Troppe le cose da fare e poco A? il tempo che resta per farle, il nostro A? un Paese allo sbando e la classe politica dimostra la sua piA? completa inettitudine.
E noi cosa facciamo?
Siamo ormai completamente immersi nelle pieghe della tossicodipendenza calcistica e dal rancore verso i vicini tosco-padani che dimentichiamo che a volte A? la nostra incapacitAi?? di reagire in modo concreto a bloccare qualsiasi tentativo di emersione dal torpore che ci pervade da un bel po di tempo.
Tutto il movimento che si nota nella rete A? solo un alito del vento di cambiamento e nessun turbine si intravede, miraggi fantasiosi porrebbero alla testa delle schiere meridionali soggetti di animo pulito ma non intenzionati al prestarsi al ai???servizioai??? della Nazione come leader, che sia il caso di inserirli nelle schede dei mercenari pronti a prestare il petto a difesa del proprio portafoglio.
Dalla parte opposta si notano biechi figuri riesumati dai fetidi sepolcri di partiti defunti che come zombie calpestano il suolo e le giuste aspirazioni di gente ormai in agonia politica ed economica.
Niente di quanto si vede A? degno di poter rappresentare il popolo duosiciliano e tantomeno il popolo A? meritevole di essere rappresentato a causa del suo naturale modo di agire poco consono alle basilari regole del buon vivere.
Vogliamo cercare le pagliuzze nel vicinato senza prima liberare il nostro giardino dalle travi che lo ingombrano, A? infatti prassi comune il muoversi sul filo dell’illegalitAi?? da parte nostra e spesso si scivola anche di poco inconsciamente.
Pregiudizi, arroganza, campanilismo sfrenato, senso di prevaricazione di superioritAi?? ci impediscono di valutare appieno le nostre reali caratteristiche che hanno fatto di noi il popolo piA? amato e piA? odiato sul pianeta.
PerchA? non A? reale quello che viene mostrato ma A? il cuore duosiciliano ad essere reale, A? la sua potenza ad essere amata, quella stessa potenza che dal profondo ci impone ad agire secondo quello che comunemente A? chiamato ai???senso di ospitalitAi??ai??? ma in vero A? meglio definirlo ai???spirito di accomunanzaai??? maturata nei secoli vista la variegata consistenza delle nostre etnie.
Mettiamo da parte qualsiasi nostra pretesa dinastica per assumere un ruolo moderno di cittadini prima di meritare di essere rappresentati da un qualcuno che sicuramente uscirAi?? dal brodo primordiale della rinascita come ne uscAi?? la prima forma vivente del pianeta.
Tralasciamo per il momento le pretese per ora immeritate e concentriamoci piuttosto al rifondarci in cittadini, sviluppiamo idee, innalziamo stendardi di legalitAi?? e soffochiamo con essi i nauseabondi figli del malaffare, dimostriamo al mondo intero che dal popolo dell’ex Regno delle Due Sicilie non ci si puA? aspettare altro che gioia e laboriositAi??.
Vincenzo Tortorella