A Bannera con i Gigli
Di Lucia di Mauro
NapoliAi?? 8 settembre 2015
Conoscete Aniello? Io si. Tutte le mattine, a passo veloce, gira l’angolo della ai???nostraai??? strada, per aprire il suo piccolo bazar: detersivi, make up e collant per donne. La mattina scorre lenta tra clienti un po’ invadenti e la polvere degli scaffali. Come d’abitudine, qui al sud, i negozi chiudono nel primo pomeriggio e poi a casa. Rosa cucina bene e il pranzetto quotidiano A? sempre una piacevole sorpresa per Aniello, ormai da piA? di quarant’anni. Lui non ha mai smesso di volere bene a Rosa. Soltanto una volta, per qualche tempo, venne al negozio una signora, alta e con il seno in su. Aniello qualche pensiero cattivo lo fece, in veritAi??, ma Rosa era cosAi?? triste e lui non ci pensA? piA?.
Dopo pranzo arriva la telefonata di Nello, unico figlio di Rosa e Aniello. Nello A? emigrato a Pordenone con tutta la sua famiglia: moglie ed un figlioletto soltanto, come da tradizione, Ferdinando, di 7 anni. Anche suo padre, da giovane e senza famiglia, si trasferAi?? in Germania. Dopo due anni, perA?, ritornA? , non per il freddo o la nostalgia, ma perchAi??, una mattina, aprendo la finestra e non riconoscendo i luoghi della sera prima, capAi?? di non appartenere a quelle terre.
Finalmente echeggia nella stanza la suoneria del telefonino. Nello A? un po’ in ritardo rispetto al solito orario.
ai???UA?, papAi??, ciaoai??? Il tono non A? quello consueto, scanzonato ed irridente, ma chiuso, dimesso. Aniello capisce il malessere del figlio.
ai???Ma che dA?? NovitAi???ai???
ai???Mah, chill, Ferdinando…..ai???
ai???Siai???
ai???Dico, na malatiaai???
ai???Qual malatia?
ai???Geneticaai??? Nello trema nella voce e piange.
ai???Ma , papAi??, a medicina c’sta, in America. In Italia no, pecchAi?? nun conviene venderla. So troppo pochai??i?? ai???e creature cu sta malatia e quindi troppo pocai??i??ai??i??a gente ca s’accat a medicinaai??? ai???Ce vulesse a legge, ma a legge nun ce staai???.
Aniello non piange, non A? abituato a piangere, solo gli sembra di risentire la voce del nipotino, quando alla fine delle vacanze estive, nel ripartire per tornare al nord, grida dal treno.:ai???Ciao, nonnooo. Conserva il gioco di Batman perchAi?? a Natale ci dobbiamo giocare insieme.ai???
Aniello sente un dolore che somiglia ad una rabbia che non puA? esplodere. ai???Dove, vado? Che faccio?ai??? pensa, gridando alla moglie: ai???Escoai???.
Cammina per le strade antiche di quel suo paesino di provincia, cosAi?? lontano dal mondo, cosAi?? lontano da dove si decide. In fondo al piccolo vicoletto che sta percorrendo qualcosa oscura il sole. Una bandiera. Gli A? sempre piaciuta quella bandiera. ai???E’ artistica ai??i?? diceva ai??i?? Non come quell’altraai???.
In effetti La Bandiera sporge da un balcone a pianterreno di una piccola casina poco elevata. ai???Mario, si, Marioai??? – pensA? Aniello.
Mario, ormai, lotta da tutta una vita, lotta per un ideale, per la giustizia, per il suo popolo, CosAi?? dice. Si, a Mario si puA? chiedere di gridare con lui, al mondo, l’impotenza e la rabbia che scoppiano dentro.
CosAi?? Mario e Aniello, insieme, portano il loro urlo a Roma davanti al grande palazzo, a Palermo, a Taranto, a Napoli, a Cosenza, a Milano, in Inghilterra,……. viaggiando senza sosta.
Aniello, ora, ha deciso di smettere di fumare. I soldi delle sigarette gli occorrono per altro. Deve affittare un minuscolo locale, dove mettere un piccolo tavolo, due sedie e all’ingresso la grande bandiera di Mario. VerrAi?? Gianni e Gianni con Aniello porteranno il loro grido ovunque: a Roma davanti al grande palazzo, a Palermo, a Taranto, a Napoli, a Cosenza, a Milano, in Inghilterra,……. viaggiando senza sosta.
CosAi?? Gianni affitterAi?? un minuscolo locale, dove mettere un piccolo tavolo, due sedie e all’ingresso la grande bandiera di Aniello.
Da Gianni verrAi?? Laura che insieme con Gianni porterAi?? lo stesso urlo a Roma davanti al grande palazzo, a Palermo, a Taranto, a Napoli, a Cosenza, a Milano, in Inghilterra,……. viaggiando senza sosta. Laura affitterAi?? un minuscolo locale, dove mettere un piccolo tavolo, due sedie e all’ingresso la grande bandiera di Gianni.
E Marco e Franco e Lucia e Alessandro e Maria e Antonio e………..
L’Italia nera di bugie e rossa del sangue del mio popolo, brulica, ora, in ogni dove, di bandiere bianche con uno stemma al centro.
Mi sveglio. Nel torrido pomeriggio di questo mese d’agosto sono sudata e ho avanti agli occhi, ancora, il rosso, il nero e il bianco del mio sogno. Cerco refrigerio sulla terrazza. Di lontano, in fondo alla via vedo un uomo e poi un altro, e ancora, dieci, cento, mille, milioni di uomini e donne che gridano:ai??? La politica siamo noi. La politica A? con il popoloai???. Sulle spalle ognuno di loro regge una bandiera bianca con uno stemma al centro. ai???E’ artisticaai???, penso.
Lucia Di Mauro