Tratto dal testo Usi e costumi di Napoli e Contorni, di Francesco de Bourcard
I facchini, addetti esclusivamente ai trasporti lo fanno in diversi modi. Altri levano i pesi in- teramente sul capo, altri ponendosi una specie di berretto lungo di lana bigia che ricade attorti- gliato sul collo, e detto percioIi?? sacco caricano del peso il collo medesimo; e questo chiamano con propria frase auzare ncuollo (alzare in collo). Altri infine trasportano i pesi affidandoli ad una spranga che appoggiano sopra una sola spalla,e questi ultimi sono quasi tutti di San Giovanni a Teduccio, grazioso ed industre villaggio ne’dintorni di Napoli, detti percioIi?? comunemente i Sangiovannari .
Il San Giovannaro puoIi?? dirsi veramente il facchino-tipo peroccheIi?? primeggia sugli altri, secondo la frase del Mantovano, quantum lenta solent inter viburna cupressi.
Se l’onestaIi?? e l’onoratezza (ripetiamo) e la condizione indispensabile del facchino in generale, lo eIi?? poi in un modo eminente del San Giovannaro. Non solo i privati ma ancora il governo affida a costoro te- sori preziosissimi, e quelli e questo sono troppo sicuri della illibatezza de’depositari, come alla lor volta i facchini valutano compiutamente l’importanza di conservarla. In altri mestieri eIi?? forse possibile ripara- re ad una frode, ad una infedeltaIi??, ma qual risorsa rimarrebbe al San Giovannaro che avesse una sola volta e per poco maculato il suo onore ? Niuno piuIi?? al certo se ne avvarrebbe, neIi?? resterrebbegli che cam- par la vita accattando.
San Giovannari sono i facchini della dogana (…)
Il numero de’ facchini addetti al servizio della Gran Dogana eIi?? stabilito a 360. Di costoro debbono i commercianti esclusivamente avvalersi, per l’interno della Gran Dogana, negli scaricamenti e carica- menti in porto, nel trasporto delle macchine di peso alla dogana, e nelle estrazioni dalla medesima (Art. 1). L’operazione dell’alzare una balla o merce dal lido di mare e portarla al magazzino chiamasi collata.
Questi facchini sono distribuiti in paranze o compagnie, e ciascuna paranza o compagnia dipende da un capo e due sottocapi (Art. 2 e 3).
La paranza si compone di 8 a 12 facchini ed i capi,che con voce propria diconsi caporali o capipa- ranza,vengono nominati dai negozianti. Non eIi?? peroIi?? a dire quanta e quale fiducia questi ultimi debbano riporre ne’loro capiparanza come depositari di fortissimi capitali e spesso dell’intera loro sostanza.
L’eIi?? questa una ragione per la quale li prediligono, gli amano, sono larghi verso loro di premi e retri- buzioni, allorquando se ne rendono degni; siIi?? che non pochi capiparanza sonosi arricchiti, grazie alla benevolenza de’negozianti cui servirono,e taluni,divenuti proprietari,godono nella terra nativa pacifica- mente gli onorati frutti de’loro sudori ed il guiderdone a giusto titolo dovuto alla loro onestaIi??.
Laonde non eIi?? a maravigliare se il nome del San Giovannaro sia molto stimato, e se la donna del po- polo (secondo scrive il nostro vecchio ed erudito Bidera nella sua Passeggiata per Napoli) vada giusta- mente altiera di associare i suoi giorni a quelli di lui e di esclamare con nobile orgoglio -Maritemo eIi?? facchino de Duana – (Mio marito eIi?? facchino della Dogana).
I negozianti non possono dirigersi che ai capi delle compagnie, ed, in assenza, a’sottocapi, i quali ri- mangono responsabili della esattezza de’loro dipendenti (Art. 4) a quale oggetto debbono prestare una cauzione non minore di ducati mille (Art. 8).
I facchini addetti al servizio della Dogana vengono contraddistinti da una medaglia che portano so- spesa al petto, la quale pe’capi e sottocapi eIi?? di ottone e pe’ facchini di rame, secondo apposito modello.
Prova della smisurata e direi quasi favolosa forza onde sono dotati i San Giovannari eIi?? la processione de’ gigli, per noi sopra descritta, ma ancor meglio e co’propri occhi puoIi?? assicurarsene chiunque voglia trasferirsi un momento alla Gran Dogana ed osservare gli enormi pesi che trasportano quotidianamente, e sempre sovra una sola spalla; ed io sono stato assicurato da persone del luogo molto degne di fede siccome un solo di cotesti facchini giunga talvolta a sollevare (avvegnacheIi?? a poca distanza) non meno di quattro cantaia.
Il numero de’facchini napolitani, secondo il risultamento statistico compreso nella Guida non molti anni addietro compilata per gli scienziati col titolo ai??i?? Napoli e lunghi celebri delle sue vicinanze ai??i?? si fa montare alla cifra di 4198.
CioIi?? dimostra come questa industre ed utilissima classe sia abbastanza considerevole, e come l’uomo del nostro popolo,non piuIi?? pigro ed indolente ma solerte e laborioso,procacci di guadagnare con onesto ed onorato sudore il pane per seIi?? e per la sua famiglia.
Il tipo percioIi?? del lazzarone sdraiato o addormentato nella sua sporta eIi?? oramai quasi affatto smarrito, se pur non vogliami dire interamente.



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Antichi mestieri napolitani: facchini | Comitati delle Due Sicilie