La mia relazione per la conferenza su : LA MARINA NEL REGNO DELLE DUE SICILIE:
Napoli 10 giugno 2017 Ai??
Ai?? Ai?? Ai??Ai??
Andare, andare, simme tutt’eguale
affacciati alle sponde dello stesso mare
e nisciuno A? pirata e nisciuno A? emigrante
simme tutte naviganti
Bennato Che il Mediterraneo sia
Non si puA? non rammentare che i saraceni e i pirati barbareschi avevano infestato le nostre coste dalla caduta dellai??i??impero romano fino alla venuta di Carlo di Borbone. Con Carlo nel 1738 comincia lai??i??organizzazione di una vera e propria flotta a difesa del regno, quindi si mettono in moto gli arsenali di Napoli e si dispongono le navi sullo Jonio, Sicilia e Tirreno.
Ferdinando I comprende la necessitAi?? di continuare lai??i??opera di rafforzamento della Marina e si fa aiutare da Acton, qui nascono i cantieri di Castellammare.
I Borbone realizzarono opere grandiose anche nel mare, come la Ferdinando I e il Sicilia, rispettivamente il primo piroscafo nel Mediterraneo e il primo ad attraversare lai??i??Oceano Atlantico, per giungere in America. Restando ancora al tema delle acque, oggi ci occupiamo del primo cantiere navale del mediterraneo, sito a Castellammare di Stabia.
La scelta cadde su Castellammare di Stabia, poichAi?? era molto vicina ai boschi di proprietAi?? demaniale di Quisisana che dalle pendici del Monte Faito, garantivano legname da costruzione. Inoltre vi erano numerose ed abbondanti fonti di acque minerali , che permettevano un trattamento del legno altrove impossibile ed era una zona legata da una comoda ed ampia strada, a Napoli.Ai?? Infine i maestri dai??i??ascia stabiesi, che si tramandavano il mestiere di padre in figlio, assicuravano disponibilitAi?? di manodopera qualificata e duratura.
DA RICORDARE: I Borbone hanno sempre dato nomi di re o nomi legati alla storia del regno di Napoli alle loro navi: Partenope. Archimede, Vesuvio, Sicilia, S. Gennaro, Sannita . Solo nel ventennio 1840-60 furono varate qui a Castellammare 43.000 tonnellate di naviglio tra fregate, brigantini, cannoniere e cavafondi. Con Ferdinando II si crea a Napoli il primo bacino di Raddobbo dai??i??Italia (il posto in cui si riparavano le navi e si faceva manutenzione allai??i??asciutto soprattutto delle parti della nave che restavano sotto il livello dellai??i??acqua).
DOPO I BORBONE
Che lai??i??Armata di Mare del Regno delle Due Sicilie (comai??i??era allora chiamata la Marina da guerra borbonica) fosse la piA? importante tra le Marine preunitarie A? un fatto noto. Molto meno noto, perA?, A? che, allai??i??indomani dellai??i??unitAi?? dai??i??Italia, Cavour ne adottasse le ordinanze, i regolamenti, i segnali e perfino lo stile delle uniformi duosiciliane, estendendole alla neonata Regia Marina del Regno dai??i??Italia. Con buona pace di quella vera sciocchezza che fu la leggenda del ai???Facite ammuinaai???. Una tale decisione da parte di Cavour (uno non certo incline a nutrire simpatie per tutto quanto fosse stato borbonico) in realtAi?? la dice lunga sulla considerazione e la stima di cui godeva lai??i??Armata di Mare napoletana, i suoi uomini e i suoi mezzi, rispetto alle analoghe istituzioni preunitarie. Stima e considerazione che la Marina di Sua MaestAi?? borbonica aveva saputo conquistarsi nel corso del tempo, attraverso tutta una serie di attivitAi?? e iniziative che ne avevano fatto (per consistenza e capacitAi??) la terza marina da guerra dai??i??Europa e la prima dai??i??Italia.Purtroppo, con la nascita del Regno dai??i??Italia, i cantieri stabiesi andarono incontro a enormi difficoltAi?? create dai politici del Regno che ne discussero lai??i??ubicazione e il ridimensionamento. I governi dellai??i??Italia post unitaria, cercarono in tutti i modi di ostacolare il lavoro che si svolgeva allai??i??interno di questo stabilimento. Nonostante ciA?, non fu un problema per i lavoratori stabiesi, di grandi capacitAi?? tecniche e fortemente legati alla storia dei cantieri, i quali passarono dalla costruzione dei vascelli a vela e a vapore alle corazzate con grande spirito innovativo.
Riuscendo a resistere a tale politica nel 1864 i cantieri vararono la prima corazzata del nuovo Regno e, sette anni dopo, la prima nave completamente in ferro. Nel 1876 dai cantieri di Castellammare di Stabia, uscAi?? la piA? grande corazzata del mondo progettata da Benedetto Brin.
Va inoltre ricordato che Ia celebre nave Amerigo Vespucci fu progettata proprio nei cantieri di Castellammare nel 1930 dallai??i??ingegnere Francesco Rotundi, riprendendo i progetti del veliero Monarca, lai??i??ammiraglia della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, poi ribattezzato Re Galantuomo quando fu requisito dalla marina piemontese dopo lai??i??invasione delle Due Sicilie e la conseguente nascita del Regno dai??i??Italia. I progetti ricopiati erano dellai??i??ingegnere navale napoletano Sabatelli ed erano custoditi a Castellammare di Stabia insieme alle tecnologie necessarie alla costruzione di questa tipologia di imbarcazione.
Fiore Marro