Il presepe napoletano ambientato nella Napoli del Settecento descrive il momento in cui A? nato il Salvatore. CiA? che pochi sanno riguardo a questa tradizione cosAi?? cara alle famiglie, A? che ci sono luoghi ricorrenti nelle scenografie che si sviluppano intorno alla grotta in cui A? collocata la Sacra Famiglia, che hanno un significato non casuale. Vediamo insieme quali sono:
Il mercato: Nel presepe napoletano del ‘700 le varie attivitAi?? lavorative rappresentano come in un’istantanea i principali commerci che si svolgono lungo tutto l’anno. Quindi A? possibile interpretare arti e mestieri come personificazioni dei mesi seguendo questo schema:
Il ponte: simboleggia il passaggio da un luogo ad un altro ed A? collegato alla magia. Alcune favole napoletane raccontano di tre bambini uccisi e seppelliti nelle fondamenta del ponte allo scopo di tenere magicamente salde le arcate. Rappresenta quindi un passaggio tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Il forno: evidente richiamo alla nuova dottrina cristiana che vede nel pane e nel vino i propri fondamenti nel momento dell’Eucarestia, oltre a rappresentare un mestiere tipicamente popolare dell’epoca.
Chiesa, crocifisso: La presenza di una chiesa, come anche del crocifisso, testimonia l’anacronisticitAi?? del presepe napoletano che A? ambientato nel ‘700.
L’osteria: Riconduce, in primo luogo, ai rischi del viaggiare. Di contrasto, proprio perchAi?? i Vangeli narrano del rifiuto delle osterie e delle locande di dare ospitalitAi?? alla Sacra Famiglia, il dissacrante banchetto che in esse vi si svolge A? simbolo delle cattiverie del mondo che la nascita di GesA?Ai??viene ad illuminare
Il fiume: L’acqua che scorre A? un simbolo presente in tutte le mitologie legate alla morte e alla nascita divina. Nel caso della religione cristiana, essa richiama al liquido del feto materno ma, allo stesso tempo, all’Acheronte, il fiume degli inferi su cui vengono traghettat e le anime dei dannati.
Il pozzo: collegamento tra la superficie e le acque sotterranee, la sua storia A? ricca di aneddoti e superstizioni, che ne fanno un luogo di paura. Una su tutte, quella per la quale un tempo ci si guardava bene dall’attingere acqua nella notte di Natale: si credeva che quell’acqua contenesse spiriti diabolici capaci di possedere la persona che l’avesse bevuta.
Chiara Foti segretario nazionale CDS