Ogni anno A? usanza ai??i??.. non A? ai???La Livellaai??? di TotA? ma un dato di fatto, i Comitati delle Due Sicilie ogni anno, il 27 dicembre si riuniscono per commemorare e celebrare una messa a suffragio di Francesco II, l’ultimo e sfortunato nostro re che la storia denigra ma in realtAi?? A? un personaggio di una levatura enorme, troppo ingombrante per il giovane regno d’Italia e per questo messo alla berlina,
Lo hanno definito in tanti modi, ma per noi A? solo Francesco, affettuosamente il nostro Francesco.
Per chi ancora avesse dei dubbi o non lo conoscesse offriamo di seguito una breve biografia ma intanto vi ricordiamo che il 27 Dicembre presso la Chiesa del Buon Pastore in Caserta (Piazza Pitesti), verrAi?? celebrata alle 18 e 30 da Don Antonello Giannotti l’annuale Santa Messa a suffragio dell’anima benedetta del nostro re, dopo la funzione religiosa vi sarAi?? l’esibizione del gruppo musicale ai???I populaniai???.
Ai?? ovvio che l’invito sia esteso a chiunque voglia trascorrere con noi questo momento di fede e riflessione.
FRANCESCO II
Francesco II A? l’ultimo Sovrano a regnare sulle Due Sicilie. Eai??i?? con lui che avviene l’invasione del Regno, prima da parte di Garibaldi e poi dell’esercito sabaudo, con la successiva annessione al Regno d’Italia. Il tutto avveniva dopo solo un anno dalla prematura morte di Ferdinando II, avvenuta quando questi aveva solo 48 anni. Cosi Francesco si trovA? inaspettatamente sul Trono delle Due Sicilie alla giovane etAi?? di 23 anni. Egli era infatti nato il 16 gennaio 1836, primogenito di Re Ferdinando II e della sua prima moglie Maria Cristina di Savoia, che morirAi?? solo quindici giorni dopo la sua nascita.
Sia il padre che la sua seconda moglie, Maria Teresa d’Asburgo, gli impartirono con l’ausilio dei padri gesuiti, un’educazione fortemente religiosa, ma non priva di cultura generale, sebbene non spiccatamente militare, come quella che aveva caratterizzato la gioventA? di Ferdinando. Dal padre Francesco ereditA? l’amore per il Regno ed apprese i doveri verso i propri sudditi, che venivano prima di ogni altra cosa. Ferdinando gli scelse come moglie Maria Sofia di Baviera, figlia del Duca Massimiliano, sorella di Elisabetta, la moglie dell’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe. La giovanissima Regina si rivelerAi??, nei tragici giorni della loro vita, una donna eccezionale, mai piA? dimenticata dai sudditi ed ammirata in tutta Europa.
Francesco di fatto potAi?? regnare da libero sovrano solo l’arco di un anno dovendo affrontare l’invasione del suo Regno. Eppure in cosAi?? poco tempo seppe fornire una chiara dimostrazione di cosa sarebbe stato capace qualora gli fosse stato concesso di governare serenamente come ai suoi antenati.
Forse egli non possedeva la forza di carattere e lai??i??esperienza politica del padre, ma era uomo ricco di bontAi?? e umanitAi??, un uomo di profonda fede e senso del dovere verso i sudditi, specie quelli piA? bisognosi. Alle capacitAi?? riformatrici dei suoi antenati Francesco univa un profondo senso dei doveri religiosi, e forse questo lo rendeva il migliore dei sovrani per i suoi sudditi. Del resto, la forte resistenza filoborbonica che si scatenA? negli anni successivi al 1860 e che vide coinvolti decine di migliaia di uomini e donne in armi, A? la miglior riprova di quanto appena affermato. Fin dalla sua salita al trono, Francesco concesse numerose amnistie, nominA? delle apposite commissioni per ispezionare i luoghi di pena ed apportare le necessarie migliorie. Volle concedere maggiore autonomie locali ai municipi e diminuAi?? il peso dei vincoli burocratici.
A Palermo e Messina accordA? franchigie daziarie, a Catania istituAi?? un Tribunale di Commercio e le Casse di conto e di sconto. CondonA? in Sicilia gli avanzi del dazio e dimezzA? l’imposta sul macinato. AbolAi?? il dazio sulle case terrene ove abitava la povera gente e ridusse le tasse doganali. DiminuAi?? le imposte sulle mercanzie estere, concesse Borse di Cambio a Chieti e Reggio Calabria. OrdinA? che si aprissero monti frumentari e monti di pegni, e Casse di Prestito e di Risparmio nei paesi che ne erano privi.
