Manifestazione Duosiciliana
Vento Ai??indipendentista e autonomista in tutta Europa tranne nelle Due Sicilie continentali.
di Fiore Marro
Caserta 28 marzo 2014
Lai??i??aria che tira dovrebbe assolutamente far piacere agli autonomisti come me e agli indipendentisti del territorio che fu un tempo il florido Stato delle Due Sicilie.
La grande partecipazione alla consultazione indetta da alcune associazioni, definita ai???referendum per lai??i??indipendenza del Venetoai???, deve indurci a riflettere su di un tema fortemente sentito dai veneti ma anche da noi. Ai??
Sono molte le questioni emerse da questa consultazione spontanea. Quello che emerge perA? su tutto A? la forte volontAi?? di secessione Ai??e non di ai???questione settentrionaleai??? come invece Ai??finora si spacciava il malessere dei Veneti. Con questa consultazione pubblica circa due milioni di veneti hanno espresso il loro sacrosanto desiderio di essere messi nelle condizioni di ripartire per il bene del Veneto, il resto sono solo chiacchiere e sterili polemiche.
In Francia a Parigi e in altri municipi di questo giro elettorale il Front NationalAi?? di Ai??Marine Le Pen avanza fortemente e si prepara per ripete lai??i??esperienza Ai??in vista delle elezioniAi?? europee del 25 maggio.
Il risultato delle consultazioni comunali A? stato strepitoso: il FrontAi?? National, il partito maledetto dellai??i??estrema destra francese fino a non molti anni fa, conquistaAi?? comuni, ed A? in gara nel secondo turno per prenderne altri, A? di fatto forza nazionale. Marine Le Pen, figlia del duce Jean-Marie,vince . La scalata della fiamma tricolore si puA? dare ormai come fatto compiuto. La futura e imminente corsa A? la conquista del potere. Il vero senso di queste elezioni francesi Ai??A? lo sdoganamento definitivo del Front National, il certificato di sfiducia che domina lai??i??elettorato nei confronti dei grandi partiti tradizionali . La vittoria di Madame Le Pen A? un segnale per lai??i??Europa, un sasso lanciato contro le politiche di Bruxelles, una chiamata alle armi per tutti i nemici di euro, globalizzazione, austeritAi??, un movimento che comincia a diventare maggioritario in tutta Europa, non piA? lai??i??Europa dellai??i??euro ma quella dei popoli, queste tematiche sono molto vicine al pensiero dei duosiciliani al di lAi?? del colore di Front National..
Chi sente come me il bisogno di una liberazione territoriale sta seguendo ed attende con fede incrollabile gli esiti del Referendum per l’indipendenza della Scozia che Ai??si terrAi?? il 18 settembre 2014. Indetto dal Governo scozzese in seguito ad un accordo tra il primo ministro scozzese Alex Salmond e il premier britannico David Cameron, esso porrAi?? agli elettori il seguente quesito: “Dovrebbe la Scozia essere uno stato indipendente?ai??? . Ai??I temi del referendum Ai??saranno: la soliditAi?? economica della Scozia, le modalitAi?? di difesa, il mantenimento dei rapporti con il Regno Unito e l’adesione a organizzazioni internazionali, in particolare Unione Europea Ai??e NATO.
La Catalogna (Catalunya) comunitAi?? autonoma spagnola situata all’estremitAi?? nord-orientale della penisola iberica, tra i Pirenei e il Mediterraneo che ha una popolazione di 7.354.411 abitanti. Dichiaratasi nazionalitAi?? nel proprio statuto (e come una nazione nel preambolo del testo), la Catalogna esprime rivendicazioni nazionalistiche, autonomistiche e anche indipendentistiche derivanti dalle proprie peculiaritAi?? linguistiche e culturali. Costituisce, inoltre, il piA? esteso e popolato dei territori catalanofoni noti come Paesi catalani,Barcellona, Girona, Lleida e Tarragona sono le quattro provincie che la rappresentano; tra le realtAi?? indipendentiste A? assolutamente quella piA? forte Ai??. La nostra popolazione A? il doppio degli abitanti della Catalunya eppure stentiamo Ai??a partorire qualcosa che possa avvicinarsi a loro.
Domenica 30 marzo 2014 si svolgerAi?? a Palermo la MARCIA PER Lai??i??INDIPENDENZA DELLA SICILIA. Il corteo inizierAi?? da Ai??per terminare a Piazza Castelnuovo. Questa marcia A? la ai???Marcia per lai??i??Indipendenza della Siciliaai??? .Per rispetto verso chi condivide la voglia e la lotta per lai??i??autodeterminazione dei popoli, in occasione dellai??i??evento sarAi?? consentito lai??i??esposizione delle bandiere e dei vessilli identitari delle loro Nazioni senza Stato e dei loro partiti e movimenti. Alcune delegazioni del continente italico saranno presenti alla marcia tra cui alcuni esponenti dei Comitati Due Sicilie.
Tutto questo fermento, questi venti forti di indipendentismo e autonomia purtroppo ha per noi duosiciliani una triste Ai??e inconfondibile matrice : Noi non ci siamo.
SarAi?? per via della troppo breve rinascita identitaria della nostra gente, sarAi?? colpa che i vari esponenti di punta dei movimenti Ai??lavorano piA? per il proprio culto della personalitAi?? che per un progetto di liberazione, sarAi?? la presenza di troppi apprendisti stregoni, sarAi?? forse perchAi?? il messaggio arriva in modo distorto alla nostra gente, ma la realtAi?? A? questa, tristemente e assurdamente questa.
