Fenestrelle 2016 : Un canto nuovo, un abbraccio vero tra due comunità quella duosiciliana è quella del luogo
di Fiore Marro
Caserta 05 luglio 2016
Non è facile parlare di Fenestrelle per un borbonico, perchè il rischio di far passare il momento come un dato folcloristico, miserabilista, falsamente evoluzionistico può facilmente essere interpretato e poi usato da chi non sente la sofferenza di questo momento ma ama, invece, buttare fango, anche in questi frangenti altamente aulici ; non sarà mai semplice far capire il motivo che spinge un uomo malandato a correre con forza fin sopra l’ultimo stadio della fortezza, solo chi l’ha vissuta, in prima persona, potrà capire da dove è uscita la forza che ha spinto Duccio Mallamaci a salire fino a sopra l’ultimo stadio della fortezza sabauda, nonostante i suoi acciacchi evidenti. Proverò a farne un piccolo sunto, nella speranza di non dovere per l’ennesima volta imbattermi in interpretazioni farlocche e studiate per rendere meno importante ciò che si è visto e vissuto.
Il momento che ha, a mio sommesso avviso, cambiato finalmente il corso di incomprensioni, che ci ha contraddistinto in questi anni, è stato stavolta e senza tema di smentita l’applauso spontaneo della comunità di Pragelato, al termine del mio saluto e ringraziamento, durante la funzione religiosa. Il mio intervento è stato quello di ricordare a tutti la vera e unica motivazione per cui noi duosiciliani ci presentiamo a Fenestrelle, nessuna volontà politica, nessuna ammuina, nessun proposito di importunare nei territori altrui, la nostra necessità nasce dall’esigenza di porgere un saluto, una preghiera, un fiore ai nostri cari, alla nostra gente coraggiosa che ha preferito il martirio al tradimento. Quale disturbo arreca un fatto simile? A quale bestia immonda può infastidire tutto questo? Misteri di questa nazione. Il lungo applauso, in chiesa, fatto dai piemontesi è la risposta ai tanti quesiti inutili di parte della intellighenzia sabauda, guidata da Barbero e compagnia, che continua a domandarsi chi siamo, perché lo facciamo e perché disturbiamo.
Ho avuto modo di apprezzare, per l’ennesima volta, la brama nel voler esserci e la forza di appartenenza identitaria delle nostre donne e dei nostri uomini, che hanno affiancato il sottoscritto in questa nuova crociata identitaria, ai soldati duosiciliani che si muovono non per egocentrismo o per desiderio di protagonismo (purtroppo qualcuno c’è ancora, ma è e rimane una minoranza da isolare), ma solo e semplicemente per amor Patrio, per forte spirito del dovere, come diceva Pasquale Festa Campanile : “Per amore, solo per amore”. A loro va il mio abbraccio forte e sincero, perché la loro presenza, le loro lacrime, il loro stupore, la loro voglia di esserci ripaga della fatiche del viaggio, lungo, triste, desolante, perché mentre ci si accinge a raggiungere la fortezza, le domande ci assalgono, la tristezza pure, perché arrivati a Genova si riflette sul fatto che i nostri da lì sbarcarono per poi intraprendere a piedi il lungo viaggio verso l’inferno del sito posto nella Val Chisone, perché da queste cose nascono le infamie del tipo “I napoletani puzzan”, ai “benvenuto in Italia ma lavatevi”, poveri ragazzi nostri, costretti e stipati prima nelle navi e poi a piedi, senza igiene, senza possibilità di lavarsi, fatti passare nella capitale sabauda, in quelle condizioni, tanto da indurre la cittadinanza autoctona a credere che il tanfo causato dal viaggio in mare e poi da Genova a lì fosse un fatto naturale della nostra gente e non l’assoluto mancato rispetto dell’uomo verso l’altro uomo, che i carcerieri hanno usato indegnamente adoperare verso i nostri. Poveri, piccoli eroi della resistenza borbonica , l’orgoglio di noi tutti innamorati delle Due Sicilie.
Ci sarebbero altre, tante storie da raccontare, come le sensazioni avute da Anna Cinzia, da Giuseppe e da tanti altri, che hanno raccontato di avere avvertito la “loro” presenza, in mezzo a noi; è normale, cari Compatrioti ed è normale non sentirne il timore, perché loro sono i nostri antenati, nessuna paura ma l’angoscia si, per il martirio che hanno subito, dobbiamo esserci, i nostri ragazzi ci aspettano, per questo dobbiamo sforzarci di essere presente, ogni anno, con qualsiasi mezzo e possibilità.
Un saluto a tutti i miei diretti compagni di viaggio di quest’anno, tanti, sempre di più, un lungo elenco di Compatrioti, cominciando dai neoborbonici che hanno diviso il viaggio di andata e ritorno con il sottoscritto, da Manfredi Adamo a Giuseppe Giunto presenti a nome del Movimento Neoborbonico, ai CDS Anna Cinzia Mattei, Aldo Clemente, Umberto Perlingieri, ai nostri Compatrioti di stanza in Piemonte e artefici dell’ottima organizzazione dell’evento, Francesco Sorace, perfetta la sua intesa con Don Mauro per quel che concerne l’organizzazione per la messa e Dario Piraino che ha fornito la nuova targa, che ricorda le parole di Nicola Zitara, non è marmo ma fa comunque la sua degna figura. Da citare, inoltre, i CDS Campania, rappresentati da Carmine Posillipo, e i dirigenti Peppe Gallo, Maria Cipriano referenti per Brescia e per la Liguria, un grazie a Franco Cascone nostro riferimento per Pragelato, al gruppo arrivato da Udine di Ferdinando Luisi, al coro vocale Cantus Ornatus , un ringraziamento a Simona Antonageli per averci fornito l’opportunità” di arrivare fino a Fenestrelle. Un grazie infinito a tutti loro e a quelli che per spazio o dimenticanza non cito.
Chiudo questo diario di bordo con una piccola nota personale: all’arrivo presso le celle della fortezza, il responsabile del controllo mi dice : “Devo lasciarvi soli, ho da fare, ma tanto noi ci fidiamo di te, alla prossima.”. Sarà magari anche questo un cambiamento che nasce dalla serietà con cui da anni ci presentiamo a Fenestrelle? Speriamo.
Forza e onore.
1 Comment
Per improrogabili impegni di lavoro non ho partecipato alla commemorazione del martirio dei nostri eroi a Fenestrelle. Il mio cuore e la mia mente erano con Voi tutti Compatrioti presenti all’evento e mi auguro di poter partecipare alla prossima occasione.
Quando la verità storica emerge dalle tenebre, diventa giustizia e noi Duosiciliani dobbiamo batterci affinchè abbiamo anche noi, per i nostri eroi, un giorno della memoria. Suggerisco una data: 14 agosto , noi in questo giorno commemoriamo i martiri di Casalduni e Pontelandolfo quando nel 1861 il colonnello piemontese Negri fa compiere dalle sue truppe massacri, strupi , saccheggi e distruzioni contro le inermi popolazioni di questi due paesi della provincia di Benevento.
Commosso anch’io ringrazio tutti i Compatrioti che, con spirito di sacrificio, hanno partecipato alla commemorazione del martirio , un ‘abbraccio a tutti.
Forza e Onore!
Rino Cuomo