Ai??Non possiamo. Non dobbiamo. Non vogliamo.
di Fiore Marro
CasertaAi?? 11 aprile 2014
La prima grandeAi?? frantumazione ,Ai?? identitaria e culturale si ebbe nel Regno delle Due Sicilie, allai??i??indomani della conquistaAi?? tosco ai??i?? padana per via dei Savoia .
La graduale spoliazioneAi?? della cultura, del senso di appartenenza e della identitAi?? del popolo napolitano fu messa in atto seguendo una strategia di egemonia intellettuale di derivazione giacobina e liberale.
Nelle nostre terre si fece tabula rasa della memoria storica di un trono che per quasi un secoloAi?? e mezzo aveva conservato una sua unitAi?? strutturale.
Nonostante le capacitAi?? che dimostrA? Ferdinando II, elaborando una grande e profonda riorganizzazione statale che sanciva i principi di uno forte sviluppo autoctono e di un rapporto di grande autonomia persino nei confronti della Chiesa fino a giungere ad uno scontro epocale, non potAi??Ai?? essere evitato dai??i??altronde uno scontro aperto tra due mondi, uno era costituito dalle Due SicilieAi?? che aveva sposato il pensiero di San Tommaso Moro (al secolo Thomas More – 1478 ai??i?? 1535, che asseriva in linea di massima che ai???il bene non deve essere obiettivo per pochi ma era dovere dare un poco di prosperitAi?? a tuttiai???, evitare quindi di spingere la societAi??Ai?? al depauperamento e alla desertificazione dellai??i??uomo e dellai??i??animo ma alla ricerca e al completamento di una vita sociale piena, sana, consapevole e soprattutto alla ricerca del benessere, non certo quelloAi?? materiale ma anche filosofico, sociale, culturale) e l’altro, una nazione che nasceva dal disegno politico-economico dei poteri forti dellai??i??epoca (Francia e Inghilterra in primo luogo e dalla Massoneria che temevano di essere inghiottiti da questa nuova forma di statalismo).
Essenziale risultava quindi una completa ai???rieducazioneai??? delle masse, una sorta di rivoluzione pedagogica che doveva spezzare ogni legame con le tradizioni popolari che avevano fino a quel momento regolato la vita delle genti.
Bisognava sciogliere ogni collante nellai??i??ambito della comunitAi?? meridionale. Seminare individualismo, relativismo, nichilismo, opportunismo, materialismo e disperazione.
Bisognava far dilagare miseria e ragion conveniente.
Tutto andava sottomesso per divenire strumento di speculazione, di usura.
Tutto doveva essere sconvolto: Il disboscamento e i conseguenti guasti idrogeologici, lo sradicamento dell’orizzonte paesaggistico verso una nuova prospettiva e i risultati devastanti di tale politica sono oggi sotto gli occhi di tutti.
La duosicilianitAi??, il pensiero meridiano erano invece cultura, anima, arte, musica, pathos, solidarietAi??, donazione dell’essenza.
Questo processo di disgregazione e di annichilimento al quale furono sottoposte le province napolitane cominciA? e prosegue tuttora con la negazione stessa della cultura, della storia con l’omologazione dei saperi, dal degrado e dal relativismo della stessa Chiesa, dalla distruzione degli indirizzi alimentari e di ogni specificitAi?? anche delle colture, della coltivazione della terra, fino a raggiungere il livello di un vero e proprio lavaggio caratteriale delle masse con il massiccio impiego dellai??i??ai??i??ideologia pubblicitaria e consumista.
Nulla A? stato tralasciato per annientare lai??i??identitAi?? ed il senso di appartenenza del popolo duosiciliano, non vi riuscirono le varie dinastie che assunsero il controllo del regno, non vi A? riuscito lo straniero che ci ha reso provincia o colonia per dir che si voglia di ai???un’espressione geograficaai???.
Non ci riusciranno, la nostra libertAi?? A? scritta nel genoma.
La diritta via A? segnata ancora una volta da Cultura, Valore, MoralitAi?? e Competenza anche se appare irta di ostacoli ed insidie.
Vale la pena lottare per un manto di lucciole, per una natura tersa, per una storia dignitosa giacchAi?? a una Terra dei Fuochi con scorie radioattive e tossiche A? unanime la risposta di quanti credono o meno alla causa duosiciliana, una risposta che possiamo riassumere con le parole espresse da Sua SantitAi?? Pio IX all’indomani della presa di Roma:
Non possiamo. Non dobbiamo. Non vogliamo.
Forza e onore
6 Comments
Caro Fiore,
mi faccio sentire poco e vedere ancora di meno, ma ciò non significa che non ti segue sempre con
affetto ed interesse.
Questo ultimo tuo intervento è degno di lode ed io desidero rendertene atto.
Penso proprio, caro Fiore, che siamo sulla buona strada. Ultimamente (4 aprile ) sono stato invitato a tenere una conferenza al Liceo Statale Manzoni di Caserta sul tema “La Storia Manipolata”.
