Per il turista che scende dall’ Europa o che giunge dalla “Paludania”, Fenestrelle risulterà un luogo suggestivo, a tratti anche romantico, immaginando cavalieri e donzelle che un tempo si rincorrevano.
Non per noi, che nostro malgrado abbiamo scoperto l’aspersione di sangue meridionale in quel posto abbarbicato nella Val Chisone, sangue versato in virtù di un giuramento fatto alla Patria duosiciliana e non ripudiato anche a costo della vita.In quella calda mattina di sabato 9 luglio più ci avvicinavano al forte più ci attanagliava l’angoscia, un senso di oppressione e di dolore fisico ci ha accompagnato fino alla cella adibita a luogo di preghiera per le povere anime perite in quel sito maledetto.
Nella stanza del carcere sabaudo, dove è stata spostata la targa che ricordava l’atto eroico dei soldati delle Due Sicilie, posizionata prima nel centro della fortezza, Mariagiovanna Ferrante ha ricordato nome e cognome di alcuni di loro, di giovani militari napolitani che si immolarono, preferendo il martirio allo spergiuro, l’onore alla vergogna del tradimento, mentre ad uno ad uno venivano elencati i nomi dei nostri piccoli grandi eroi duosiciliani, una voce fuori campo, spontanea rispondeva:”Presente!”.
Poi la poesia di Antimo Ceparano a loro dedicata letta dal nostro Antonio Gambini ha reso alto un momento già toccante e indelebile.
Naturalmente oltre a nostri militari il mio saluto di commiato era rivolto a chi, in questi anni di ritrovato orgoglio, ha dato o cercato di dare forza e dignità alla nostra gente, un saluto a Mario Moccia, deceduto nel 2010 e che nel 2008 volle esserci a Fenestrelle nonostante i suoi problemi fisici, si avventò fino alla piazzaforte per onorare i martiri lì dentro rinchiusi, un saluto l’ho rivolto anche al compianto Nicola Zitara che fu l’autore di quelle incancellabili parole che sono scolpite nella pietra di Trani, pietra che volutamente scelsi come stele, una pietra della nostra terra su cui segnare l’immortale ricordo dei nostri martiri.
Non starò ora ad enumerare tutte le sensazioni che mi hanno accompagnato ma tra tante, la presenza di Lorenzo Del Boca accanto a noi sin dal primo minuto fino alla fine dell’incontro è una di queste, un grazie di cuore per il continuo supporto morale che un figlio del nord di frequente ci infonde.
La scelta sinergica che da dicembre del 2010 con Insorgenza Civile e con Nando Dicè ci vede legati nelle iniziative continua a dare i suoi ottimi risultati, mai come ieri, l’affluenza all’evento è stata numerosa come in questa occasione, numeri sempre scarni naturalmente ma non certo le 10 unità degli altri anni.
Abbraccio e ringrazio tutti gli Insorgenti che sabato 9 erano a Fenestrelle con noi, il cammino è lungo e pesante come la salita che ci ha portato fin sopra la cella “borbonica” di Fenestrelle, ma alla fine la strada che abbiamo intrapreso sarà quella vincente.
I miei CDS, miei in senso tutelare naturalmente, da Pater Familia , Mariagiovanna Ferrante su tutti , organizzatrice dell’evento, un grande bravo a lei, ma pure grazie Davide Cristaldi, Francesca Famà, Alfonso Vellucci, Enrico D’Avascio, Rosanna Brufferio, Antonio Gambini , Antonio Zambri, Massimo Plescia, tutti figli del sud trapiantati nella “Terza Sicilia”, esponenti al nord dei Comitati Due Sicilie.
Senza dimenticare i Comitati Due Sicilie partiti da sud, come Erminio De Biase, Emilio Barretta, Alfredo Cafiero compagni di viaggio questi ultimi due, che, con immensa pazienza e flemma hanno dovuto sopportare le mie imprecazioni su tutto, lo hanno fatto con fraterna tolleranza, un abbraccio a Mimmo Marazia,arrivato da Bari, operatore oramai per antonomasia dei fatti riguardanti gli eventi duosiciliani.
Naturalmente un immenso grazie va ai presenti che non ho avuto modo di conoscere personalmente.
Una delle tante considerazioni che ho riscontrato e quella che oramai l’identità ha fatto breccia nella società civile, senza mai dimenticare di ringraziare chi ha aperto il solco. Ieri non c’era il borghese annoiato, che è stato per anni la figura emblematica del mondo meridionalista, ma uomini e donne di buon senso, dipendenti, imprenditori, operai, quelli che ritengo da sempre il motore del mondo, quindi da eterea che era la nostra battaglia sta diventando sempre più reale, consapevole.
Alla fine, comunque eravamo presenti per onorare chi ha tenuto alto l’onore e la dignità di un intero popolo, quello nostro delle Due Sicilie e quindi qualche inevitabile polemica di un qualunque disturbatore presente tra di noi alla conferenza o quelle provocazioni riscontrate a mezzo stampa su qualche testata nazionale che ha voluto etichettarci come leghisti o neo nostalgici non devono per nulla toccarci, abbiamo probabilmente colpito nel segno e quindi è lapalissano per i nostri avversari reagire e anche in malo modo, sono gli ultimi colpi di coda di un mondo ormai in agonia.
La delusione forte invece è venuta dall’assenza dei tanti, troppi e a volte vuoti movimenti sudisti che si autodefiniscono meridionalisti ma che poi alla resa dei conti esistono per davvero solo su internet o nella fervida fantasia di qualcuno.
A quelli che una parvenza di esistenza in vita è riconosciuta un solo appunto: eventi commemorativi anche se organizzati da un movimento o l’altro vanno comunque sostenuti e la presenza serve sul campo per dimostrare ai tanti che sono in attesa della ripresa che non stiamo giocando a fare i politici o i soldatini del Regno ma che davvero vogliamo dare una svolta a favore del sud.
Forza e onore
Fiore Marro
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