Rovistando nei cassetti della rete alcuni anni fa trovai delle notizie riguardanti la mia terra, erano in netto contrasto con quelle che mi forniva la storiografia ufficiale, parlavano di un passato in cui la mia gente viveva governata da un regime che poneva l’uomo al di sopra del profitto, e ancora parlavano di re che provavano ad arginare lo strapotere delle classi agiate, di uomini duri che con un sorriso talvolta riempivano il cuore di belle donne con gli occhi pieni di sole.
Parlavano anche di una lotta impari contro un invasore per mantenere la propria libertà.
Come mia abitudine non mi sono fermato a queste notizie, ho voluto andare più a fondo e questo mi ha portato a conoscere una storia che mi è stata sempre negata, una storia che non ho letto nei vari libri che stanno riempiendo le bacheche della rete e delle librerie scritti perlopiù da pseudo-storici della domenica, le ho cercate e trovate in testi contemporanei ai fatti e ho voluto condividerle in modo gratuito come prevede da sempre il mio modus operandi.
Sembra però che le cose non pagate non abbiano valore e infatti mi sono spesso trovato a scontrarmi con dei muri di gomma dove a verità riscontrate si sono contrapposte “verità rivelate”, cioè verità talvolta alterate ed esaltate al fine di accumulare fiotti di proseliti imbelli.
Il risultato di quest’ultima è stato quello di creare una pseudo-religione meridionalista i cui credenti possono essere assimilati agli integralisti del credo padano se non ai seguaci di una setta newage con i cervelli lavati da bufale.
Ultimamente poi questo integralismo si è ulteriormente accentuato nella visione di un nazionalismo intransigente che va contro ogni logica umana e questo non fa parte del mio mondo.
Non fa meno effetto vedere questo nazionalismo sfociare in un accentuato razzismo verso tutti coloro che per loro sfortuna non siano nati e vissuti nelle Due Sicilie o verso coloro che pur avendo questi requisiti abbiano una fede sportiva diversa o che politicamente vedono le cose in modo diverso.
Non è questo che io sogno per la mia terra, io la vedo libera, abitata da uomini e donne che con amore la curano e l’alimentano affinché possa ospitare degnamente il genere umano così come altra creatura del Creato.
Eppure la mia terra è ferita, ci sono le cicatrici delle piaghe che per anni sono state inferte al sacro suolo ma quelle che fanno più male sono le ferite che giornalmente sono provocate dai loschi figuri che impazzano nella rete per portare falsi messaggi di libertà che menti deboli e deviate recepiscono dando ulteriori mezzi ai miei nemici di denigrare il mio Paese.
A questi aggiungerei la mancanza di coerenza dei precedenti che continuano a urlare contro gli amministratori ma nel silenzio del seggio elettorale hanno venduto la loro libertà per un pacco di pasta.
Questi non sono i giusti atteggiamenti che potrebbero portare al riscatto sociale e morale della mia terra ferita non solo dalle lobby di potere ma principalmente dalle proprie genti che con fatti o omissioni hanno avvelenato il sacro suolo che mi ha visto nascere.
Ho evitato di proposito espressioni molto più cruente che il mio stato d’animo mi propone di usare, vi chiedo quindi di non invitarmi a fornire repliche o altre motivazioni.
Non consideratemi un ascaro perché io amo la mia terra molto più di quanto lo facciate voi presunti briganti dal passato anonimo senza onore e senza lode e con un futuro meno luminoso di una candela spenta.
Mi spiace solo per quelle poche persone che hanno creduto e credono ancora che ci sia riscatto, io sono giunto ad un’amara conclusione: le Due Sicilie saranno libere solo quando saranno liberate da questa feccia putrida che ama solo sparlare senza però alzare un unghia per rendere migliore il posto in cui vivono.
Vincenzo Tortorella – CDS Veneto