I Piccoli “Briganti” di San Giorgio del Sannio.
Intervento a San Giorgio del Sannio ai??i?? Storia, arte e Briganti.
San Giorgio 31 maggio 2017.
ai???Nel paese della bugia, la veritAi?? A? una malattiaai???- diceva lo scrittore Gianni Rodari.
Quando si raccontano le storie dei Briganti, dei nostri Briganti,questo pensiero andrebbe messo sempre in risalto. Le bugie, sul nostro passato, e sui nostri avi, le abbiamo sentite dire per anni, da parte di scrittori,Ai?? giornalisti , sui sussidiari delle scuole minori,o ancora, ad esempio, sui social , oggi punto di riferimento per i piA?.Ai?? Tutto ciA?, A? servito in passato per fare gli italiani, come intimava Massimo d’Azeglio, politico piemontese. Fornendo perA? un storia bugiarda appunto, a nostre spese soprattutto,raccontando diAi?? Italiani con una doppia generalitAi??, quella positiva dei Cavour, Garibaldi, Savoia, e quella meno aulica, fatta di borbonici, briganti, legittimisti, insorgenti, e cioA? quella che ci riguarda piA? da vicino, quella dei nostri Padri,Ai?? che la storiografia mendace, la scuola dei cattivi maestri, per un secolo e oltre, hanno raccontato, in maniera falsa,Ai?? per ingraziarsi il potere. I libri di storia, infatti, cosAi?? raccontatiAi?? non hanno fatto gli italiani, ma hanno avuto solo il compito infausto di servireAi?? i vincitori, creando una nazione divisa, incompiuta. Nessuna ricerca quindi della veritAi?? e neanche un paese veramente condiviso!Ai??Ai?? Ad esempio spesso nei libri di storia scolastici si racconta che il mezzogiorno italiano sia sempre stato atavicamente arretrato rispetto ad altre regioni del paese.Ai?? Ecco,Ai?? questa A? una bugia.
Ora veniamo all’argomento su cui mi A? stato chiesto di intervenire: i briganti.
Se fate una ricerca, anche solo sul web,Ai?? scoprireteAi?? il termine brigantaggio A? associato a quello di banditismo. Il banditismo e brigantaggio italianoAi?? ha origini remote ed A? stato diffuso in tutta la penisola.Ai?? Gli stessi ai???braviai???,Ai?? di cui scrive il Manzoni nei Promessi Sposi, ambientato nel 1600, erano briganti; ancora nella poesia di Giovanni Pascoli,Ai?? Romagna, si fa cenno al ai???Passator Corteseai???, re della strada, re della foresta. Il Passator Cortese era un certo Stefano Pelloni,Ai?? anch’egli un brigante romagnolo,Ai?? di inizio OttocentoAi?? credo, che a tutt’oggi A? un mito nellaAi?? memoria della gente di Romagna.
Nella storiografia italiana tuttavia viene soprattutto chiamato brigantaggio il fenomenoAi?? della nascita di bande armate nel territorio delle Due Sicilie. A? una scelta voluta quella di definire briganti i nostri antenati, che hanno piA? che combattuto diremo resistito, contro il nuovo governo sabaudo, insediatosi con la forza ,nelle nostre contrade;Ai?? addirittura in alcuni testi si fa risalire l’origine della criminalitAi?? organizzata alla nascita di questo brigantaggio del sud italico.
In realtAi?? i nostri briganti , almeno gran parte di loro, erano uomini e donne estremamente pragmatici, che cercarono di dare una risposta alla situazione in cui loro malgrado si ritrovarono,Ai?? dopo l’UnitAi??. Il nostro popolo oltre ad avere subito ogni genere di violenza ( ricordiamo la nascita forse nei primi lager della storia, come quello di Fenestrelle,Ai?? o ancora ricordiamo la legge Pica, valida solo per il Meridione, ecc.), fu letteralmente affamato.Ai?? I contadini, i braccianti, la gente comune,dunque, non riuscendo piA? a sopportare questo tipo di vessazioni, tra cui lai??i??eliminazione degli Usi Civici, il sequestro delle loro terre da parte di latifondisti liberali, complici del nuovo potere , collaboratori del nuovo governoAi?? unitario. Da questa situazione nacque il famoso motto: ai??? o briganti o emigrantiai???.
Ecco perchAi?? spetta anche a voi avere lai??i??impegno e lai??i??obbligo, come eredi dei briganti, di ricercare e raccontare la veritAi??. Spesso i Borbonici, i neoborbonici,Ai?? vengono spacciati per nostalgici della monarchia,Ai?? in realtAi?? cosAi?? non A?.Ai?? Il Borbonismo A? appartenenza e ricerca dellai??i??altra veritAi??, quella omessa, obliata, A? consapevolezza della propria identitAi?? ( chi siamo e quanto valiamo come popolo), A?Ai?? riscoperta delle nostre tradizioni e difesa della nostra gente. Il nostro compito A? stato quello di riaprire il solco, spetterAi?? a voi un domani, lai??i??onere e lai??i??onore, quando occuperete ruoli amministrativi, politici, istituzionali, di ripristinare la dignitAi?? e il nome dei nostri resistenti, non briganti ma martiri di libertAi??, riabilitando i vari Cosimo Giordano, Michelina De Cesare, Giuseppe Schiavone, Filomena Pennacchio, Maria Capitanio, Pasquale Romano, Giuseppe Tardio e i tanti altri, non piA? briganti ma Padri della nostra antica Patria delle Due Sicilie. Ripristinando cosAi?? Coloro i quali morirono perchAi?? non vollero una vita di sottomissione, i nostri avi che per dovere di dignitAi?? non poterono veder crescere i propri figli; ossequiarli non per pietAi??, loro scelsero come vivere e in molti sapevano come sarebbe finita, sono morti anche per noi, nella speranza di renderci liberi. OnoreAi?? a loro dunque, nessuna nostalgia ci appartiene perchAi?? ai???Il passato A? un segnale di direzione, non un palo dove appoggiarsiai???.
Siate quindi malati di veritAi?? a qualunque costo.
Forza e onore
Fiore Marro
1 Comment
La criminalità organizzata campana, la Camorra, è stata importata dalla Spagna dai Vicerè di Napoli dal 1528 in poi, quindi non c’entra con la resistenza postunitaria, definita brigantaggio dai vincitori. La Mafia ha radici ancora più antiche, di molto più antiche, inoltre in Sicilia il fenomeno brigantaggio è molto marginale. La storia scolastica è scritta dai vincitori, la storia vera si trova nei meandri della storiografia.