Barbacetto la Voce del Beone ( avrei voluto dire altro ma l’etica lo vieta)
Di Fiore Marro
Caserta 24 agosto 2018
“Sanfedismo, malattia finale della sinistra: difendere i poteri e lo status quo, come fece, un paio di secoli fa, il popolo che si schierò in difesa dei Borbone che lo avevano impoverito e sottomesso”.
Queste frasi sono di Gianni Barbacetto, prima firma della testata vicina ai 5 Stelle, Il Fatto Quotidiano.
Dopo il “contratto” con Salvini pure il fango sul Sanfedismo ora, che belle prospettive identitarie…
Chiedo voi che vi professate duosiciliani, borbonici e meridionalisti, e difendete a spada tratta questo nuovo tentativo politico,, davanti a queste idiozie non vi fate un poco schifo?
Naturalmente non si biasima la linea relativa alla tragedia di Genova e alla necessità di punire colpevoli e complici politici (Il Fatto Quotidiano 17/8/18) ma non possiamo concordare, sul piano storico, con quella assurda associazione tra sanfedisti e “benettoniani” e sulla sua strana tesi relativa al “sanfedismo di sinistra”.
“ I sanfedisti, dice Gennaro De Crescenzo, furono l’esatto contrario: furono gli eroi del popolo, difensori della propria terra, delle proprie famiglie, di tradizioni e valori che i Borbone ben rappresentavano (altro che “affamatori” di popoli). E furono massacrati (nel Regno di Napoli in oltre 60.000 nei 5 mesi della effimera repubblica napoletana del 1799) prima di riconquistare eroicamente il loro Regno. A meno che lei non pensi (con giacobino disprezzo) che quei 60.000 fossero così idioti da perdere la vita per difendere dei “massacratori”, che senso ha la sua tesi? I francesi/giacobini erano settari/elitari (alto-borghesi e nobili), non a caso glorificati dalla cultura di sinistra e oggi probabilmente sarebbero… “benettoniani”. Forse dovrebbe invertire quel paragone e magari lasciare in pace i nostri “sanfedisti”.
L’editoriale a sua firma, infatti, provocatoriamente intitolato Il “Sanfedismo” di sinistra e gli spot gratis per Benetton, il salottiero opinionista televisivo condanna giustamente ed in maniera più che condivisibile l’atteggiamento di amici e parenti “sistemici” di sinistra, schieratisi apertamente con la famiglia parassita dei Benetton, e contro le dichiarazioni di Luigi Di Maio e Danilo Toninelli.
All’epoca delle “insorgenze” contro l’invasione dei giacobini francesi, culminata con la ridicola repubblica partenopea del 1799, creata ad opera di pochi nobili annoiati, che ne scimmiottavano le idee parigine per un radicalismo-chic ante litteram, ma senza avere la spinta modernizzatrice di una borghesia in evoluzione.
E, dunque, senza avere alle spalle l’appoggio e la spinta di un popolo che crescesse nella volontà di un riconoscimento del proprio diritto ad una rappresentanza sociale.
Il popolo napolitano, i Sanfedisti, si schierarono con i Borbone,non il contrario come erroneamente sostiene Barbacetto. Per i Sanfedisti, infatti, quei “Controrivoluzionari” che risalirono dalle Calabrie agli ordini del Cardinale Ruffo per riprendersi quello che gli era stato scippato dai Giacobini francesi, i valori di riferimento erano tre: Dio, Patria, Re.
Sanfedisti Innanzitutto con la Real Casa di Borbone.
Ecco perché si schierarono con i Borbone: ne riconoscevano automaticamente uno “status”, quello della legittima guida e riferimento della propria Patria in pericolo.
Erano -al contrario- i giacobini partenopei a rappresentare, come oggi le famiglie del capitalismo italiano servo-assistito alla Benetton o Agnelli, le storture e le umiliazioni inflitte a un popolo che le élite vendute e corrotte stavano impoverendo e cercando di sottomettere.
Infine, secondo ed ultimo dubbio: ma come fa un filosofo a definire “Sanfedisti di Sinistra” un manipolo di veri “Giacobini” (anche per appartenenza e discendenza storico-politica), come sempre al servizio dell’invasore e del potente di turno? Ai posteri l’ardua risposta.