di Fiore Marro Caserta 25 settembre 2012 –
Un motivo per continuare e resistere in questo mondo duosiciliano-meridionalista, A? diventato per molti, e anche per il sottoscritto, l’assoluta certezza di fare da sentinella a difesa del nostro territorio per il futuro delle nostre contrade; sentinella anche verso chi, da qualche tempo, si A? insinuato nel mondo delle Due Sicilie.
La necessitAi?? di fare azioni poltiche di tipo elettorale, sta diventando per molti ma non per tutti, l’unica esigenza, l’unica alternativa, pare, per riassestare il gap tra l’opulento Nord e l’emaciato Sud Italico, come non essere daccordo? Certo che si deve, ma con quali peculiaritAi??? Con quale progetto? Con quale spirito di appartenenza?
Le perplessitAi?? perA?, nascono come i funghi ad ottobre, almeno per quelli come il sottoscritto che non vivono di consensi ma che da oltre un decennio battono l’idea della ricostruzione identitaria prima di ogni altra operazione.
Per ora, l’unica cosa che si nota nei gruppi politici meridionalisti A? la contestazione a prescindere, e parlo di quelli da prendere in considerazione, non le meteore alla ricerca di qualche scranno, cosa si scorge finora? Nessun filo logico, nessuna impronta identitaria definita, li si sente dire: “siamo meridionalisti ma anche italiani”, “siamo meridionalisti ma anche grillini”, “siamo meridionalisti ma ci piace il ventennio”; taluni si vergognano di far suonare l’inno di Paisiello alle loro manifestazioni, a Pietrarsa hanno evitato di far sventolare la bandiera delle Due Sicilie, a Pontelandolfo sono andati ad applaudire il sindaco che chiamA? i carabinieri per vietarci di alzare il vessillo borbonico.
Mi domando: che razza di duosiciliani sono codesti individui?
Ma davvero il percorso di ricostruzione A? finito? Quello che temo possa accadere nel microcosmo del nostro Sud A? a mio sommesso avviso, simile a ciA? che A? accaduto in Italia nella politica degli ultimi vent’anni. Rossi e Neri in Italia vengono sdoganati dalle riserve indiane dove erano stati posti e relegati dal sistema; perchA?, crollato il sistema comunista dell’Est europeo, assieme al Muro berlinese, cessava dunque il periodo bolscevico di cui tutto il grasso Occidente temeva l’accorpamento; assieme a tale tabA? cadevano anche i paletti posti dal dopoguerra ai nostalgici della fine del ventennio che culminA? nella Repubblica di SalA?; tutto questo per rimpinguare il mondo politico fatto fino ad ora da asserviti agli americani, quindi individui che avevano esaurito il loro percorso governativo.
Si aprono le porte a tanti personaggi senza arte ne parte, alla fine perA?, A? sotto gli occhi di tutti il fallimento di queste nuove generazioni di amministratori politici; uno iato tra operetta e paradosso, che ha portato ad un tracollo morale, economico, sociale e civile il quale ha portato a un totale fallimento l’azienda Italia.
Cosa sta accadendo ora nel mondo meridionalista?
Alcune conventicole fatte da ex comunisti, ex fascisti o ex qualcos’altro, si sono inserite negli spazi che per mancanza di unitAi??, di uomini, di cifre, hanno facilmente potuto occupare, e da lAi?? lanciano l’idea del meridionalismo ad personam, un meridionalismo fatto di anticlericalismo, o di appoggio filogovernativo; addirittura di un meridionalismo che potesse risultare la voce di quelli che devono salvare la nazione italiana, trascinandosi dietro di tutto e di piA?.
Tutto questo bailamme, nasce nello stesso momento in cui Pino Aprile pubblica Terroni. Da quel preciso momento, frotte di individui nati al Sud diventano improvvisamente la nuova frontiera del meridionalismo, le nuove guide, quelli che hanno capito tutto, i senzienti veri.