Beh, l’aula magna era gremita di studenti che hanno seguito la conferenza (lunghissima peraltro) con enorme interesse rivolgendo, alla fine, domande tutte pertinenti ed una più sensata dell’altra.
Ti pare poco? Altrettanto può dirsi per i docenti che vi hanno preso parte.
Andiamo bene così, caro Fiore. Continuiamo!
Un carissimo abbraccio
Luciano Salera
Ti abbraccio Luciano, grazie e avanti tutta.
Tragica vendetta?
Comandante, ho letto il tuo magnifico intervento “non possiamo, non vogliamo…” e mi ha tirato un po’ su.
Lontano dalla patria e pronto per partire di nuovo, ho passato una serata televisiva infame.
Si parla sempre di mafia, camorra, corruzione su tutti i canali e cosi’ con la foglia di fico dell’ antimafia e della denuncia del crimine e’ tutto un mostrare sempre una sola faccia delle Duesicilie e del nostro popolo.
Sono stufo delle antimafie! Quando parlano del veneto si parla sempre degli artigiani che sono infuriati ma quando si parla di noi si parla di ndrangheta mafia e camorra. Fanno l’ inchiesta sull’ expo’ di Milano e mettono in mezzo solo noi. Alla gentaglia messa all’ indice dei quartieri degradati che parla con il nostro accento viene data la prima serata degli altri nostri, i buoni e i giusti, al di qua e al dila’ del Tronto non si da la parola se non per farli blaterare di antimafia.
Sai che ti dico? Non e’ politicamente corretto, ma vedendo le loro citta’ in mano alle merde che ci divorano per colpa loro da 150 hanni, ho provato piacere.
Un piacere osceno, feroce come la vendetta truculenta e sommaria di chi non ne puo’ piu’. Vedere le loro citta’ divorate dai peggiori di noi cosi’ come hanno divorato le nostre, mi ha fatto dire: “gli sta bene”.
E’ il conto che gli porta la giustizia della storia per il delitto che hanno compiuto e perpetuato fino ad oggi da 150 anni.
Cosa pensavate? Che a noi ci lasciavate nella merda e voi ci rapivate la gente migliore per continuare al lucrare col nostro sangue e con la nostra carne?
Beh, vi siete sbagliati. Ora il vostro sangue e la vosta carne, sono sbranati dai mostri che avete generato.
A chi gli avete levato la dignita’, la storia, il senso di appartenenza gli e’ rimasto solo il clan, la cricca, la banda e ora vi sta devastando. Come noi. Ve li siete presi come alleati, li avete foraggiati contro chi di noi lavora onestamente, ora contro chi di voi lavora onestamente le bestie si sono avventate come su prede succulente.
Da questo cesso di Italia da questi servi degli europorci ci dobbiamo liberare, riprenderci la nostra civilta’, la religiosita’, il culto per la famiglia, per la parola d’onore. Lasciamogli i camorristi, che restino avvinghiati alle sise di Milano e Torino. Mi dispiace essere cosi inferocito ma oggi, 25 aprile ricorrenza dello stato d’assedio del 1862, davvero non mi riesce di essere buono.
Ti saluto mio grande amico, mio amatissimo fratello. Speriamo di farcela.
G.L.
Carissimo amico grazie sempre per tutto quello che rappresenti per i CDS. Sono sicuro che non pioverà per sempre. Forza e onore.
Caro Fiore,
ancora una volta, con le tue belle parole, hai evidenziato i principi fondanti della nostra Associazione: Cultura, Valore, Moralità, Competenza e aggiungerei, come è scritto nella presentazione dello Statuto dei comitati Due Sicilie, l’Amore per riscoprire la verità storica che, purtroppo ancora oggi, non è ben conosciuta da molti Meridionali.
La nostra Associazione deve avere , come scopo principale, la diffusione nel popolo Duo-Siciliano delle vere ragioni che portarono alla disgregazione del nostro “Stato”.
Molti non conoscono la verità sul brigantaggio e desidero riportare, integralmente, uno scritto di Luigi Settembrini che è molto esplicativo delle ragioni che diedero vita alla lotta di resistenza che fu bollata , dal nuovo stato come brigantaggio:
” Il sud entrato nel nuovo Stato, fu privato dei suoi capitali ad esclusivo vantaggio del nord e, per conseguenza, non potè operare la sua trasformazione economica.
Lo Stato credette di venire incontro alle popolazioni meridionali vendendo in larga misura i beni ecclesiastici e demaniali, ma contrariamente a quanto avvenne nelle regioni settentrionali, al sud essi non furono acquistati dai contadini, che non avevano i mezzi, ma andarono ad accrescere la piaga del latifondo e gli agrari, rafforzate le posizioni di monopolio, poterono imporre, senza che il governo intervenisse, patti agricoli esosi e disumani”.
Nel ringraziarti , ancora per il tuo scritto, ti confermo il mio impegno a seguire ” La diritta via ” che la nostra Associazione ha ben indicato nel suo Statuto.
Forza e Onore!
Rino Cuomo
Caro Rino è bello sapere di non essere solo in questa battaglia identitaria.
Grazie per esserci.
Forza e onore.