La lingua napoletana racchiude in se una storia affascinante che comincia con le radici della colonizzazione greca, che ci hanno lasciato parole dai??i??uso comune come ai???o purtuvallo (dal greco portukali) o le crisommole (crison melon mela dai??i??oro), per proseguire poi con le dominazioni francesi (ai???a cerasa come in francese la derise che si legge serise) o il periodo vicereale (cu mico, cu dico – in spagnolo con migo con tigo). Lo so, sto tirando fuori solo vocaboli che hanno a che fare col cibo, ma A? solo perchAi?? il cibo nella cultura napoletana A? un secondo modo di comunicare che abbiamo preservato con amore nei secoli.
Un altro aspetto della lingua napoletana che bisogna sottolineare A? quello dei verbi figurati come li chiamo io. In quale altro paese al mondo trovate una lingua che descrive il pigro incedere di poche gocce di pioggia che non danno fastidio e bagnano appena il suolo? Noi abbiamo racchiuso tutto questo nel verbo schizzecheare, non piove, schizzechea. Lai??i??acqua passa e murmurea, questa desinenza finale -ea ci trasmette un senso di leggerezza quasi lasciva, di un suono lieve che porta allai??i??oblio i sensi.
E infine nella lingua napoletana noi scorgiamo un aspetto tipico dellai??i??animo partenopeo che nulla esclude ma tutto napoletanizza, le parole straniere napoletanizzate come il nome dei monsieur (cuochi) francesi che alla corte di Maria Carolina cambiano nome in MonzA?, cosAi?? come verranno modificati e napoletanizzati i piatti che loro portano da oltralpe.
Vorrei concludere con le parole di un musicista, Marco Beasley che ha pubblicato un cd che si intitola Storie di Napoli. ai???Napoli A? mille storie, mille punti raccontati, inventati, sceneggiati per descrivere lai??i??immagine di un popolo dalle mille facce, di una gens loci (gente del luogo) sempre in lotta per non mutare e sempre sopravvissuta agli altriai???.Ai??
Di tutto questo, la lingua napoletana A? la piA? alta espressione e voglio ringraziare gli organizzatori di questo corso perchAi?? cosAi?? come lai??i??animo partenopeo, questa meravigliosa lingua va preservata, coltivata e insegnata affinchAi?? continui a raccontare le luci e le ombre di unai??i??anima che esiste solo in Napoli.”


