A cura di Fiore Marro
Francesco Landi
Napoli 13/10/1792 – Napoli 2/2/1861
Brigadiere Generale
Alle sette del 6 maggio 1860 partiva da Palermo verso Alcamo e Partinico una colonna mobile composta da un battaglione di reggimento a piedi, uno squadrone di cacciatori a cavallo e mezza batteria da montagna al comando del generale Francesco Landi, una sventura per l’esercito borbonico.
Landi, era figlio del capitano di fanteria Antonio.
Allievo dell’accademia militare nel 1806 si affiliA? alla carboneria che portA? l’esercito al dissolvimento del 1821.
Riammesso solo nel 1832, fu tenuto in ruolo secondario fino al 1840, nel 1849 fu promosso a maggiore al 1 di linea, tenente colonnello nel 1855, anche se prossimo alla pensione, la magnanimitAi?? dei Borbone lo lasciarono in servizio, per mantenere la numerosa famiglia.
Ebbe la promozione a generale di brigata nel 1860.
Allo sbarco del nizzardo, fu inviato proprio nei luoghi dove questo avvenne,costretto dagli acciacchi ad utilizzare una carrozza,dava l’idea dell’antitesi di un militare, e non era solo un idea, terrorizzato dal pensiero di affrontare il nemico, arrivA? allo scontro con forze superiori e ne impiegA? a malapena un terzo.
Il maggiore Sforza comandante l’8 cacciatori che gli era stato inviato di rinforzo affrontA? Garibaldi con solo quattro compagnie, circa 600 uomini, eppure dopo un duro combattimento erano vincitori ed attesero invano l’intervento risolutivo del Landi, che aveva con se altri 1600 uomini, ma il generale era talmente impaurito che ordinA?, invece,la ritirata,nonostante i soldati volessero riprendere il combattimento in forze, volle rientrare a Palermo subendo anche le rappresaglie dei paesi attraversati.
Fu internato ad Ischia posto alla seconda classe.
MorAi?? con l’accusa infamante di traditore.