Senza memoria storica un popolo diventa una massa di manovra, se non carne da macello per cause non sue, come tante volte A? accaduto dal 1861 in poi. Ai?? Ai??G. Marzocco
Dopo il dominio aragonese, continua l’evoluzione del nostro Regno e lo stemma ne rispecchia i mutamenti interni. Dopo Alfonso il Magnanimo e Ferrante, anche questa dinastia va pian piano verso la sua fine Ai??a causa della scarsa personalitAi?? dei suoi discendenti. Il Regno si ritrova cosAi?? per un periodo diviso tra Ferdinando il Cattolico e Ai??Luigi XII di Francia. In quel mentre in Spagna si celebra il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona, il cui matrimonio unifica i regni di Spagna, in seguito, nel 1502 le armate spagnole condotte da Gonsalvo di Cordova estesero la sovranitAi?? spagnola a tutto il Regno delle Due Sicilie. Tali eventi si ripropongono sul nuovo stemma delle Spagne e quindi delle Due Sicilie, ed ecco dunque unirsi allo stemma elaborato da Federico II d’Aragona (vedi storia dello stemma delle Due Sicilie parte II) le insegne di Castiglia, un castello dorato in campo rosso, e di Leon, con un leone rosso in campo argento. Sulla punta inferiore dello stemma si vede una mela granata, simbolo di Granada che grazie a Ferdinando e Isabella venne liberata dalla dominazione araba e riportata sotto i vessilli cattolici. Lo stemma posto su uno scudo A? sormontato dalla corona reale e da un’aquila ad ali spiegate recante il motto “tanto monta” che si traduce con “fa lo stesso”, a sottolineare l’uguaglianza tra le due corone cattoliche Ai??di Ferdinando e Isabella.
Dal matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando il Cattolico nasce Giovanna III che va in sposa all’arciduca d’Ausrtia, Filippo il bello, la morte prematura del marito le costerAi?? il suo soprannome e la farAi?? ricordare come Giovanna la pazza. Da questa unione il giovane Carlo, loro figlio, si ritroverAi?? a ereditare una quantitAi?? incommensurabile di titoli. Da parte di padre ereditA? i domini borgognoni delle Fiandre, la Castiglia e e colonie americane, da parte materna, il regno di Napoli, Sicilia e Sardegna e inoltre, alla morte dell’imperatore d’Austria Massimiliano, sempre dalla linea paterna eredita i domini della casa degli Asburgo ovvero Austria, Stiria, Carinzia, Vorarlberg e Tirolo. Quando nel 1520 egli viene incoronato imperatore, lo stemma del Regno di Napoli diviene molto piA? complesso e ricco. Un’aquila bicipite e la corona imperiale sormontano lo stemma ai due lati del quale sono poste due colonne, le colonne d’Ercole, recanti il motto “plus ultra”, cioA? “piA? in lAi??”, tale motto pare sia stato suggerito a Carlo V dal medico di corte, il milanese Luigi Merliano e stava a significare che i domini dell’imperatore erano estesi oramai oltre i confini del mondo conosciuto. E’ inoltre da notare che per la prima volta lo scudo A? cinto da un collare, quello del toson d’oro, ordine istituito nel 1429 dal duca di Borgogna, Filippo il buono di Valois, ereditato da Carlo V da Massimiliano d’ Asburgo che si unAi?? in matrimonio con l’ultima discendente dei Valois.
Ma giunto al culmine della sua potenza nel 1556, Carlo V decide di ritirarsi a vita ecclesiastica nel monastero di San Jeronimo de Yuste in Estremadura e abdica in favore dei suoi due figli: a Filippo assegna la Spagna, i possedimenti d’oltre oceano, il Sud Italia e i Paesi Bassi, a Ferdinando andranno invece i domini tedeschi della casa d’Asburgo. Lo stemma elaborato da Filippo II ci dAi?? chiare indicazioni sulle ripartizioni paterne. Nella parte superiore vediamo a sinistra lo stemma di Isabella di Castiglia e Ferdinando il Cattolico (torre in oro su sfondo rosso e leone rosso su sfondo argento), bisnonni di Filippo, a destra le insegne Pietro d’Aragona adottate come stemma ufficiale della Sicilia e nel centro della parte superiore lo scudo del Portogallo recante su sfondo argenteo, cinque scudi in azzurro su cui A? posta la croce di S. Andrea,il tutto contornato a sua volta da una cornice rossa ornata da sette castelli d’oro ereditAi?? di Filippo da parte della madre Isabella, regina di quel regno. Sotto lo scudo del Portogallo si trova in un triangolo a punta la mela granata su sfondo argentato. Nella parte inferiore dello stemma invece partendo da sinistra troviamo i colori rosso e argento dell’Austria con sotto le bande in oro e blu della Borgogna antica, ereditata da Massimiliano d’ Asburgo tramite matrimonio; nella parte inferiore destra troviamo invece la Borgogna moderna rappresentata dai gigli dorati in campo blu e incorniciati a bande rosse e bianche, piA? sotto, Brabante, simbolo dei Paesi Bassi, raffigurante un leone d’oro in campo nero. Nel mezzo troviamo uno scudo diviso in due, la parte sinistra Ai??con il leone nero in campo oro rappresenta le Fiandre, mentre l’aquila rossa su sfondo bianco simboleggia Anversa.
Ma il ramo Asburgo di Spagna A? destinato ad estinguersi per lasciare spazio ai Borbone di Francia. Dunque Filippo di Borbone, nipote di Luigi XIV, assume il controllo del Regno come Filippo V e usa lo stemma creato dal suo predecessore Asburgo, con l’unica differenza che pone al centro dello stemma lo scudo della propria casata, ovvero i tre gigli d’oro in campo azzurro.
Tuttavia la successione fu rivendicata anche dall’imperatore Leopoldo I per il figlio, l’arciduca Carlo, quale erede del primo ramo di casa Asburgo. Qui ebbe cosAi?? inizio la guerra di successione spagnola, che vide il trentennio di occupazione austriaca di Napoli (1707 – 1734) con Carlo, divenuto intanto l’imperatore Carlo VI. Carlo sostituAi?? allo scudo centrale con i tre gigli borbonici, i colori dell’Austria il rosso con la banda in argento. Esclude poi dallo stemma i simboli di Fiandre e Anversa (leone nero in campo oro e aquila rossa in campo bianco) sostituendoli con quelli del Regno di Gerusalemme (H attraversata da una I incorniciate da quattro croci in oro) e dell’Ungheria (bande bianche e rosse).
Chiara Foti Coordinatrice giovanile CDS