Ci stiamo lasciando alle spalle Pontelandolfo, calano le prime luci della notte, la piazza diventa ancora piA? bella illuminata dai lampioni seminati lungo il tratto del centro storico, una morsa mi stringe il cuore, sento diverse voci di grida dolorose ed intorno uno strano odore, acre, forte, per tutto il tempo che passeggiamo nel paesino sannita fino ad abbandonarlo.
Questa illogica, assurda sensazione mi ha fatto compagnia, ho confessato ad un certo punto questo stato emozionale allai??i??amico Renato Rinaldi, direttore di Pontelandolfonews e nostro padrone di casa, anzi A? grazie al suo invito che ho visitato per la prima volta il luogo saccheggiato dai soldati piemontesi in quel maledetto agosto del 1861. Renato, dallai??i??alto della sua esperienza, mi spiega che A? una percezione normale la mia non una anomalia, A? normale per chi sente forte lai??i??appartenenza ad un luogo.
Il direttore Rinaldi A? un ottima guida, ci porta a conoscenza del posto dove vennero giustiziati i ai???rivoltosiai???, sotto un tiglio proprio nei pressi della Torre che domina tutta la spianata del paesino beneventano, giAi??, pacifici regnicoli borbonici passati alla storia come ribelli, impiccati, bruciati, seviziati. Lungo la strada del centro, ad un certo momento, chiedo a Renato se la gente di Pontelandolfo ha ancora il ricordo della violenza subita dai loro avi ed il nostro cicerone mi indica una piazzetta, A? lAi?? che vive ancora il ricordo mi dice, scorgo che il luogo indicatami porta il nome di una donna, la piazzetta A? intestata ad una certa Concetta Biondi.
Concetta Biondi una delle tante donne di Pontelandolfo che in quel maledetto 14 agosto del 1861 vennero offese e abusate dai ai???civilizzatoriai???, un sindaco a distanza di tanti anni aveva sentito lai??i??onere del ricordo, anzi mi si racconta dagli amici del paese che lo stesso amministratore aveva chiesto allo Stato italiano di riconoscere Pontelandolfo come cittAi?? martire dei fatti del ai???61, ma dallo Stato nessuna risposta era giunta in merito alla quesito.
Rinaldi ci ha ospitato perchAi?? venuto a conoscenza del testo teatrale che insieme al regista di teatro Enzo Morzillo abbiamo scritto in onore dei Briganti e delle Brigantesse, forse la rappresentazione toccherAi?? anche la cittadina sannita dopo la prima che andrAi?? in scena alla fine di marzo di questo anno nella nostra antica capitale sebezia. Lai??i??ospitalitAi?? del professore, come viene confidenzialmente chiamato Renato Rinaldi dal suo collaboratore Andrea e dagli altri suoi concittadini, A? di una squisitezza naturale per la nostra gente cosAi?? pure quella della sua gentile consorte, un ringraziamento da parte mia per la disponibilitAi?? e dalla cordialitAi?? ricevuta A? dai??i??obbligo e dovuta.
Mentre ci salutiamo per tornare a casa, ricevo la telefonata di un mio carissimo amico della diaspora duosiciliana al nord, che, impegnato politicamente in un centro lombardo, mi rivela che si A? battuto per fare ricevere dal suo comune una fetta de quella vergogna chiamata munnezza, per la mia gente mi confida telefonicamente fiero Emilio. Sento nelle corde vocali del compatriota uno iato fra la contentezza e la commozione, chiude la chiamata con un forte ai???Viva le Due Sicilieai???.
Forza e onore
Fiore Marro
(Comunicato inviato dal giornalista Salvatore Candalino)
Pubblicato da red. prov. Alto Casertano-Matesino & d