Cari amici dei CDS,
avrei voluto essere con Voi nei giorni del congresso e conoscervi e salutarvi tutti di persona, ma, come ho giAi?? avuto modo di esprimere al nostro Presidente, impegni di lavoro precedentemente assunti non me lo hanno permesso con mio grande rammarico.
Mi prendo pertanto la libertAi?? di rubarvi qualche minuto per esprimervi alcune considerazioni personali che volentieri avrei portato alla vostra attenzione durante il congresso e che in qualche modo sono state richiamate in qualche post recentemente letto.
Due pannelli di presentazione dei CDS dicono :
Non siamo un partito ma una Nazione
Il futuro di una Nazione si crea con la cultura
parto quindi da questi due enunciazioni, felicemente significative, che in fondo e con semplicitAi?? chiariscono le riflessioni ed i dubbi circa il ai??? chi siamoai??? ai???dove andiamoai??? ai???quale A? la nostra missioneai???.
Essere Nazione implica, secondo me, una pluralitAi?? di opinioni, di punti di vista, di convincimenti etici e sociali, perchAi?? una nazione tutte le ingloba ed assimila e allai??i??interno di questa Nazione dobbiamo trovare quel denominatore comune, quelle istanze condivise per il nostro SUD, cioA? ciA? che ci unisce nelle diversitAi?? inevitabili.
A titolo di esempio potrei indicare il progetto di macroregione, di una entitAi?? cioA? allai??i??interno dello stato unitario, dellai??i??Italia, che elabora, condivide, attua, un proprio progetto di sviluppo che tenga conto delle specificitAi?? del SUD, una volta tutelate da una Nazione autonoma, il Regno delle Due Sicilie. Farci conseguentemente interpreti di queste esigenze agli amministratori che ciascuno di noi autonomamente ed in assoluta libertAi?? deciderAi?? di appoggiare e nella speranza di avere un giorno dei nostri rappresentanti CDS, ritengo possa essere una istanza condivisa da tutti i componenti dei CDS.
Quanto al secondo punto, non esiste Nazione senza la consapevolezza di sAi??, delle proprie origini, del proprio passato, della propria cultura e la cultura del SUD A? una cultura complessa e variegata, una cultura figlia di molte nobili e prestigiose madri.
Questa cultura dobbiamo riscoprire, valorizzare e divulgare, perchAi?? A? segno di un passato ricco ed onorevole e puA? essere il viatico per un futuro altrettanto onorevole.
Ho apprezzato molto, nel corso di questi anni di vicinanza ai CDS, il rigore nella divulgazione delle notizie storiche, una ricerca sempre attenta ad evitare scivoloni e inesattezze; mi auguro che analoga attenzione venga riservata anche agli argomenti che trattano la tecnologia e le scienze, argomenti che si prestano a semplificazioni e fraintendimenti. Se vogliamo raccogliere intorno al nostro progetto le menti migliori, le energie nuove, dobbiamo aprirci ad un dialogo aperto e serio che si confronti su veritAi?? oggettive e pluralitAi?? di pareri, correndo altrimenti il rischio di diventare dogmatici e di travisare la realtAi?? delle cose. Per meglio spiegare cosa intendo vorrei portare un esempio, che chiarisce il mio punto di vista. Al momento dellai??i??unitAi?? dai??i??Italia la piA? grande acciaieria dai??i??Europa era nelle Due Sicilie, a Mongiana, in Calabria; come voi tutti sapete fu praticamente smantellata, le attrezzature smontate e con esse un pezzo di industria pregiata e di ricchezza. Oggi a Taranto corriamo il rischio che avvenga la stessa cosa, unai??i??altra volta al danno del Sud e questa volta ad opera degli stessi meridionali. Non dobbiamo, secondo me, farci trascinare nellai??i??odiosa teoria che
vuole la fabbrica contrapposta alla salute, dobbiamo viceversa pretendere che tutte le azioni siano volte a far convivere lavoro e salute, salvando lai??i??uno e lai??i??altra. Anche questa A? cultura anche questo A? operare per il bene del SUD.
Carlangelo ScillamAi?? ChiarandAi??