Sembrano cose vecchie? Stiamo parlando ancora di fascismo e comunismo?
Di Fiore Marro
Caserta 26 giugno 2018
Si Continua a leggere post di identitari, che espongono la bandiera delle Due Sicilie, che appoggiano Salvini. Qualcuno scrive “comunisti di merda”, altri da Napoli rispondono “Se sei fascista, devi penzolare” .
Eppure, dopo che la ferocia dei Savoia si era dispiegata verso i popoli del Sud, la Questione meridionale e’ stata denunciata da menti illuminate come Gramsci e come Zitara e da illustri storici come Silvio Vitale e da immensi, inimitabili Mostri Istrionici come Angelo Manna .
L’analisi di Nicola Zitara é stata tutta interna alla critica marxista, la definizione di Sud come colonia interna é una critica al colonialismo e al liberismo che nasce dai Savoia e prosegue ancora. Le illustrazioni di Silvio Vitale, toccano corde diverse, etiche, cavalleresche, il ricordo di un regno fiero, caduto manu militare e con tradimenti e inganni che a distanza di 157 anni urlano ancora rivalsa.
Tutta la storia dell’invasione delle Due Sicilie e’ quindi la storia del dominio di un potere militarista, razzista, xenofobo, tradimenti, spergiuri, inganni, che ha invaso un area non sua per risolvere i suoi gravi problemi economici e le contraddizioni interne che lo stavano portando al collasso sociale: i Savoia invasero le Due Sicilie non solo per depredarne le ricchezze ma anche per fornire alle popolazioni del Nord un capro espiatorio da indicare per distrarli dal malgoverno della casata.
Esattamente quanto ha fatto il fascismo che ha sostenuto i capitalisti del nord e i grandi proprietari terrieri del sud distraendo un popolo affamato tramite l’invasione del nord Africa. Esattamente come hanno fatto gli Usa e i politici italiani, loro manutengoli , che hanno governato finora, fino agli ultimi, inqualificabili servi dell’Europa delle banche .
Sembrano cose vecchie? Stiamo parlando ancora di fascismo e comunismo?
Dobbiamo farlo invece, perché senza una profonda analisi del momento, non si riparte.
Perché se tanti duosiciliani appoggiano la politica di Salvini non vedendo in chiave moderna ciò che é già accaduto, nessuna lotta per il riscatto del Meridione avrà solide basi di giustizia sociale e di collaborazione con tutti i Sud del Mondo, uguale e reversibile vista con gli occhi sponsorizzati dei duosiciliani filo pidioti.
I proclami razziali non ci appartengono, non possono far parte della nostra eredità genetica, ma neanche la corsa al chi vince il premio del peggiore, di oramai riconosciuta renziana memoria.
Quello che serve sono le idee.
Esistono nel nostro territorio degli esempi istituzionali che con coraggio operano in zone corrotte e insalubri, applicando dove possono, condanne penali ma anche sanzioni civili, occorre però operare a più ampio raggio. I meridionali perbene e ve ne sono una nutrita percentuale, vogliono un Sud di imprese vincenti, di sane realtà civiche, di progresso, imprescindibile da un sistema civile, politico e culturale di alto livello, compagnia necessaria per alimentare le straordinarie potenzialità che il territorio possiede , intensificando il progetto di colmare quel dannoso “buco nero” alimentato da un anacronistico sudditismo lagnoso, che allontana l’idea stessa di impresa, l’idea di “noi” che ha contraddistinto la nostra gente per secoli, uscire definitivamente da quell’autocommiserazione non più comprensibile né tollerabile. Incombe forte il riproporre idee d’impatto per un Nuovo Sud, partendo dalle sue fondamenta e attivando un processo di profonda trasformazione, di rivoluzione culturale, di risveglio di quelle oramai insopportabili coscienze accomodanti, ma che comunque non prescinda da una giusta dose di autocritica, per questo incalza la necessità che ci si ispiri a quel borbonismo, tanto oltraggiato dagli scrittori salariati dal potere che si manifestò violento e manu militare, dunque è d’obbligo ridestare la ripresa anche attraverso la nostra luminosa storia allo scopo di ritrovare nei labirinti appannati delle singole coscienze, quella forza importante per ravvivare un mondo migliore, se è vero come è vero che nel cuore delle Due Sicilie c’è quella “chiave di volta” necessaria per il cambiamento e la salvezza di tutti.
Non può finire un’idea.