All’indomani della proclamazione dell’UnitAi?? d’Italia, per meglio gestire la reazione violenta del Sud e far fronte alle migliaia di arresti, il neonato governo nazionale tentA? di creare all’estero colonie penali e galere in cui deportare i ribelli meridionali.
Un documento che la Gazzetta ha scovato negli Archivi del Ministero degli Affari Esteri, data 17 novembre 1862. A? un dispaccio firmato dal ministro a Lisbona, Della Minerva, e il destinatario A? il ministro degli Esteri, Giacomo Durando (piemontese di MondovAi??, Cuneo).
Della Minerva avvisa i savoiardi che il loro piano A? stato scoperto e reso pubblico da alcuni giornalisti.
Il messaggio fa esplicito riferimento al fatto che il carteggio contenente le trattative tra Italia e Portogallo “per la cessione di isole nell’Oceano, allo scopo di relegarci i briganti” A? stato pubblicato. Durando deve quindi sapere che la pressione esercitata da un'”opinione pubblica” sdegnata, ha costretto le autoritAi?? portoghesi a smentire ogni cosa.
“Io penso che, per il momento – conclude Della Minerva – A? meglio sospendere” ogni iniziativa e tentare di portarla a termine “con successo” in un “secondo momento”.
Anche grazie alla stampa dell’epoca, dunque, il piano naufragA?. Per i successivi dieci anni, perA?, i Piemontesi continuarono a far pressioni sulle diplomazie internazionali.
Per esempio, chiesero agli inglesi di impiantare una colonia di deportazione nel Mar Rosso. Il 16 settembre 1868, il presidente del Consiglio e ministro degli esteri, Luigi Federico Menabrea, si rivolse al ministro a Buenos Aires, Della Croce, perchAi?? sondasse la disponibilitAi?? del Governo argentino a cedere l’uso di un’area “nelle regioni dell’America del Sud e piA? particolarmente in quelle bagnate dal Rio Negro che i geografi indicano come limite fra i territori dell’Argentina e le regioni deserte della Patagonia”. Secondo Menabrea (che era nato nell’estremo Nord Italia, a ChambAi??ry, oggi in territorio francese), la Guantanamo dei Meridionali doveva sorgere in terre “interamente disabitate”.
Il 10 dicembre di quell’anno, Menabrea diede anche istruzioni all’agente e console generale a Tunisi, Luigi Pinna, di “studiare la possibilitAi?? di stabilire in Tunisia una colonia penitenziaria italiana”.
Il tentativo fallAi?? per l’opposizione dei tunisini e allora i Piemontesi tornarono alla carica con gli inglesi per spuntare l’autorizzazione a costruire un carcere per i Meridionali sull’isola di Socotra (che A? al largo del Corno d’Africa, tra Somalia e Yemen) o, almeno, avere il loro appoggio affinchAi?? l’Olanda concedesse analoga autorizzazione nel Borneo.
Il 3 gennaio 1872 il Governo inglese fece sapere di non vedere di buon occhio il progetto piemontese di fare “uno stabilimento penitenziario” nel “Borneo o in un altro territorio dei lontani mari”. E il 3 maggio, il lombardo Carlo Cadorna, ministro a Londra, scrisse al ministro degli Esteri, Emilio Visconti Venosta (milanese e mazziniano della prima ora), che era stata bocciata “la richiesta italiana di acquistare l’isola di Socotra come colonia penitenziaria”.
Il 20 dicembre di quell’anno anche l’Olanda espresse i suoi timori: i deportati meridionali potevano evadere mettendo a rischio i suoi possedimenti nel Borneo.
PerchAi?? tanto accanimento nei confronti dei meridionali? Come disse lo stesso ministro degli Esteri italiano, al ministro d’Inghilterra Sir Bartle Frere, nel loro incontro del 19 dicembre 1872: “Se ci ponessimo in Italia ad applicare la pena di morte con un’implacabile frequenza, se ad ogni istante si alzasse il patibolo, l’opinione e i costumi in Italia vi ripugnerebbero, i giurati stessi finirebbero o per assolvere, o per ammettere in ogni caso le circostanze attenuanti”.
“Bisogna dunque pensare – disse il ministro italiano – ad aggiungere alla pena di morte un’altra pena, quella della deportazione, tanto piA? che presso le nostre impressionabili popolazioni del Mezzogiorno la pena della deportazione colpisce piA? le fantasie e atterrisce piA? della stessa pena di morte. I briganti, per esempio, che sono atterriti all’idea di andar a finire i loro giorni in paesi lontani, ed ignoti, vanno col piA? grande stoicismo incontro al patibolo”.Ai?? (Marisa Ingrosso)
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/speciali-gazzetta/150-anni-unita-d-italia/una-guantanamo-per-i-meridionali-no413456
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Ho aspettato molto tempo per leggere qualcosa di così bello e interessante.
Grazie!