Quando si illustra l’ infame trattamento che le Duesicilie subiscono dal sedicente “stato italiano” si mostrano sempre i dati sugli investimenti infrastrutturali come strade e ferrovie o spesa procapite per servizi essenziali come scuola e sanità. Esiste però un campo, quello delle telecomunicazioni, in cui il divario e’ ancora più preoccupante e carico di tragiche conseguenze per il futuro delle Duesicilie.
Di seguito L’articolo di Giulio Larosa sul divario tecnologico nord-sud.
Uno dei campi in cui si decideranno le sorti dello sviluppo delle città e delle nazioni e’ quello delle telecomunicazioni (TLC), dei servizi ad esse connessi, delle relative infrastrutture tecniche e delle professionalità di alto livello che sono in grado di sviluppare. Pensate che l’ Arabia Saudita, dove governa un tiranno, certo, ma uno in gamba e dalle capacità strategiche non comuni, da 5 anni ha iniziato a costruire e sviluppare data centers (DC) di altissimo livello. Possiamo dire, addirittura, che se vogliamo un metro dello sviluppo orientato al futuro e alle tecnologie di una zona basterebbe esaminare i DC presenti sul territorio e le loro dimensioni.
La presenza di un DC e’ sicuramente il migliore indicatore delle potenzialità di una zona e di quanto si scommette sul futuro di quella zona. Ho detto dell’ Arabia Saudita ma potrei a maggior ragione citare la Cina dove si stanno realizzando i DC più innovativi nelle aree piu’ arretrate come la Manciuria, apposta per portare sviluppo e promuovere professionalità e occupazione altamente specializzata in tutti i campi.
Un DC, infatti, non richiede solo esperti di TLC ma una rosa di professionalità impensabile a chi non conosce queste realtà. Un DC richiede architetti fenomenali, ditte di costruzioni edili e relativa manodopera di alto livello, perche’ deve essere super anti sismico, deve resistere a calamità naturali, deve avere una struttura contemporaneamente resistente a tutto e ultra flessibile, predisposto per continui cambiamenti, deve poter ospitare impianti di ogni tipo in continua evoluzione, insomma non e’ un capannone, come sembra visto di fuori, ma un “corpo vivo in acciaio e cemento armato”. Un DC richiede impianti elettrici, idraulici e di condizionamento con affidabilità 99,5%, di una complessità e di una flessibilità incredibile, anche questi in continua evoluzione e cambiamento. Un DC richiede una gestione tecnica inimmaginabile in quanto per poter funzionare e per potersi certificare a livello internazionale richiede una organizzazione e una gestione degli impianti e dei servizi estremamente complessa e in continua evoluzione. Un DC infine, richiede per poter vivere e funzionare ogni giorno di tecnici di manutezione e installazione di livello non comune di ogni tipo: muratore, elettricista, meccanico, motorista, frigorista, specialista LAN, trasmissioni, fibra ottica, server, programmatore informatico e così via, praticamente in tutti i campi della tecnologia esistenti, perfino quelli apparentemente più lontani dalle TLC come l’ idraulica, le batterie o i motori a gas o gasolio.
Provate ad immaginare un simile centro che effetto può avere in una zona in cui viene realizzato! Non solo servono specialisti che all’ inizio magari devono venire da fuori ma un po’ alla volta crea e sviluppa in loco una generazione di super esperti in tutti i campi che possono rivendersi la professionalità anche in altri settori e quindi porta sviluppo in tutto il contesto e in tutti i campi.
Cosa succede invece nell’Italia disunita?Premettiamo di considerare DC non qualsiasi buco in cui qualcuno mette dei server ma centri di alto livello con almeno 1MW di apparati installati. Non andate a guardare immondizia come il sito “datacentermap” che indica solo chi paga la pubblicità, sul quale ho scoperto esistere un DC anche a Pescara, quale? Nientemeno che il DC di Tiscali! Tiscali? Lo stesso sito per esempio non indica uno dei piu’ importanti e grandi DC d’Italia quello di Tim-Noovle di Acilia, mentre sempre nelle vicinanze indica un altro DC, sempre di Tiscali, che nessuno ha mai nemmeno sentito nominare.
Dunque al Nord è presente il 90% dei DC. Se aggiungiamo Roma siamo al 100%!!
Ma la cosa diventa ancora pù grave se andiamo a vedere cosa e’ successo negli ultimi 10 anni. Dieci anni fa esistevano ancora dei DC nelle Duesicilie, piccoli, dell’ ordine dei 100-200kW come quelli di Catanzaro, Bari, Cagliari, Palermo ma pur sempre punti di partenza per futuri sviluppi e infatti qualcuno stava per investirci dei soldi per il futuro, es. Catazaro. Poi invece molti sono stati addirittura chiusi e i servizi e le apparecchiature portate al nord o a Roma, quelli che sono sopravvissuti alla strage, sono stati ridotti a piccole sale in via di dismissione o con il minimo indispensabile per mantenere qualche servizio anche ai i terroni.
Invece tutti e dico “TUTTI” i nuovi DC sono stati costruiti da Roma in su e su perfino Roma è stata lasciata nel fondo della lista rispetto a quanto si è investito al Nord.Attenzione, in un epoca di investimenti irrisori in questo campo, al contrario, si tratta di cifre astronomiche!
Quindi la spesa per investimenti nel settore avanzato delle TLC per le Duesicilie da 10 anni non solo è quasi zero ma, considerando quello che viene smantellato, è di segno negativo. Un giovane o anche un anziano esperto di TLC di impianti elettrici speciali, di apparati di TLC ecc.. o emigra o si mette a fare il cassiere o, se e’ fortunato, il responsabile di magazzino in qualche supermercato dove si vendono prodotti delle Coop ladrone del profondo nord.
Nell’ Italia degli incentivi, dati per qualsiasi fesseria, dal cappotto termico alla caldaia, perfino per lo psicologo, la bicicletta, l’ automobile e il negozietto del bengalese, non esiste un solo incentivo neanche ridicolo per la creazione di simili infrastrutture nelle Duesicilie, non dico a Pescara o Catanzaro, che secondo l’ immaginario nord-roma-centrico equivalgono a Rocca Cannuccia e San Trisolfo ma almeno a Napoli, Bari, Palermo…. No! Zero assoluto. E la cosa grave e’ che non e’ affatto vero che il “mercato” decide oggettivamente! Per le regioni padane gli incentivi, sia pure nascosti, ci sono. Esempio: la “riqualificazione” delle aree industriali dismesse…. Come se nelle Duesicilie non ci fossero Kmq di capannoni abbandonati e aree industriali dismesse!
Il risultato di questo sfacelo è un’ulteriore emigrazione verso il nord. Sapete la maggioranza dei tecnici dei DC recentemente assunti nei DC del Piemonte di dov’e’? Provate a indovinare! 90% Duosiciliani.
L’unico accordo che andava in senso contrario era quello della Via della Seta che con Huawei stabiliva la creazione di poli tecnologici nelle TLC in Basilicata, Campania e Sardegna. Questa idea proveniva dai Cinesi, non certo dagli italioti al governo, i Cinesi, infatti, sono ormai celebri su come investono in zone depresse per trasformarle radicalmente in aree di sviluppo tecnico e scientifico. Ovviamente a questo progetto che si poteva portare avanti anche senza necessariamente i cinesi non e’ stato dato alcun seguito o meglio il seguito che gli hanno dato e’ stato di far chiudere i DC nelle Duesicilie.