A cura di Fiore Marro
Pietro Pelosi
Casoria 7/2/1799
Tenente Colonnello
Il 5 febbraio 1861 Pietro Pelosi, per la morte del valoroso generale Traversa, prese il posto del direttore generale.
Con un commovente ordine del giorno commemorò la figura del suo predecessore e degli altri soldati caduti con queste parole: ” Se dolorose al vostro ed al mio cuore furono tali perdite che toglievano di mezzo a noi si valenti capi e si bravi commilitoni, ci resta d’altro canto il conforto di sapere che ben finirono e che tutti saremmo fortunati, se, come essi, potessimo far dono della nostra vita alla nostra antica ed amata Patria, per la difesa della causa che difendiamo”.
Otto giorni dopo Gaeta cadeva e Pelosi, che era stato decorato con la croce di S. Giorgio, salutò per l’ultima volta i suoi soldati ricordando loro l’eroica resistenza a difesa della piazza contro un nemico agguerrito e meglio armato, difesa combattuta con abnegazione ed ingegno, pur nella grande mancanza di mezzi, ringraziò i suoi bravi militari tutti indistintamente.
Pietro Pelosi era figlio del giudice circondariale Aniello Pelosi.
Nel 1849 partecipò alla spedizione nello Stato Pontificio ed ebbe la Croce di S. Silvestro da Pio IX.
Nel 1857 fu destinato al comando della II direzione a Palermo.
Dopo aver vissuto le drammatiche giornate dell’entrata di Garibaldi nella città fu trasferito a Messina dove rimase fino al 1 agosto 1860.
Destinato a Gaeta l’11 settembre fu promosso tenente colonnello.
Nei due mesi che seguirono lavorò senza tregua alle fortificazioni della piazza in previsione dell’assalto piemontese, collaborando con il generale Traversa, che lo nominò ispettore di tutta l’arma.
Pelosi non entrò nell’esercito dei vincitori, nonostante i ripetuti inviti dei piemontesi.
Fiero soldato borbonico, capitolato di Gaeta.
2 Comments
SALVE! MA QUESTO UFFICIALE BORBONICO ERA NATIVO DI CASORIA? SONO INTERESSATO A SAPERLO IN QUANTO CURO UNA PAGINA DEDICATA ALLA STORIA DELLA MIA CITTA’. IN ATTESA SALUTO CORDIALMENTE. G.S.
le uniche notizie che abbiamo, sono quelle riportate nell’articolo, purtroppo.