Il mio augurio A? che tutto questo fermento che si scorge in giro per lai??i??Europa possa risultare per noi duosiciliani la chiave giusta per entrare a far parte di questa nuova frontiera non come spettatori ma come protagonisti assoluti, se non ora quando?
Forza e onore
Fiore Marro
Presidente Nazionale Comitati Due Sicilie.
4 Comments
Descrivere in due parole questo NON fenomeno è abbastanza complicato.
In primo luogo la decisione che porta alcuni popoli a chiedere l’indipendenza, chiamatela secessione o autonomia, cambia poco, è il fatto che quest’unione europea non è affatto un’unione.
1) Quando due persone si uniscono, mettono insieme crediti e debiti, li gestiscono insieme e insieme scelgono il modo migliore per portare avanti la loro vita, così non è stato per questa Europa unita (solo sulla carta).
2) Dietro questa finta unione, c’è il malcontento per quei paesi nei quali la finanza speculativa è andata all’assalto, approfittando del valore della moneta che è al disopra dell’effettivo valore di alcuni Paesi che hanno aderito, anche forzosamente a quest’unione, senza avere la possibilità di scelta, salvo poi corrompere alcuni governi per invogliarli ad aderire.
3) La voglia di secessione non è dato da un motivo ideologico, storico, romantico ma proprio per i due punti precedenti.
Perché nell’ex Regno delle due Sicilie questo bisogno non si sente? Forse perché si tira a campare con rassegnazione e a poco servono le tante associazioni incapaci di costituire una forza unica.
Scusa la mia franchezza Fiore, ma è quello che penso. Se qualcuno può smentirmi ne sarei felice.
E’ vero NOI NON CI SIAMO ed è un vero peccato,perchè il nostro interesse
dovrebbe portarci sempre ove si discute o comunque si agita il problema della libertà,autonomia,autodeterminazione dei popoli. Scozzesi,Catalani,Baschi ed altri si adoperano in ogni modo per riprendersi la loro autonomia ,Croati,Sloveni,Macedoni,
Kosovari,Montenegrini si sono resi indipendenti . E ancora di più,i Veneti,hanno svolto un
referendum votando (circa due milioni e cinquecentomila voti favorevoli) per dichiarare di voler costituire la Repubblica Veneta .Un esempio magnifico di dignità identitaria .E non basta,i Sardi sono in fermento e il 12 aprile si costituirà a Firenze un partito che avrà come suo fine la indipendenza della Toscana .Domenica 30 marzo ci sarà questa marcia a Palermo e mi dispiace averlo appreso solo oggi,perchè mi sarei organizzato per esserci . Comunque mi auguro abbia buon risultato e dia inizio ad un serio movimento di liberazione dal giogo politico romano,chiaramente liberandosi prima da tutti gli ascari”che con quel giogo mangiano e mangiano bene ( e queston è vizio antico che risale al 1860 con i gattopardi e i vicerè) La parte continentale del Sud ivece è assolutamente assente,rassegnata,occupata ad aver pazienza o far carriera a roma ,dimentica del tutto delle sue origini,della sua tradizione,dei suoi valori,dei suoi Morti,del suo onore violato,contenta ,ahimè,di essere schiava ………di roma.
il fatto e’ che in questi ultimi anni sono nati diversi movimenti meridionalisti, molte sigle,molti “distinguo” fra noi. I piu’ servono solo a un personalismo sfrenato e ne fanno fece i nomi delle persone che li hanno ispirato. Si scrivono argoment vari nche a volte sfociano nell’elogio di u folclorismo paesano, quando addirittura si incensano vecchi campioni sportivi per farne una bandiera. Alla fine penso che manca ancora una vera rivalutazione della nostra storia che deve nascere sui banchi di scuola, accompagnata da una adeguata preparazione ad affrontare il nostro grande problema. Vanno bene i convegni e le manifestazioni commemorative, ma manca la compevolezza di far parte di una realta vivente, di un vero popolo duosiciliano che aspira ad una vera valutazione.
Fino che ci saranno i pariti nazionali che sfruttano questa situazione in molti modi che vanno dai voti comprati alle altre fonti d’inquinamento della politica, sara’ difficile spuntarla. Dobbiamo creare la coscienza di essere un vero popolo che aspira alla sua liberta’ e non l’appendice di una “espressione geografica”.
Dovremmo provare un attimo a volare alti e a dirci la verità guardandoci negli occhi: da dove nasce il desiderio di indipendenza? Dal lontano retaggio storico? Dal romantico: com’ero bello e forte da giovane? No.
Nasce dal fatto del malcontento del territorio, dalle disuguaglianze di trattamento, dalle prepotenze, dagli inamovibili vampiri, dalle sanguisughe finanziarie.
Se al sud, questo mi interessa maggiormente, le banche dessero la possibilità di investimenti allo stesso tasso bancario che praticano al nord, se al sud ci fosse più lavoro e meno espatri e meno delinquenza, dovuta propria a queste mancanze, se infine al sud avessimo una classe dirigente onesta, questa voglia di indipendenza esisterebbe ancora? Personalmente credo di no. Resterebbe solo la voglia di riscatto storico, di far ricordare agli storici, buoni e cattivi, che cos’era l’ex Regno prima dell’unità. Allora ben vengano i convegni e le riunioni culturali che ormai si sprecano. Ma per l’indipendenza…è tutto un altro discorso, sopratutto politico, ed è anche su questo che si dovrebbe riflettere e lavorare.
Non diciamo forse noi: ‘o pesce fete d”a capa?