O pizzajuoloAi??era il venditore di pizze.
Questo mestiere A? molto antico e nasce ben prima della pizza cosAi?? come A? conosciuta oggi. Infatti, in origine, con la parola pizza si identificava semplicemente una pasta di frumento senza lievito, condita con olio, formaggi, acciughe e, successivamente, anche pomodori. Il piazzaiolo, quindi, cucinava la pietanza in un forno a legna e le vendeva a chi passava dalla sua bottega. Inoltre, chi era cosAi?? fortunato da disporre di un locale piA? grande, riusciva anche a creare una sala in cui far accomodare i clienti. Molto spesso, per attrarre piA? clienti, il pizzaiolo si avventurava anche tra i vicoli della cittAi??, con un grande recipiente di stagno nel quale appoggiava le pizza appena sfornate.
Questo mestiere ebbe subito un grande successo tra la popolazione, poichAi?? con pochi soldi era possibile comprare un alimento abbastanza sostanzioso. Alcuni pizzaioli, per incentivare l’acquisto, fornivano gratis una piccola pizza, altri, invece, utilizzavano la pizzaAi??Ogge a oltto, cioA? quella che si poteva mangiare subito e pagare dopo circa una settimana.
Col passare dei secoli, il mestiere di pizzaiolo, oltre a diventare sempre di piA? un’arte, ha perso il suo carattere ambulante e, oggi, il pizzaiolo lavora nelle pizzerie o, in alcuni casi, possiede un proprio forno in cui produce anche pane, focacce, ecc… Se si pensa poi alle origini, dove l’unica pizza consumata era quella alla marinara, con acciughe olive, olio e origano, ci accorgiamo delle numerose varianti nate dopo la creazione della Margherita: oltre agli abbinamenti con qualsiasi tipo di ingrediente, troviamo anche la pizza al metro, il calzone e la pizza fritta.
Di solito, attirava la clientela le seguenti grida: “Uhe, ca je me cocio! Comme so’ vullente, favorite” (Ehi, qui mi scotto! Come sono bollenti, favorite)
. “Tenghe ‘a lava e ll’uoglie” (Ho la lava e l’olio).
“Nu sorde mange ‘a mamma e ‘a figlia” (Un soldo, mangia la mamma e la figlia).