Si assiste ad assurditAi?? inaudite, gente che salta da un pensiero all’altro, da un gruppo all’altro mentre siamo solo ancora un embrione, un’idea e nulla di piA?, e ancora individui senza pudore, senza alcuna vergogna, con il beneplacito del “comandante” di turno, che pur di avere un nuovo accolito nel suo sgangherato esercito passa su tutto, sull’appartenenza eventuale ad associazioni occulte del neo socio e sul comportamento talvolta, a dir poco subdolo.
Tutto nel nome delle “stare assieme”, della crescita numerica del movimento stesso, senza pensare alle conseguenze desolanti che si succederanno; senza capire che cosAi?? non si costruisce ma si sfascia; si assiste a una desolante mancanza di comportamento urbano, etico e gerarchico.
Si leggono invettive violente nei confronti di chi, anche sbagliando, ha cercato in questi anni di tenere alto il vessillo duosiciliano. Questo a volte mi spinge a capire che, come comunitas, non esistiamo. Immagino cosa accadrebbe a un novizio del Batasuna, dei Corsi o dell’Ira se si scagliasse nel modo inconcepibile, volgare e feroce con cui tali new entry del mondo meridionalista fanno spesso e volentieri con noialtri… Il tutto perchA? si A? letto un libro. Dove mai A? accaduto un epifenomeno simile?
Chi poi ha la furberia da intuire che il mercato meridionalista A? da saturare, ci si butta a pesce come nel caso diLombardo, di Emiliano o dei vari Esposito che come premessa, annunciano la loro italianitAi?? su tutto. Che dire poi dei vari scrittori che poi, una volta messi alle strette dalle vuote parole dei Bossuto di turno si defilano? Altri diventano invece, su invocazione di questi “briganti” da tastiera, i padri nobili di una patria di cui gli stessi se ne fregano altamente, come succede con Saviano, Grillo, De Magistris, Rivellini, Scotti, e tanti altri ancora che per il nostro territorio, per le mie Due Sicilie, nulla faranno e nulla hanno fatto perchA? alla fine a loro interessa solo l’Italia una.
Non serve quindi ricercare le motivazioni o ricostruire l’identitAi?? e il senso di appartenenza di un mondo sconfitto e obliato, non serve a chi ha speso la sua vita per questo, perchA? troppo “antico”, addirittura obsoleto, A? anzi da isolare perchA? dannoso alla crescita del progetto politico sudista. A mio sommesso avviso tutto ciA?, se si lascia fare, ci porterAi?? a fare la fine di Masaniello e di Bernardina Pisa, sua moglie. Se lasciamo il campo a questo guru dell’informazione faremo la fine degli italiani, ritrovandoci tra le nostre fila elementi senza una cultura di base, i nostri Er Batman e i nostriMarrazzo! Se a qualcuno di voi sta bene tutto ciA?, a me no, anzi.
Rimango dell’idea che alla nostra gente non servono piacioni ne persone che basano tutto sulla loro personale simpatia, a noi serve altro: costruire il futuro attraverso la rilettura del nostro recente passato preunitario, a noi serve gratificare in modo meritocratico chi si A? battuto e si batte realmente senza tornaconti personali. Quelli da mettere al comando devono essere presi dalle varie scuderie identitarie, non da fuori, il resto verrAi?? da sA?.
Siamo risultati perdenti nella guerra di mondi dell’800, attorno a noi oggi si scorge una nuova Weimar, c’A? l’opportunitAi?? di tornare ad essere ciA? che eravamo, tocca a noi ripristinare le vecchie abitudini e consuetudini di sempre attualizzandole ai tempi.
Nulla di piA? e nulla di meno. Senza eccessi o onanismi che servono solo a chi vive di luce riflessa e di frustrazioni personali.
Noi saremo vigili come gendarmi, a costo di risultare indigesti e antipatici perchA? non teniamo a cuore noi stessi ma laCausa e la vera libertAi?? delle Due Sicilie.
Forza e onore.
Fiore Marro Presidente Nazionale CDS
Articolo tratto dal numero di ottobre 2012 del Giornale del Sud