Essendovi stata una carestia di grano e mentre i suoi detrattori giAi?? lo accusavano di voler far gravare il peso sui poveri, Re Francesco diede ordine di distribuire a prezzo ridottissimo intere partite di grano estero alle popolazioni, peraltro con perdita economica da parte del governo. AmpliA? la rete ferroviaria e chiese stretto conto dei ritardi dei privati nelle costruzioni giAi?? accordate, e con decreto del 28 aprile 1860 prescrisse l’ampliamento della rete con la linea Napoli-Foggia e Foggia-Capo d’Otranto; poi ordinA? le linee Basilicata-Reggio Calabria e un’altra per gli Abruzzi, mentre giAi?? pensava anche alla Palermo-Messina-Catania.
CreA? cattedre, licei e collegi, ed istituAi?? una commissione per il miglioramento urbano di Napoli. A tal riguardo, aveva in mente di far costruire mulini a vapore governativi per offrire la macinazione gratuita dei grani. Come tanti altri, perA?, questo progetto non venne mai attuato a causa dellai??i??invasione del Regno ad opera dei garibaldini.
Il 1Ai?? marzo 1860 prescrisse a tutti i fondi la servitA? degli acquedotti, ed evitando gli impaludamenti favorAi?? l’irrigazione dei campi e quindi la salute pubblica. OrdinA? poi il disseccamento del Lago del Fucino, fece continuare il raddrizzamento del fiume Sarno scavando un canale navigabile e dispose che proseguissero i lavori nelle paludi napoletane e lo sgombro delle foci del Sebeto. Nel 1862, ormai esule a Roma, inviA? una grossa somma ai napoletani vittime di una forte eruzione del Vesuvio.
Dopo la caduta del Regno, Francesco e Maria Sofia furono ospitati a Roma da Pio IX (che ricambiava in tal maniera l’ospitalitA? ricevuta da Ferdinando II nel 1848-1850) prima al Quirinale poi a Palazzo Farnese, fino al 1870. In questi anni, i due giovani Sovrani tentarono di favorire la resistenza filoborbonica che era divampata nelle antiche province del Regno, ma in seguito si resero conto che tutto era perduto e non vollero essere causa di ulteriore spargimento di sangue, di odio e dolore.
Privati dei loro beni personali dai Savoia (erano stati sequestrati senza alcun diritto nAi?? giustificazione da Garibaldi, non solo i beni immobili, ma anche quelli mobili, che Francesco non aveva voluto portare con sAi??), essi dovettero spostarsi spesso, e vissero per molto tempo a Parigi, e di tanto in tanto in Baviera, nelle tenute della famiglia di Maria Sofia, conducendo una vita serena e modesta. Durante uno di questi viaggi, Francesco II si spense ad Arco di Trento il 27 dicembre del 1894. Capo della Real Casa divenne il fratello, Alfonso di Borbone delle Due Sicilie, Conte di Caserta.
PERCHA? RICORDIAMO FRANCESCO II
Ricordiamo Francesco perchA? A? stato lai??i??ultimo Sovrano di un grande Regno che manteneva i medesimi confini da circa 800 anni. Un Regno che era stato culla di civiltAi?? e progresso.
Innamorato della propria terra e del suo popolo A? stato il primo ad essere trasformato da ai???Napolitanoai??? a meridionale con la creazione di un Regno dai??i??Italia che era di fatto solo un allargamento del Piemonte sabaudo.
Francesco A? stato soldato tra i soldati sul Volturno e a Gaeta. Come tantissimi suoi sudditi, egli ha difeso con le unghie e con i denti la sua casa e la sua famiglia. Travolto dalle congiure, dal tradimento, dalla protervia e dallai??i??ingordigia dei nemici, A? stato costretto a lasciare la sua Patria e a vivere in esilio, tracciando per primo il sentiero che sarAi?? purtroppo percorso da milioni di emigranti..
Gabbato, ingiuriato e schernito dai ai???vincitoriai???, Francesco A? stato forse il primo ai???Terroneai??? di un Sud dileggiato, disprezzato. Non piA? un Regno, non piA? una Nazione Europea, ma ai???appendice infettaai??? di una Italia dimentica e ingrata che ha saputo inventare una ai???questione meridionaleai??? che ancora esiste dopo piA? di un secolo e mezzo.
Ricordiamo Francesco perchA? A? uno di noi…