Grazie a Dio sono borbonico!!! (Lettera ai neoborbonici Ai??estate 2005)
Sembra ieri.
Di Fiore Marro
Caserta 12 febbraio 2018
Scoprirsi borbonico è un caso, un colpo di fortuna.
Chi nasce nell’ex regno duosiciliano, da 146 anni a questa parte, non ha nessuna opportunità di riscoprire le proprie origini storiche, nessun motivo di vanto nell’essere nato al di qua del Tevere.
Lo stato italiano, la scuola italiana, i media italiani hanno con precisione chirurgica evirato qualsiasi riferimento all’identità preunitaria,alla provenienza storica dei cittadini del sud italiano.
Quando poi sia ha la fortuna, grazie ad un libro, un amico, un giornale, di scoprire che l’indottrinamento che ci viene propinato dai cattivi maestri italioti è falso o parzialmente mendace, ci si sente come Alice nel mondo alla rovescia.
Il primo pensiero dell’ uomo che ritrova se stesso e la propria appartenenza, in questo caso la nostra, quella duosiciliana, è quello di scendere per le vie e cercare di, in tutti i modi possibili, esternare a tutti i concittadini, conterranei, compatrioti ciò che fu, quello che avvenne, con passione e rabbia, con forza ed onore, ma nella maggiore delle situazioni, ci si ritrova di fronte ad un muro di gomma, come minimo, se non additati con scherno e celie, al punto che quasi ci si vergogni della scoperta.
Ad un certo punto sentirsi borbonico ti fa sentire come una persona fuori dal mondo,dalla realtà.
Il sud gira a vuoto, in cerca di miti e leggende, vestendosi ora di rosso ora di nero, senza però una vera dimensione, una vera meta, una vera realizzazione.
Il sud è anche sabaudo, ricco e opulento, ben vestito e ottimamente nutrito, con tutte le opportunità possibili da raggiungere.
Lontano anni luce dall’ odore del dolore, del sangue sparso, dall’onta dell’ emarginazione e dell’ abbandono delle viscere materne.
Un sud non borbonico, un sud senza passioni e dignità, un sud savoiardo, fatto di soprusi e inganni, ma ricco, prospero e ridente.
Il sud delle guardie del Pantheon, dei Mastella e dei Fini, dei Bassolino e dei Pecoraro, dei Kossiga e dei Ciampi, dei Galasso, dei Marotta, degli Scirocco, dei Gargano, un sud vincente, che ha messo le vergogne della sua immondizia sotto al letto, che ha relegato nell’ angolo più sperduto del sottoscala la sua dignità, che ha smesso di vivere per vegetare.
Ed un borbonico che può fare?
Sono forti . sono grandi e potenti, sono anglo – massoni, mangia preti, giacobini, savoiardi, tanti, troppi, quasi da invidiare, quasi che essere borbonico diventa il un marchio di David, una cattiva novella.
Causandoti nel muoverti come gli antichi cristiani delle catacombe, sussurrando la tua appartenenza.
Poi succede che l’emblema dei potenti, il SAVOJA, per mero denaro, per ingordigia, per meretricio, finisce alla gogna, in carcere, al pubblico ludibrio, lui e tutta la sua corte dei miracoli, il politico, l’ufficiale ,il mafiosetto, il lecca scarpe, tutti loro insieme in una sola volta, in una sola notte, svelati nella loro vera veste, il male il male assoluto, quello che ha arraffato da 146 anni alle spalle del sud, delle genti duosiciliane, uomini ,che sembravano grandi ed insormontabili ,ed invece piccini, lillipuziani ma ancora di più.
Dopo tutto è pacifico che siano cos, non sono borbonici.
Da qualche giorno, quel magone che mi attanagliava è svanito, a me e a tutti quelli che si sentono borbonici, magari siamo pochi,piccoli e spiazzati, ma siamo limpidi, leali, identitari.
E grido ai quattro venti la mia provenienza, il mio orgoglio identitario, la mia fede duosiciliana, con tutta la forza che ho.
Grazie a Dio, sono nato borbonico, e me ne vanto.
Forza e onore
deChristen
P.S. da oggi, sono meno triste, un altro nemico delle Due Sicilie ci ha lasciato. Il cerchio si restringe sempre di più.