il viso è regolare, se non che ha i [sic] zigomi un po’ sporgenti, l’occhio cenerino, la tinta, naturalmente bianca, delle carni dà un po’ in color rosa sporco, il che pare effetto di bruciatura di sole. Ha i baffi precisamente color di canapa. Chi potesse penetrare nella sua casa troverebbe certe maschere, barbe e parrucche di varii colori, vestiti da prete e da contadino, di tutto ciò era fornitissimo qui in Roma, come pure di armi. Mi ricordo benissimo che il suo padrone di casa avvisò questo Comando francese aver colui due casse, una di pugnali, l’altra di revolver. Ed il G.le Goyon [Charles-Marie-Augustin de Goyon, capo della guarnigione francese di Roma, n.d.r.] impedì alla sua gendarmeria di fargli una perquisizione”.


