Chiara Foti – Formia – 17 nov. 2016
Grazie alla lungimiranza del governo borbonico,Ai??il Regno di Napoli divenne luogo di primati e avanguardie, tra cui,Ai??i cantieri navali di Castellammare di cui parleremo di seguito.
I Borbone realizzarono opere grandiose anche nel mare, come la Ferdinando IAi??e il Sicilia, rispettivamente il primo piroscafo nel Mediterraneo e il primo ad attraversare lai??i??Oceano Atlantico, per giungere in America. Restando ancora al tema delle acque, oggi ci occupiamo del primo cantiere navale del mediterraneo, sito a Castellammare di Stabia.
Nella zona, dove un tempo sorgeva lai??i??antica cittAi?? di Stabia, cittadina romana sommersa da un eruzione del Vesuvio nel 79 d.c., vi era un convento delle suore Carmelitane, oltre a piccoli cantieri navali artigiani, attivi giAi?? dal 1500, che rispetto al resto della penisola, erano capaci di realizzare imbarcazioni piA? complesse di quelle legate alla semplice attivitAi?? di pesca.
Ferdinando IV di Borbone, da diverso tempo, era alla ricerca di una zona del suo regno, ottimale per la realizzazione di un enorme cantiere navale, in quantoAi??lo scalo di Napoli non era piA? sufficiente e la Marina Borbonica chiedeva sempre piA? navi da guerra. AssegnA? al suo primo ministro,Ai??Giovanni Eduardo Acton, lai??i??incarico di effettuare un indagine per trovare il luogo adatto a tale realizzazione.
La scelta cadde su Castellammare di Stabia, poichAi?? era molto vicina ai boschi di proprietAi?? demaniale di Quisisana che dalle pendici del Monte Faito, garantivano legname da costruzione. Inoltre vi eranoAi??numerose ed abbondanti fonti di acque minerali , che permettevano un trattamento del legno altrove impossibile ed era una zona legata da una comoda ed ampia strada, a Napoli. Ai??InfineAi??i maestri dai??i??ascia stabiesi, che si tramandavano il mestiere di padre in figlio, assicuravano disponibilitAi?? di manodopera qualificata e duratura.
I lavori per la realizzazione del primo cantiere nel Mediterraneo furono seguiti dallai??i??ing.Ai??Bianchini e dallai??i??ingegnere francese Antonio Imbert. Lai??i??opera fu completata nel 1783, dopo lai??i??abolizione del preesistente convento carmelitano. Si trattava del maggiore stabilimento italiano, dando lavoro a c.a. 1800 operai. Oltre agli stabiesi, fu dato lavoro anche ad alcuni galeotti.
In brevissimo tempo le navi costruite a Castellammare fecero divenire lai??i??Armata di Mare, la seconda Marina del Mediterraneo dopo quella francese.Ai??La prima nave da guerra costruita Ai??fu la fregata Stabia, lai??i??anno seguente fu varato il vascello Partenope, poi la fregata Pallade e la corvetta Flora e negli anni a seguire decine di altre imbarcazioni.Ai??Dieci anni dopo fu costruito lo Stabilimento Produzione Cordami nei pressi del cantiere, tuttai??i??oggi esistente, e fu creata la Scuola di Applicazione del Genio Navale.
Achille Gigante, nella sua operaAi??Viaggi artistici per le Due Sicilie del 1845 scrive:
ai???Esso fu qui stabilito da Re Ferdinando IV, fin daai??i?? primi anni del suo regno, occupandovi un vasto spazio di terreno, nonchAi?? lai??i??abolito monasterio deai??i?? Padri Carmelitani. Di buone fabbriche il sussidiA? quel principe e di utensili e macchine necessarie quali a quei tempi poteansi desiderare. OggidAi?? A? il primo arsenale del regno, e tale che fa invidia a quelli di parecchie regioni dai??i??Europa. Sonovi in esso vari magazzini di deposito, e conserve dai??i??acqua per mettere a mollo il legname, e sale per i lavori, e ferriere, e macchine ed argani, secondo che dagli ultimi progressi della scienza sono addimantati, e mercA? dei quali abbiamo noialtri veduto con poco di forza e di gente tirare a secco un vascello nel piA? breve spazio di tempoai???.
Sotto la dinastia borbonica furono varate navi tra le piA? moderne e veloci dellai??i??epoca, dotate di macchine da 300 cavalli. La presenza dellai??i??importante cantiere navale e della Reggia di Quisisana fecero si che a Castellammare si installassero ben 17 sedi consolari: Austria-Ungheria, Francia e Gran Bretagna, Grecia, Spagna, Olanda, Paraguay, Turchia, Danimarca, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Russia, Sardegna, Svezia e Stati Uniti dai??i??America.
Purtroppo, con la nascita del Regno dai??i??Italia, i cantieri stabiesi andarono incontro aAi??enormiAi??difficoltAi?? create dai politici del Regno che ne discussero lai??i??ubicazione e il ridimensionamento. I governi dellai??i??Italia post unitaria, cercarono in tutti i modi di ostacolare il lavoro che si svolgeva allai??i??interno di questo stabilimento.Ai??Nonostante ciA?, non fu un problema per i lavoratori stabiesi, di grandi capacitAi?? tecniche e fortemente legati alla storia dei cantieri, i quali passarono dalla costruzione dei vascelli a vela e a vapore alle corazzate con grande spirito innovativo.
Riuscendo a resistere a tale politicaAi??nel 1864 i cantieri vararono la prima corazzata del nuovo Regno e, sette anni dopo, la prima nave completamente in ferro. Nel 1876 dai cantieri di Castellammare di Stabia, uscAi?? la piA? grande corazzata del mondo progettata da Benedetto Brin.
Va inoltre ricordato che Ia celebre nave Amerigo VespucciAi??fu progettata proprio nei cantieri di CastellammareAi??nel 1930Ai??dall’ingegnere Francesco Rotundi, riprendendoAi??i progetti del veliero Monarca, l’ammiraglia della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, poi ribattezzato Re Galantuomo quando fu requisito dalla marina piemontese dopo l’invasioneAi??delle Due Sicilie e la conseguente nascita del Regno d’Italia. I progetti ricopiati erano dell’ingegnere navale napoletano Sabatelli ed erano custoditi a Castellammare di Stabia insieme alle tecnologie necessarie alla costruzione di questa tipologia di imbarcazione.
Attualmente il cantiere A? ancora operante anche se A? statoAi??totalmente inglobato nel gruppo Fincantieri.
fonte: vesuviolive.it
immagine: Varo del vascello Partenope (autore Filippo Hackert) – Palazzo reale di Caserta